Fabiana ed Elisabeth, studentesse in cattedra a Liverpool

Fabiana Raimo e Elizabeth Tobyn, studentesse Magistrali del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati de L’Orientale, in mobilità Erasmus presso la Liverpool John Moores University hanno partecipato in qualità di relatrici il 9 gennaio scorso a un convegno organizzato presso la Tate Gallery della città, presentando una relazione dal titolo ‘Disimprinting the world: history, memory and oblivion’. Un motivo di vanto per l’Università riscontrare l’impegno dei propri studenti nell’esperienza all’estero e il loro coinvolgimento per merito in iniziative di rilievo. Partire per l’Erasmus non vuol dire esclusivamente sostenere esami fuori porta, bensì diventare parte integrante di un’altra comunità studentesca partecipando alle attività extra-curricolari per ampliare le proprie conoscenze e costruire una propria rete di contatti di studio. “Ho seguito un corso di ‘Postcolonial and World Literature’ tenuto presso l’Università di Liverpool dal prof. Filippo Menozzi sul tema della costellazione”, racconta Fabiana, studentessa di Letterature e Culture Comparate, rientrata dall’Inghilterra dalla metà di gennaio. “Un modulo di questo corso (e del relativo esame) prevedeva una collaborazione con la Tate Gallery, all’interno della quale avremmo potuto esporre un nostro progetto che si proponesse di mettere in comparazione opere letterarie ed artistiche e avere l’occasione di discuterlo in occasione del World Literature Student Symposium” con l’obiettivo di stimolare suggestioni creative, partendo da una visione critica rispetto alla letteratura globale. “Il nostro poster, nello specifico, parte da un’idea di decostruzione di alcuni concetti interconnessi, quali ‘storia, memoria e oblio’, in una prospettiva multiculturale che focalizza l’attenzione sui contesti d’origine delle opere, nell’ambito di una macro-questione: è possibile affermare che il mondo esiste, nel modo in cui è concepito tradizionalmente, come espressione del potere occidentale? È stato bello avere l’opportunità di dire la nostra”.
- Advertisement -




Articoli Correlati