Il quarto anno è il vero banco di prova degli studenti di Medicina. Molti vi si bloccano e lo ripetono, non potendo accedere al quinto. Per passare all’anno successivo, infatti, occorre non avere più di 4 esami arretrati. Farmacologia e Tossicologia medica I e II sono le prove che nella maggior parte dei casi rallentano il percorso degli studenti. La difficoltà principale consiste nel superare lo scritto. “E’ molto selettivo – racconta Lucia, una studentessa – Ad Anatomia hai le stesse possibilità di essere bocciato allo scritto e all’orale; qui ti giochi tutto con il compito”. “Ci vuole un sacco di tempo per prepararlo ed è inutile provarlo. Se non hai studiato come si deve non lo passi di sicuro”, aggiunge Sebastiano. Lucia sta seguendo Farmacologia II per la seconda volta: “Devo dare prima Fisiologia II, esame propedeutico del III anno. Le lezioni mi servono per aggiornare gli appunti perché le domande vengono poste diversamente di anno in anno”. Nonostante il disagio di dover ripetere il corso, gli studenti comprendono l’esigenza di avere dei blocchi tra un anno e l’altro. “Ci deve essere un criterio nella successione degli esami – afferma Sebastiano – Il problema è che, oltre ai blocchi, ci sono le propedeuticità da rispettare, più la distanza tra un appello e l’altro. Da noi le sedute straordinarie sono rarissime, le fissano soltanto se si verifica qualche problema”. Luigi, Federica e Nicola hanno superato Farmacologia I dopo un primo tentativo fallito. “Ho rifiutato il voto dell’orale e ho dovuto ripetere anche lo scritto. Non ci permettono di congelarlo”, è l’esperienza di Nicola. “L’esito della prova è imprevedibile – sottolinea Luigi – Ho passato lo scritto quando non avevo completato ancora il programma. Per questo motivo non mi sono presentato all’orale. Poi, quando finalmente credevo di essere preparato, ho rifatto il compito e non è andato bene”.
“Farmacologia è un esame importante, direi decisivo, con cui gli studenti entrano nel vivo della professione. E’ inevitabile che sia impegnativo. Richiede uno sforzo mnemonico – afferma il prof. Gerardo Nardone, coordinatore del VII ciclo – Per le cliniche gli studenti nutrono maggiore interesse: le vedono come materie più attinenti alla medicina”. Il docente racconta che c’è una percentuale di studenti che ripetono Farmacologia “due, tre, quattro volte. Spesso preferiscono rifarlo, anziché accontentarsi di un voto basso. Anatomia patologica è altrettanto impegnativo ma non richiede tanta memoria. Imparare i nuovi farmaci o le classificazioni è l’ABC per fare il medico”. Secondo il professore Gianfranco Di Renzo, titolare della cattedra di Farmacologia I, per andar bene all’esame è sufficiente studiare e frequentare con costanza: “La gran parte degli studenti che ha seguito con assiduità lo scorso semestre ha superato l’esame tra gennaio e febbraio. Chi salta le lezioni trova difficoltà mentre la strada è agevole per chi segue puntualmente”. Quando gli chiediamo perché i quesiti del compito di Farmacologia risultino così complessi per gli studenti, risponde: “E’ una materia rilevante articolata su due semestri. Pure ai miei tempi, 40 anni fa, era considerata difficile. Occorre una parte di memoria per conoscere i principali farmaci. Per il resto, bisogna capire e ripetere. Aiuta avere buone basi di Fisiologia e Patologia generale. Ma i ragazzi che arrivano da noi non presentano carenze particolari. Poi è ovvio che ci siano i bravi e i meno bravi”. Le parole del professore non bastano a tranquillizzare gli studenti. Valentina, iscritta in corso al IV anno, è spaventata: “Se penso alla mole di studio già mi viene l’ansia. Se poi sto a sentire quello che dicono gli studenti degli anni successivi è peggio ancora, finisce che non lo faccio più”. La studentessa non è ancora riuscita a superare Anatomia. Solo quando sarà promossa, potrà accedere alle cliniche del IV anno: “Prima di Farmacologia, mi voglio dedicare ad esami più tranquilli, più inerenti alla professione. Le applicazioni delle cliniche le vedi in reparto, hai un riscontro di quello che è scritto sui libri”.
Altri due esami importanti del IV anno sono le due annualità di Anatomia patologica. “Sono esami lunghi ma meno tosti di Farmacologia. Molti degli argomenti li abbiamo già trattati in Anatomia e Fisiologia. Con Farmacologia, invece, è tutto nuovo e tutto da mandare a memoria”, sostiene Federica.
Tra gli ostacoli che impediscono di rimanere al passo con gli esami, gli studenti menzionano l’eccessiva lunghezza dei programmi, spesso dovuta all’accorpamento di più moduli di un corso integrato. “Per noi sarebbe più comodo essere interrogati su un solo modulo alla volta – spiega Lucia – Da noi le prove intercorso sono rarissime e di solito non sono valide ai fini dell’esame. Sono autovalutative e, al massimo, danno uno o due punti in più”.
Gli studenti raccontano che a Medicina è praticamente impossibile diventare fuori corso ed usufruire delle agevolazioni degli appelli straordinari di marzo e novembre. “In altre Facoltà si è considerati fuori corso dopo sei anni di iscrizione, a prescindere dal numero di esami superati – sostiene Sebastiano – Se fosse così anche da noi, potrei dare Farmacologia a marzo. Qui, invece, se non passi ad una sessione, devi aspettare sei mesi per rifare l’esame”. “Una volta che sei iscritto al VI anno è fatta – concorda Lucia – Gli esami sono di meno e i programmi meno vasti. La mole di studio diminuisce ma l’impegno forse è addirittura maggiore per via del tirocinio”.
Anche al IV anno, oltre a studiare, bisogna dedicare del tempo ai tirocini. I corsi del IV anno si svolgono all’edificio 1. Il martedì non ci sono lezioni e gli studenti si recano in gruppi nei reparti di “Cardio-Pneumo”, così i ragazzi chiamano il corso di Malattie dell’apparato cardiovascolare e respiratorio. “Cominci ad andare in giro nei reparti per capire cosa vuoi fare nella vita. Non solo per i tirocini obbligatori delle cliniche del IV anno, ma anche per le cliniche distribuite nel V e nel VI – spiega Nicola – E’ il momento di farsi un’idea delle materie che ti interessano”. “Il problema è che, una volta individuata la disciplina che preferisci, devi continuare a frequentare quel reparto fino alla laurea – afferma Luigi – Ti fai vedere, sperando che un giorno, oltre che per la tesi, vi tornerai per la Specializzazione”.
Manuela Pitterà
“Farmacologia è un esame importante, direi decisivo, con cui gli studenti entrano nel vivo della professione. E’ inevitabile che sia impegnativo. Richiede uno sforzo mnemonico – afferma il prof. Gerardo Nardone, coordinatore del VII ciclo – Per le cliniche gli studenti nutrono maggiore interesse: le vedono come materie più attinenti alla medicina”. Il docente racconta che c’è una percentuale di studenti che ripetono Farmacologia “due, tre, quattro volte. Spesso preferiscono rifarlo, anziché accontentarsi di un voto basso. Anatomia patologica è altrettanto impegnativo ma non richiede tanta memoria. Imparare i nuovi farmaci o le classificazioni è l’ABC per fare il medico”. Secondo il professore Gianfranco Di Renzo, titolare della cattedra di Farmacologia I, per andar bene all’esame è sufficiente studiare e frequentare con costanza: “La gran parte degli studenti che ha seguito con assiduità lo scorso semestre ha superato l’esame tra gennaio e febbraio. Chi salta le lezioni trova difficoltà mentre la strada è agevole per chi segue puntualmente”. Quando gli chiediamo perché i quesiti del compito di Farmacologia risultino così complessi per gli studenti, risponde: “E’ una materia rilevante articolata su due semestri. Pure ai miei tempi, 40 anni fa, era considerata difficile. Occorre una parte di memoria per conoscere i principali farmaci. Per il resto, bisogna capire e ripetere. Aiuta avere buone basi di Fisiologia e Patologia generale. Ma i ragazzi che arrivano da noi non presentano carenze particolari. Poi è ovvio che ci siano i bravi e i meno bravi”. Le parole del professore non bastano a tranquillizzare gli studenti. Valentina, iscritta in corso al IV anno, è spaventata: “Se penso alla mole di studio già mi viene l’ansia. Se poi sto a sentire quello che dicono gli studenti degli anni successivi è peggio ancora, finisce che non lo faccio più”. La studentessa non è ancora riuscita a superare Anatomia. Solo quando sarà promossa, potrà accedere alle cliniche del IV anno: “Prima di Farmacologia, mi voglio dedicare ad esami più tranquilli, più inerenti alla professione. Le applicazioni delle cliniche le vedi in reparto, hai un riscontro di quello che è scritto sui libri”.
Altri due esami importanti del IV anno sono le due annualità di Anatomia patologica. “Sono esami lunghi ma meno tosti di Farmacologia. Molti degli argomenti li abbiamo già trattati in Anatomia e Fisiologia. Con Farmacologia, invece, è tutto nuovo e tutto da mandare a memoria”, sostiene Federica.
Tra gli ostacoli che impediscono di rimanere al passo con gli esami, gli studenti menzionano l’eccessiva lunghezza dei programmi, spesso dovuta all’accorpamento di più moduli di un corso integrato. “Per noi sarebbe più comodo essere interrogati su un solo modulo alla volta – spiega Lucia – Da noi le prove intercorso sono rarissime e di solito non sono valide ai fini dell’esame. Sono autovalutative e, al massimo, danno uno o due punti in più”.
Gli studenti raccontano che a Medicina è praticamente impossibile diventare fuori corso ed usufruire delle agevolazioni degli appelli straordinari di marzo e novembre. “In altre Facoltà si è considerati fuori corso dopo sei anni di iscrizione, a prescindere dal numero di esami superati – sostiene Sebastiano – Se fosse così anche da noi, potrei dare Farmacologia a marzo. Qui, invece, se non passi ad una sessione, devi aspettare sei mesi per rifare l’esame”. “Una volta che sei iscritto al VI anno è fatta – concorda Lucia – Gli esami sono di meno e i programmi meno vasti. La mole di studio diminuisce ma l’impegno forse è addirittura maggiore per via del tirocinio”.
Anche al IV anno, oltre a studiare, bisogna dedicare del tempo ai tirocini. I corsi del IV anno si svolgono all’edificio 1. Il martedì non ci sono lezioni e gli studenti si recano in gruppi nei reparti di “Cardio-Pneumo”, così i ragazzi chiamano il corso di Malattie dell’apparato cardiovascolare e respiratorio. “Cominci ad andare in giro nei reparti per capire cosa vuoi fare nella vita. Non solo per i tirocini obbligatori delle cliniche del IV anno, ma anche per le cliniche distribuite nel V e nel VI – spiega Nicola – E’ il momento di farsi un’idea delle materie che ti interessano”. “Il problema è che, una volta individuata la disciplina che preferisci, devi continuare a frequentare quel reparto fino alla laurea – afferma Luigi – Ti fai vedere, sperando che un giorno, oltre che per la tesi, vi tornerai per la Specializzazione”.
Manuela Pitterà