Esami, un vero e proprio tour de fource in questa sessione

“Quando il Dipartimento sembra spettrale, gli evidenziatori hanno ormai sovraccaricato il manuale e il sabato sera resti a casa pregando per un miracolo, sei entrato a pieno regime nel ‘trip’ della sessione di esami più fruttuosa dell’anno. Non approfittarne sarebbe uno spreco, meglio studiare e provare fino allo scoppio che fossilizzarsi su un’unica disciplina”, afferma Piero Pagano, studente al IV anno. Discorso facile per chi è a fine percorso e sa come gestire certi meccanismi. Le stesse parole non tornano per le matricole, alle prese con i primi esami e sull’orlo di una crisi di nervi. Scegliere una materia, affrontarla e stilare un planning spalmato su più mesi fa disperare anche lo studente più preparato. “Ho appena affrontato Storia del diritto romano con la prof.ssa Francesca Galgano – racconta Amelia Ippolito, maùtricola – Come primo esame ho scelto quello che mi sembrava più semplice e mi è andata bene. La cattedra è esigente ma premia i meritevoli e sono soddisfatta. Ora mi aspetta Costituzionale a marzo, sta lì il vero problema”. “Sono partita con Costituzionale e la prof.ssa Giovanna De Minico – dichiara Stefania, matricola – Mai scelta si è rilevata più sbagliata. Sono stata bocciata. Ho capito che non ero pronta per una disciplina così difficile quando l’assistente mi poneva le domande. Per il primo approccio avrei dovuto tentare un esame più semplice, inoltre questa cattedra è davvero tosta”. C’è anche chi ha scelto una via di mezzo per non sentirsi troppo in colpa: “Ho sostenuto Istituzioni di diritto romano a gennaio – dice Gaetano Ruggiero – perché non volevo trascinarmi le materie più ostili a marzo. Per mettermi in pace con la coscienza, visto che di Costituzionale ho un po’ di terrore, ho preparato la materia che mi sembrava a metà strada. Purtroppo non è arrivato un 30 tanto sperato, ma un 25 che mi permette di guardare al futuro con maggiore serenità. A Giurisprudenza i voti alti sono un’utopia, riesce meglio solo chi durante la sessione non respira per studiare e ingurgita nozioni su nozioni”. “Sono un po’ delusa dall’andamento delle prove – sostiene Maria Amato – All’inizio di gennaio ero piena d’entusiasmo, invece so di tanti miei amici che sono stati bocciati o hanno raggiunto il risultato con voti bassi. Le prime settimane mi sono  bloccata e non ho sostenuto alcun esame, ora mi attende Costituzionale con  il prof. Staiano. Partiamo col botto vista la fama del docente!”. “Sono a zero esami – ammette Valentina Amodio – ma non posso farci nulla se fino ad ora non ho avuto il coraggio di presentarmi davanti alla commissione. A lezione i docenti ripetevano di non preoccuparci, ora invece tutto è cambiato. Ho assistito a qualche esame e di bocciati, specie fra noi matricole, ce ne sono stati eccome. Credo che darò Storia a febbraio, partirò con quest’esame più semplice per evitarmi la scottatura di una delusione”. 
 
Musi lunghi a Procedura Penale
 
Alti e bassi, tra sconfitte e successi, anche per gli anni successivi al primo. “Diritto del lavoro è una materia carina, se non fosse per i continui aggiornamenti – commenta Guido Casarino, studente al III anno – La cattedra del prof. Giuseppe Ferraro è molto attenta e si rischia di cadere con facilità. Oggi, purtroppo, mi sono confuso un po’ sull’esposizione e sono stato invitato a ripresentarmi, spero solo di non dover saltare la sessione ma di poter ripetere l’esame a marzo. Sarebbe un grosso problema perdere tanto tempo”. “I docenti sono stanchi di ascoltare nozioni enunciate come preghiere – sostiene Katiuscia Campagna – Richiedono la spiegazione di un concetto e poi un esempio pratico, per argomentare ciò che si dice. Non basta più conoscere la risposta esatta, occorre un ragionamento che consenta a chi esamina di capire che non si è imparato a memoria”. Dietro al suo 27: “studio, spirito di sacrificio e critiche ad hoc”. Pensiero condiviso da Giusy: “Il botta e risposta non convince più – afferma la studentessa al III anno – Ho sostenuto Diritto Internazionale con il prof. Fulvio Palombino e sono stata bocciata. La cattedra è puntigliosa ed esigente, richiede che si argomenti tutto, nei minimi dettagli. Le risposte secche e mirate non fanno per questo docente, io ad esempio non avevo imparato i numeri o i nomi di alcune sentenze del manuale, e mi sono state chieste. In seguito ho dovuto anche argomentare il perché il legislatore si fosse espresso così o perché una dottrina fosse contraria”. “Un mix fra macchine spara risposte e affezionati di argomentazioni pratiche”, è il giusto comportamento in sede d’esame per Mario Rispoli. Che spiega: “Anche per diritto internazionale è così, in prima istanza occorre mostrare che si sa l’argomento con una risposta secca, poi, in un secondo momento, si attacca con il ragionamento mirato. Il prof. Palombino non è così terribile come viene descritto, è solo molto esigente e ci tiene che passi il messaggio del diritto. Oggi mi è andata bene, ma, seguendo il corso nel primo semestre, sono stato avvantaggiato”. Qualche muso lungo agli esami di Procedura Penale, cattedra prof. Alfonso Furgiuele. La bocciatura e la preoccupazione di non poter ripetere la prova entro marzo – quando ruoterà la cattedra e arriverà un nuovo docente con un nuovo programma – mette a dura prova anche gli studenti più ottimisti. “Sono all’ultimo esame – racconta Gilda Di Martino – Dovrei laurearmi a marzo. Confido nella mia preparazione anche se il caos dell’aula (il docente ha due cattedre in contemporanea) e le facce dei miei colleghi mi fanno temere per il peggio”. L’esperienza di Pietro Fierro, studente al V anno: “ad ottobre sono stato invitato a ripresentarmi, oggi sono qui ma non so se avrò il coraggio di farmi avanti. Magari assisterò agli esami e andrò via per ripresentarmi successivamente. Non vorrei cadere nel vortice, come è successo tempo fa per Commerciale. All’epoca ho impiegato un anno per superare la prova e le mie paure. Credo che ritornerò a casa, meglio un groppo al cuore che una bocciatura”. Il segreto per vincere il panico ed affrontare il colloquio a testa alta è per Teresa Del Giudice, studentessa all’ultimo anno: “Studiare fino allo sfinimento. La sessione straordinaria genera meccanismi pericolosi perché sembra che devi fare tanto e tutto a qualsiasi costo. Le date d’esame sono molte e fanno gola. Senza studiare con coscienza, però, non si va da nessuna parte. Procedura penale è un esame che non si può improvvisare. O si perde la testa per almeno 3 mesi, o meglio aspettare la data successiva. Lo so bene perché provengo da una bocciatura, oggi invece sono passata con 26”.
Susy Lubrano
- Advertisement -




Articoli Correlati