Esami tranquilli, è la fine di un incubo per molti studenti

Notizie confortanti dagli esami di Economia Politica, I cattedra, prof. Eugenio Zagari. Sciolta ogni riserva sulle modalità della prova e sulle domande strettamente legate al programma, agli studenti non resta che sfruttare al meglio la sessione. “Saranno gli ultimi mesi in cui potremo sostenere l’esame sul programma di Zagari – dice Maria Elena Pirozzi – Fino a marzo si adotteranno i vecchi manuali. La storia del pensiero economico, che poi è la parte più facile dell’Economia, sarà fino ad allora fulcro centrale del nostro studio”. Ridà speranza a chi ormai dava per spacciata la possibilità di sostenere l’esame, il prof. Carlo Panico, titolare ‘provvisorio’ (il Consiglio di Dipartimento non ha ancora ufficializzato il passaggio di testimone) della cattedra in questione. “Il prof. Panico ha sempre tenuto vivo il dialogo con noi studenti – racconta Giulia Pagani – Rispondendo alle nostre e-mail, ha dato continuità allo studio, pur in assenza di notizie ufficiali. Grazie alla sua collaborazione, il gruppo facebook che si occupa del delicato passaggio fra i due docenti ha potuto fornire indicazioni utili a studenti oramai disperati”. Il prof. Zagari, contrariamente a quanto indicato da insistenti voci di corridoio, non ha più presenziato ad alcuna data d’esame. “Né a dicembre, né a gennaio, il docente è intervenuto in commissione – commenta Maurizio Ricci – In realtà è da ottobre che non lo vediamo in Dipartimento, siamo stati lasciati da soli, da un momento all’altro. Purtroppo questa è una disciplina che non si può studiare senza guida. I grafici e le formule previste nei programmi non si assimilano se non c’è qualcuno disposto ad aiutarti”. “Per fortuna agli esami non ci sono stati incidenti di percorso – dichiara Valentino Scamardella – I collaboratori della cattedra del prof. Panico sono stati molto attenti nel porre le domande. Onde evitare argomenti non previsti dal programma, chiedevano a tutti la cattedra afferente, soffermandosi sugli argomenti in comune, senza mai andare oltre”. La prova: 4 quesiti scritti a risposta aperta da risolvere in un’ora. Efficienza marginale del capitale, modello del grano di Ricardo; curva IS interpretazione neoclassica e post Keynesiana, critica di Friedman alla curva di Philips: gli argomenti dell’ultimo test. “Le domande, non esageratamente difficili, proponevano un giusto mix fra teoria e grafici da riprodurre – spiega Rosa Pastore – Certo ci sono stati parecchi bocciati. Però, studiando con attenzione, non dovrebbero esserci grossi problemi”. Dopo lo scritto, la possibilità di sostenere l’orale per incrementare il voto: “Sinceramente non me la sono sentita di affrontare la discussione – afferma Sarah Persico – La cattedra del prof. Panico, pur stando attenta a noi studenti di Zagari, ha comunque un’impronta troppo tecnica e pratica, per la nostra preparazione. Torno a casa con 24, meglio non poteva andare. Sono stati mesi infernali: ho trascorso giornate intere a rompermi la testa su grafici e formule”. “Dopo tante notizie discordanti, momenti di sconforto totali, inseguimenti al prof. Panico da una lezione all’altra, sono fuori da quest’incubo – dice Mario Pianese – Ora posso dedicarmi ad altro, dopo ben tre mesi passati a prendere e lasciare i manuali di Economia. All’inizio è stata dura, specialmente quando ho saputo che ci sarebbe stato il prof. Panico, considerato molto severo. Tuttavia l’esame è andato bene. 22 non è poi cosi male”. I voti si attestano quasi tutti su questa media. “Non so se il problema dipende dal fatto che proveniamo da un’altra cattedra, e quindi abbiamo un’impostazione diversa, – commenta Daniela – o è proprio la disciplina che non va giù. Purtroppo ad un passo dalla laurea devo accontentarmi di 20, un voto che brucia terribilmente sul mio libretto. Tuttavia a marzo vorrei laurearmi, le diatribe su chi fra Panico e Zagari avrebbe tenuto gli esami mi hanno stancata. Meno male che è finita”. Un sospiro di sollievo arriva anche da Patrizia Russo, che gioisce per un bel 28. “Ho studiato moltissimo – racconta – praticamente da ottobre non faccio altro che ripetere ed esercitarmi. È stato logorante avere ogni giorno notizie diverse. Il prof. Zagari è molto più teorico, ho dovuto affrontare la materia in tutt’altro modo, rispetto agli appunti che avevo delle lezioni precedenti. Per fortuna tutto è andato bene, i collaboratori hanno rispettato il limite del mio programma”. Per questo aggiunge: “Studiate e non abbiate paura. La preparazione, se c’è, si vede e paga sempre alla fine”.
(Su.Lu.)
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