‘Sperare nel meglio, prepararsi al peggio’, la massima adottata dagli studenti di Giurisprudenza alle prese con gli esami della sessione autunnale. L’inquietudine, in questi giorni, fa il tour fra gli appelli presenti in calendario. Ottobre è un mese ricco di opportunità, tuttavia la paura di non farcela è sempre nascosta dietro l’angolo. Racconta Maria Pia Chiantera, studentessa al IV anno: “ci si sente un po’ come dei bambini golosi. Si vorrebbero fare e dire tante cose, sfruttare tutti i giorni disponibili, rendere al massimo. La realtà, invece, è che se va bene anche un’unica prova, ci si ritiene ugualmente soddisfatti”. Il problema, fa notare Giusy Venturini, “sta nel fatto che tra novembre e dicembre è previsto un appello per ogni singola disciplina. Quindi, se si toppa ottobre, non si ha la certezza di poter ripetere l’esame nel mese successivo. Spesso bisogna aspettare dicembre con conseguente perdita di tempo”. Per questo motivo, le aspettative diventano alte. Agli esami di Diritto Costituzionale, prof. Vincenzo Cocozza, c’è un po’ di caos. Il docente svolge le prove di due cattedre (la I e la V) contemporaneamente, l’affollamento è da mettere in conto. “Sono del primo anno – dice Giulio Vitrovio – l’ansia dell’attesa mi sta uccidendo. Si farà molto tardi prima di sostenere l’esame, ma devo resistere. La mia vita da matricola ha le ore contate e alla fine di questo mese passerò al secondo anno. Non posso permettermi di portarmi dietro ancora Costituzionale”. L’appello prosegue fra alti e bassi. “Sono stato promosso per il rotto della cuffia – ammette Carmine Terzo – Sui regolamenti europei ho zoppicato un po’, sono stato incerto su altri argomenti. E ho racimolato un semplice 21. Di rifiutare, però, non mi è passato nemmeno per la testa. Per un esame così occorrono 3 mesi di studio, solo un folle tornerebbe a casa senza risultato”. “Sono d’accordo – incalza Valerio Tarallo – Rifiutare un voto è l’anticamera del fuori corso. Oggi a me è andata bene, la cattedra sostanzialmente è giusta e valuta lo studio. Porto a casa 26, meglio non poteva andare, visto alcune mie lacune sulla parte speciale”. Ottimismo per Sarah Patania: “È la mia seconda volta – ammette la studentessa, al primo anno – La prima a luglio è andata malissimo. Ad ogni domanda rispondevo in modo secco senza argomentare e questo atteggiamento non è stato visto di buon occhio. Ho capito, quindi, che per fare una bella impressione occorre proporre dei collegamenti fra Istituti durante l’esposizione. Questa tattica ha funzionato ed oggi ho conquistato il primo 27 della mia carriera”.
Commerciale è sempre un mattone
Facce preoccupate alle prove di Diritto Commerciale, prof. Giuseppe Guizzi. “Ho aspettato tanto per poter sostenere l’esame con questa cattedra, la più semplice a detta di tutti – afferma Manuela Sgammato, studentessa al V anno – Tuttavia oggi non ho avuto il coraggio di presentarmi all’orale ed ho rimandato a dicembre. Avrei dovuto laurearmi a marzo, ma con questo slittamento non so più se ce la farò. Che rabbia, queste discipline fanno diventare codardi anche chi come me ha una media niente male”. I saggi in materia di amministrazione sembrano destare maggior timore. “Bisogna capire quali sono i più scorrevoli per non incepparsi nella spiegazione – racconta Alessia Sodano – Personalmente mi sono indirizzata a quelli sul bilancio, scorrevoli e facilmente riallacciabili ad altri argomenti. Per quest’esame ci vuole un po’ di furbizia, non sono una ragazza da 30, ma oggi mi è andata bene con 25. Un grosso risultato se pensiamo alla materia”. “Non ho avuto un buon rapporto con questa cattedra – spiega Gerardo Severino – Tutti i miei amici mi dicevano che l’esame sarebbe stato semplice, invece a luglio sono stato bocciato per la prima volta in tutta la mia carriera. Pensare che mi mancavano solo 5 esami, la battuta d’arresto proprio non l’ho digerita”. Ad ottobre: “è arrivata la rivincita. La difficoltà della prova varia da collaboratore a collaboratore. La prima volta l’esame doveva svolgersi con risposte secche, oggi l’assistente mi ha fatto i complimenti per i collegamenti tra gli argomenti che ho rintracciato. Come si vede, il fattore ‘c’ è determinante, proprio come una buona preparazione”. La fortuna, per Vanessa Vingiani, “è che non vi sono stati molti bocciati e questa cosa mi ha dato la forza per presentarmi all’esame. Le domande che mi sono state poste non erano impossibili. Ho studiato tutta l’estate ed ora sono finalmente libera dal peso di questo mattone”.
Perplessità alle prove di Diritto dell’Unione Europea, prof. Roberto Mastroianni. “Disciplina spesso sottovalutata ma che alla fine tradisce le aspettative – commenta Giacomo Marolda – Ho affrontato la materia un po’ sottogamba, lo ammetto. Però sono al primo anno fuori corso, mi restano pochi esami ed ho fretta di finire. Così ho pensato che iniziare la sessione con una prova facile mi avrebbe agevolato. Niente di più sbagliato, gli assistenti ed il docente sono molto pignoli e ci tengono ai particolari. L’ho sperimentato sulla mia pelle, dovrò tornare fra due mesi”. “Spesso ci si presenta all’esame pensando – sottolinea Andrea Papaccio – erroneamente che sia un prosieguo di Internazionale. Si suppone di far leva su quanto appreso in passato e si viene bocciati. Lo scorso anno ho seguito il corso e mi sono fatto un’idea di come approcciare la materia. Collegamenti, studio delle norme ed elasticità mentale sono alla base di un buon risultato. Ve lo dice il primo 30 del giorno”.
Giornata d’esame ‘pesante’ per gli studenti di Diritto Penale del prof. Bruno Assumma. “La cattedra non è così tranquilla come si vuole far credere, oggi ci sono stati parecchi bocciati. Occorre studiare con dedizione – suggerisce Antonia La Padula – È vero che il clima appare rilassato, ma, se si studia dalla sola dispensa gli assistenti se ne rendono conto e mandano via senza possibilità di appello. Consiglio di studiare tutto e bene, senza tralasciare nulla. Sono i dettagli che fanno la differenza”. Concorda Manuela, studentessa al quarto anno: “Il professore mi ha consigliato di ritornare a gennaio dopo avermi posto solo due domande: sospensione condizionale della pena e presupposti responsabilità dell’ente. Insomma, un massacro: in dieci minuti ho gettato due mesi di studio al vento. Ripetete tanto e tutto, non vi fidate di chi descrive il docente come uno ‘facile’. Io sono la prova del contrario”. Note positive da Raffaele Iavarone: “Dolo diretto ed indiretto, colpa cosciente, fatto e divieto art. 47, queste sono alcune delle domande che mi hanno posto. Nulla di così trascendentale, con lo studio si supera la prova senza difficoltà. Ottima cattedra, la consiglio a tutti in previsione della rotazione di marzo”, e da Claudio Loffredo: “Si può aspirare ad un voto alto con la giusta dose di impegno. Diffidate dalle dispense e concentratevi sui manuali, è l’unica arma vincente per questa cattedra. Esperienza positiva ma niente di facilissimo come il più delle volte viene erroneamente presentato quest’esame”.
Susy Lubrano
Perplessità alle prove di Diritto dell’Unione Europea, prof. Roberto Mastroianni. “Disciplina spesso sottovalutata ma che alla fine tradisce le aspettative – commenta Giacomo Marolda – Ho affrontato la materia un po’ sottogamba, lo ammetto. Però sono al primo anno fuori corso, mi restano pochi esami ed ho fretta di finire. Così ho pensato che iniziare la sessione con una prova facile mi avrebbe agevolato. Niente di più sbagliato, gli assistenti ed il docente sono molto pignoli e ci tengono ai particolari. L’ho sperimentato sulla mia pelle, dovrò tornare fra due mesi”. “Spesso ci si presenta all’esame pensando – sottolinea Andrea Papaccio – erroneamente che sia un prosieguo di Internazionale. Si suppone di far leva su quanto appreso in passato e si viene bocciati. Lo scorso anno ho seguito il corso e mi sono fatto un’idea di come approcciare la materia. Collegamenti, studio delle norme ed elasticità mentale sono alla base di un buon risultato. Ve lo dice il primo 30 del giorno”.
Giornata d’esame ‘pesante’ per gli studenti di Diritto Penale del prof. Bruno Assumma. “La cattedra non è così tranquilla come si vuole far credere, oggi ci sono stati parecchi bocciati. Occorre studiare con dedizione – suggerisce Antonia La Padula – È vero che il clima appare rilassato, ma, se si studia dalla sola dispensa gli assistenti se ne rendono conto e mandano via senza possibilità di appello. Consiglio di studiare tutto e bene, senza tralasciare nulla. Sono i dettagli che fanno la differenza”. Concorda Manuela, studentessa al quarto anno: “Il professore mi ha consigliato di ritornare a gennaio dopo avermi posto solo due domande: sospensione condizionale della pena e presupposti responsabilità dell’ente. Insomma, un massacro: in dieci minuti ho gettato due mesi di studio al vento. Ripetete tanto e tutto, non vi fidate di chi descrive il docente come uno ‘facile’. Io sono la prova del contrario”. Note positive da Raffaele Iavarone: “Dolo diretto ed indiretto, colpa cosciente, fatto e divieto art. 47, queste sono alcune delle domande che mi hanno posto. Nulla di così trascendentale, con lo studio si supera la prova senza difficoltà. Ottima cattedra, la consiglio a tutti in previsione della rotazione di marzo”, e da Claudio Loffredo: “Si può aspirare ad un voto alto con la giusta dose di impegno. Diffidate dalle dispense e concentratevi sui manuali, è l’unica arma vincente per questa cattedra. Esperienza positiva ma niente di facilissimo come il più delle volte viene erroneamente presentato quest’esame”.
Susy Lubrano