Farmacia, facoltà in ascesa

Farmacia piace. “Negli ultimi anni abbiamo avuto una crescita continua di iscritti -sottolinea il Preside Ernesto Fattorusso-. Lo scorso anno abbiamo toccato quota 400 per il Corso di Laurea in Farmacia e quota 350 per quello in Chimica e Tecnologia farmaceutiche”. Circa i motivi di questa impennata del gradimento registrata da qualche tempo a questa parte, il professor Fattorusso ha le idee chiare. “Direi che i motivi siano sostanzialmente tre. Primo: è una laurea che garantisce impiego piuttosto rapido. In una situazione come quella italiana non è davvero poco. Nel primo anno dopo la laurea trova lavoro circa l’ottanta per cento dei nostri studenti, per entrambi i corsi di laurea. Secondo: chi studia da noi è ospitato in una sede nuova e funzionale, costruita nel 1988. I laboratori sono adeguati; il bar con i tavolini rappresenta un punto di incontro e di socializzazione; la palazzina è circondata dal verde. Terzo: a Farmacia si sono in questi anni iscritti studenti esclusi da Medicina ed Odontoiatria a seguito della prova di ammissione, i quali avevano inoltrato ricorso al TAR. Sostenevano a Farmacia gli esami comuni e poi chiedevano la convalida una volta reintegrati dal TAR a Medicina”.
Farmacia è un Corso di Laurea di cinque anni e 22 esami. Al primo anno le matricole affrontano, nel primo semestre (ottobre – gennaio), Botanica farmaceutica, Biologia animale e vegetale, Anatomia umana. Gli esami si danno a febbraio. Le lezioni dei corsi del secondo ciclo -Fisica, Chimica generale ed inorganica- iniziano a marzo e vanno avanti fino a giugno, quando inizia la finestra d’esame. “Qualche anno fa c’erano studenti che impiegavano anni per superare Chimica generale, Fisica e Matematica -ricorda il Preside-. La situazione è adesso notevolmente migliorata, sostanzialmente per l’intensificazione delle prove intercorso. Stimolano lo studente a non perdere tempo ed a studiare con costanza. Inoltre esonerano, al momento della prova finale, dall’esame scritto”.
Dura cinque anni anche il Corso di Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF); gli esami sono 27. Queste le materie del primo semestre del primo anno: Fisica, Matematica, Biologia generale. 
Una facoltà, il Preside lo sottolineava, a misura di studente. Peraltro il boom di immatricolazioni registrato negli ultimi anni qualche problema comincia a determinarlo, sotto il profilo dell’adeguatezza delle strutture, in particolar modo con riferimento alle lezioni del primo anno, le più affollate. “Due anni fa abbiamo preso in prestito un’aula da Medicina -ricorda il professor Fattorusso-. Lo scorso anno non è stato possibile, perché erano stati programmati lavori di ristrutturazione. Per fronteggiare il problema abbiamo ottimizzato l’utilizzazione delle aule disponibili, facendo lezione il sabato mattina e fino alle 19.00 di sera, durante la settimana”. Una soluzione che peraltro ha determinato non pochi disagi, in particolare tra gli studenti pendolari. La soluzione definitiva potrebbe arrivare dalla costruzione, già finanziata da parte del Consiglio di Amministrazione della Federico II, di due aule da duecento posti ciascuna. “Speravo che avremmo potuto usufruirne già dall’inizio del secondo semestre del prossimo anno accademico -si rammarica il Preside-. Purtroppo peccavo di ottimismo. Credo che le utilizzeremo dall’anno accademico 2001/2002”. Non sono brevissimi neanche i tempi di soluzione del secondo problema che caratterizza Farmacia: l’esiguo numero di docenti, in rapporto a quello degli studenti. “Siamo 41, tra ordinari ed associati, a fronte di 3500 studenti -ricorda il Preside-. Considerando anche i ricercatori, che stanno per diventare a tutti gli effetti docenti di terza fascia, saliamo a quota 70. In una facoltà scientifica, dove la frequenza è elevata e costante, si svolge una intensa attività di laboratorio e di didattica, occorrerebbe almeno il doppio di docenti. Ci impegniamo tutti molto, ma sicuramente non basta. Quest’anno ci hanno dato un po’ di budget per il riequilibrio, ma spero si possa trovare una soluzione più soddisfacente”.
Mediamente, a Farmacia ci si laurea in poco più di sei anni e mezzo. Gli sbocchi occupazionali sono in parte comuni ai due Corsi di Laurea, in parte specifici. La professione di Farmacista, in particolar modo, è strettamente legata alla laurea in Farmacia. “Bisogna distinguere tra il percorso di chi vuole semplicemente impiegarsi in una Farmacia ed il cammino di chi, invece, vuole diventare titolare della stessa -precisa il Preside-. Si diventa farmacisti superando l’esame di Stato, dopo la laurea. A quel punto si cerca una farmacia dove lavorare. Mi dicono che in questo momento le richieste siano numerose”. Molto più impervio l’iter che porta a diventare titolare di una farmacia. “Il farmacista deve vincere un concorso. Purtroppo non si bandisce da anni e non saprei dire perché. In alternativa può acquistare una farmacia, perché una legge di stampo feudale consente al vincitore di concorso di venderla, dopo tre anni. Oppure deve essere figlio di un farmacista, perché – sembra strano a dirsi – le farmacie si ereditano”. Chi difetta di soldi o di DNA può provare con l’industria. Quest’ultima costituisce lo sbocco classico dei laureati in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. “Quella farmaceutica, naturalmente, ma anche quella alimentare e cosmetica -precisa Fattorusso-. Conta molto la disponibilità a spostarsi perché il comparto industriale farmaceutico è presente da Pomezia in su. I laureati in CTF possono trovare opportunità anche nella scuola e nel settore del controllo di qualità. Infine, non va dimenticata la professione di Informatore Scientifico”. 
Alle matricole di quest’anno il Preside rivolge un invito pressante: “studiate con costanza dall’inizio, vivete la facoltà, frequentate lezioni e laboratori. Vi assicuro che chi segue queste regole si trova bene. Salvo che, naturalmente, non abbia sbagliato scelta all’inizio, ma questo è un altro discorso”. La facoltà di Farmacia ha sede in via Domenico Montesano, a pochi passi dal Nuovo Policlinico, nelle vicinanze della fermata della metropolitana collinare. 
Fabrizio Geremicca
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