Esperimento riuscito per gli studenti

“Ho partecipato al workshop perchè è un’esperienza nuova, in quanto non avevo mai provato il disegno a mano libera e soprattutto non avevo mai provato a ‘fermarmi a disegnare’ ciò che avevo di fronte o intorno a me”, racconta Mariantonia. Poi, ci descrive un po’ il primo incontro: “A Roma è stata una giornata particolare in quanto pioveva a dirotto e non ci è stato possibile rilassarci completamente e disegnare come avremmo voluto. La cosa certa, però, è che questa esperienza ci ha aperto nuove amicizie con ragazzi romani e ha fatto sì che ci potessimo relazionare anche sotto il punto di vista ‘intellettuale’, oltre che umano. Mi ha fatto piacere conoscere anche i docenti romani ed ascoltare un interessante seminario sul disegno dal vero”. Una nota positiva anche per i tutor che hanno affiancato gli studenti durante le attività in campo: “Grazie a loro ho imparato nozioni fondamentali sulla rappresentazione dei volumi e le relazioni tra le parti”.
Per Erica questa è solo la prima di una serie di esperienze: “Ho deciso di prendere parte a questo workshop per dare inizio a quella che, spero, sarà una lunga serie di esperienze che il Corso di Ingegneria Edile–Architettura mi permetterà di fare, oltre al fatto che sia una bella ed utile iniziativa. Lo scopo principale del lavoro fatto era riuscire a trasmettere, attraverso il disegno, qualcosa di personale a colui che lo osserva. Di questa esperienza mi resteranno i consigli e i suggerimenti per affrontare lo ‘spaventoso’ mondo del disegno dal vero”.
“L’esperimento è riuscito o comunque mi sono resa conto dei miglioramenti ottenuti anche in così poco tempo”, afferma Sonia. Lei sembra avere le idee molto chiare: “Ho deciso di prenderne parte perché mi è apparso come un’occasione per dare spazio alla nostra componente artistica che, appunto, dovrebbe distinguerci dai semplici ingegneri edili. Penso che sia sì importante un po’ di talento naturale per il disegno dal vero, ma conta anche l’esercizio, magari per imparare ad essere precisi e veloci nella rappresentazione generale, nell’impostazione geometrica generale. Sicuramente continuerò, quando posso, ad impegnarmi nel disegno dal vero per migliorarmi e scoprire nuove tecniche. Dopotutto è stato divertente!”, conclude la studentessa.
Mariarosaria si affida ad una similitudine: “Si tratta di ‘vedere’ non ‘guardare’ distrattamente qualcosa e disegnarlo. Come quando ci si trova a fare lo stesso percorso quotidianamente e magari un giorno alzi gli occhi e ti accorgi di non aver mai visto quel palazzo, quella panchina o qualsiasi altro piccolo o grande dettaglio a cui non avevi mai fatto caso”. L’esperimento, a suo parere, ha dato risultati migliori a Napoli: “Personalmente l’esperimento è riuscito al secondo incontro. Ho appreso molte tecniche per rappresentare lo spazio che non conoscevo. Il primo incontro è stato un po’ deludente. Le mie aspettative erano molto al di sopra. Mi aspettavo che fossimo seguiti di più durante l’esecuzione, che avessi anche più tempo per mettere in pratica ciò che era stato detto durante il seminario. In ogni caso ho avuto modo di confrontarmi con i colleghi romani. Ho conosciuto ragazzi davvero in gamba”. Tirate le somme, l’esito è positivo: “Credo di aver imparato molto durante questa esperienza. Il disegno è il nostro mezzo di comunicazione e dobbiamo essere in grado di trasmettere i nostri pensieri, le nostre idee attraverso questo strumento. In particolare, il disegno a mano libera rappresenta la prima fase di un progetto, per cui credo di aver capito che per disegnare ci vuole un cervello”, conclude la ragazza.
Anche Raffaele è la prima volta in cui si relaziona con il disegno a mano libera: “L’idea di fermarsi a disegnare dal vero mi affascinava, anche perché non l’avevo mai fatto. Il tutto è finalizzato a ‘guardare per vedere’ un’architettura, ossia prima ragionare sull’oggetto che stiamo osservando e poi mettere matita su carta. L’obiettivo non è quello di fare lo schizzo preciso e bello, ma di capire come l’opera architettonica è strutturata”. Lui conta di continuare a sviluppare questa tecnica: “Di questa esperienza mi resteranno le basi per come devo disegnare dal vero, basi che, naturalmente, devo allenare e sviluppare come meglio posso, sperando che, una volta acquisite le capacità, possa applicarle durante la mia carriera”.
Erika è convinta che il disegno a mano libera sia alla base di tutto: “Alla base delle competenze di ogni ingegnere–architetto c’è l’osservazione e la rappresentazione a mano libera delle strutture che ci circondano e lo scopo del workshop era proprio ‘prendere confidenza’ con gli strumenti essenziali, quali foglio e matita. Noi aspiranti ingegneri–architetti ci siamo fermati a disegnare le strutture che ci si ponevano davanti agli occhi. Io stessa, in un’altra circostanza, mi sono fermata a disegnare la sede di Piazzale Tecchio”. La studentessa ha scoperto una nuova passione: “Questa esperienza mi ha insegnato l’importanza del disegno a mano libera, ho imparato tecniche per geometrizzare le strutture esistenti e renderle correttamente in prospettiva. L’iniziativa mi ha fatto appassionare a tal punto che mi viene voglia di ‘fermarmi a disegnare’ in qualunque posto”.
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