Esperienza sul campo per gli studenti di Formazione clinico-legale II

Si concentrerà su tre temi specifici – protezione internazionale, apolidia,  detenzione minorile – il corso di Formazione clinico-legale II. Il fischio d’inizio è per il 9 marzo (Aula Guarino, ore 14.00). L’insegnamento, a scelta,  anno dopo anno, riscuote sempre più successo fra gli studenti. “Il corso è iniziato nel 2017 – spiega la prof.ssa Flora Di Donato, titolare della disciplina – per poi evolvere, nel corso del tempo, verso una specificità che va di pari passo con le mie ricerche. Negli anni, mi sono occupata di problemi legati all’immigrazione, agli stranieri, ai problemi dei richiedenti asilo, dei Rom, di donne vittime di tratta. L’attività didattica si è quindi orientata in tal senso”. Con lo sviluppo della didattica sono arrivati “gli accordi stretti con enti, istituzioni ed organismi locali, con i quali attivare azioni di partenariato”. Da qui l’idea di articolare il corso in tre moduli. Per quanto riguarda il primo, protezione internazionale, “abbiamo avviato un protocollo d’intesa, a firma del Presidente Giuseppe De Carolis, con la Corte d’Appello di Napoli sezione famiglia e immigrazione. I magistrati che si sono resi disponibili ad ospitare i nostri studenti sono i dottori Antonio Di Marco e Gabriella Gallucci. Gli studenti affiancheranno i magistrati che lavorano alla protezione internazionale, in particolare sulle richieste di asilo”. Un tema delicato, in quanto “in Italia c’è una lacuna nel richiedere informazioni sui paesi di origine dei richiedenti protezione internazionale (COI), ci basiamo sulle fonti europee: con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR) e con l’EASO (Ufficio europeo di sostegno per l’asilo). A differenza di altri Paesi, l’Italia non ha suoi investigatori per la ricerca di informazioni. I nostri magistrati, quindi, sono alle prese con notizie dei Paesi d’origine molto generiche”. Il ruolo degli studenti “sarà quello di affiancare il magistrato nella ricerca delle informazioni”. L’iniziativa rientra in un ambito più ampio. Il Dipartimento di Giurisprudenza, “in collaborazione con colleghi dell’Università di Pisa, di Catania e di Roma 3, ha a cuore l’attivazione di un Osservatorio Nazionale su banca dati delle informazioni dei paesi d’origine dei richiedenti asilo. Una serie di notizie che si struttureranno nel tempo e a cui si potrà attingere. Gli studenti andranno alla Corte d’Appello proprio per iniziare a lavorare in questa direzione”. Il secondo modulo riguarderà “l’accesso alla giustizia delle donne e dei minori rom. Lavoreremo in collaborazione con Justrom, finanziato dal Consiglio d’Europa. L’obiettivo del modulo sarà a carattere informativo, l’idea è quella di sconfiggere gli stereotipi, il razzismo che c’è nei confronti dei rom, informando questi ultimi dei loro diritti”. Grazie al supporto di una mediatrice, “ci occuperemo dei rom e del tema dell’apolidia. I rom non hanno riconosciuto lo statuto di apolide e allora c’è da chiedersi cosa siano per la comunità internazionale”. Il partenariato si svilupperà su tre livelli: “Con Justrom, con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, che collabora con Justrom, e con lo studio legale Migliaccio”. Gli studenti avranno modo di approfondire un caso non solo dal punto di vista del giudice, ma anche da quello dell’avvocato: “Sarà interessante sviscerare i vari profili che giocano i diversi ruoli”. Il terzo filone riguarda la detenzione minorile. “C’è una collaborazione, in via di definizione, con il carcere di Nisida. Il modulo è condiviso dalla cattedra di Procedura Penale della prof.ssa Clelia Iasevoli. Stiamo definendo gli ultimi dettagli. La mia idea è quella di lavorare sulla narrazione, sullo story-telling che permetta ai ragazzi di Nisida di raccontarsi”.
Per frequentare il corso è necessario inviare una mail (flora.didonato@unina.it) alla prof.ssa Di Donato: “Non siate intimoriti da questa formalità. La richiesta d’iscrizione è solo per fini organizzativi. Non c’è nient’altro, se non la necessità di conoscere il numero di ragazzi da condurre in Corte d’Appello o a Nisida”. Formalità a parte, gli studenti (del quarto e del quinto anno) che frequentano le lezioni “sono sempre motivati, spinti dalla voglia di vivere un’esperienza pratica. Il mio motto è: ‘i compiti si fanno in classe’, il corso non prevede un programma, si lavora sui casi in aula e si fa esperienza sul campo”. L’introduzione teorica ci sarà nella prima settimana di lezioni, “poi esamineremo casi e fascicoli legali in sedi diverse. Si lavora in tranquillità e con voglia di fare e, a fine maggio, andiamo pure a mangiare una pizza tutti insieme”. Dal prossimo anno, con la riforma dell’ordinamento didattico, “la nostra idea è quella di far diventare queste collaborazioni fruibili da tutti gli studenti. Percorsi di tirocinio pre-laurea che stiamo ‘testando’ e che probabilmente saranno in futuro appannaggio di tutti”.
Susy Lubrano
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