Fatevi seguire dai tutor e non vi iscrivete per ripiego

“Tantissimi studenti, quando varcano la soglia dell’università, sono convinti che basti leggere un libro per capire e che il solo titolo triennale sia sufficiente per trovare lavoro, ma non è così”, dice Claudio Lapegna, rappresentante degli studenti, iscritto alla triennale di Chimica. Alle neomatricole consiglia di seguire le lezioni, non aver timore di porre domande, scegliere consapevolmente evitando di ripiegare su qualche Corso dopo essere stati bocciati al test di Medicina. “Con l’andar del tempo poi le cose vanno molto meglio. Comunque è bene tener presente che la Biologia è diversa dalla Medicina, capita così che dopo un anno ci si accorge che quello che si è fatto non è né simile, né utile. Inoltre, se ne avete fiducia, chiedete consigli ai vostri docenti delle superiori, perché vi conoscono”. 
“Fatevi seguire dal tutor. Ho provato sulla mia pelle che è fondamentale avere qualcuno che consigli sulle migliori strategie da adottare per andare avanti e sugli esami da sostenere. Aggiungerei anche di studiare volta per volta, ma nessuno di noi lo ha mai fatto. Però recuperare dopo è difficile”, suggerisce Fabio Di Bitonto, studente triennale di Scienze Geologiche. 
“Gli studi scientifici richiedono impegno a livello pratico, perciò non si devono trascurare i laboratori, un consiglio importante soprattutto per chi andrà a lavorare in azienda. E’ bene, inoltre, non far trascorrere troppo tempo fra un esame e l’altro, perché ci si demotiva”, aggiunge Salvatore Rendina, studente triennale di Informatica. 
I rappresentanti degli studenti da settembre e fino a metà ottobre,allestiranno  presso la sede di Monte Sant’Angelo, al secondo livello dell’edificio Centri Comuni, accanto all’Ufficio Orientamento, uno sportello informazioni aperto tutti i venerdì mattina.
Utili suggerimenti anche dagli studenti che rappresentanti non sono. “Questi studi dall’esterno vengono sottovalutati, invece sono impegnativi.  Gli esami di Chimica rappresentano delle difficoltà importanti”, afferma Mariangela Lupo, studentessa magistrale al Corso di Laurea in Biologia Generale e Applicata indirizzo Molecolare. “Tutti i corsi prevedono un laboratorio e anche le tesi di laurea -triennale e magistrale- prevedono un periodo in laboratorio (di tre mesi nel primo caso, un anno nel secondo). In questo modo hai sempre una visione pratica e mai solamente astratta”. Occorre, però, dedizione. “Io sono stata avvantaggiata perché i miei genitori sono biologi e sono cresciuta con la passione per la ricerca”. È importante seguire tutti i giorni: “soprattutto per discipline come Matematica e Chimica sia Inorganica che Organica”. Il primo anno è di formazione, il più ‘tosto’ è il secondo “perché ci sono le materie che formano il biologo, Biologia Molecolare, Genetica, Biochimica”. Studiare in gruppo aiuta: “perché c’è confronto e anche andare dai professori aiuta molto, non si negano mai. Da noi è importante calarsi nella materia, capire quello che fai e dove ti trovi. Per questo si deve vivere l’ambiente universitario, studiare all’università, scambiarsi appunti, conoscere le persone”. 
“La mia è stata una passione impulsiva verso la conoscenza. Al liceo non avevo le idee chiare su quello che avrei voluto fare, mi è nata una passione per un ambito ed è rimasta lì. All’università ho scoperto che mi piaceva ancora di più ed era ancora più affascinante”, dice Adriano Conte, studente magistrale di Fisica, indirizzo Geofisico, che sogna la ricerca. “Fisica è un nido, un ambiente aperto in cui docenti e studenti collaborano molto e dove c’è poca rivalità fra studenti”, racconta. Per affrontare l’università occorre “imparare a gestire  tempi e forze”. E poi seguire le lezioni. Tra corsi e laboratori: “la tentazione di lasciare c’è ma affrontare argomenti già ascoltati facilita lo studio”. Soprattutto è bene stare al passo con il laboratorio, “perché è annuale e, a differenza di altre materie che hanno i corsi posposti il semestre successivo, è unico. Perdere quello significa perdere un anno”. Un altro suggerimento: “chiedere spiegazioni ai professori. Non sono dall’altra parte della barricata, ma sono lì per aiutare ad acquisire una mentalità. Inoltre, le discipline si aggiornano continuamente ma le innovazioni non sono nei libri, escono fuori nel confronto e nel dialogo con i docenti e i ricercatori”. Le motivazioni per Adriano devono essere ‘auliche’: “passione, curiosità e tener presente che una laurea non è un titolo per concorsi ma garantisce l’acquisizione di una forma mentis”. Una parentesi anche sull’Ateneo: “la Federico II è ancora una delle più valide università in Italia ed una delle meglio valutate nel mondo. All’estero i nostri laureati sono molto apprezzati. Tanti al secondo anno se ne vanno, magari al Nord, e poi al quarto ritornano”.
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