Felici e abilitati

La gioia di poter finalmente rispondere presente alle prime opportunità di lavoro. L’ebrezza di un brindisi per festeggiare la nuova bandierina piantata lungo il percorso. L’incertezza e il timore di non farcela quando la mente va alla Specializzazione. È un insieme di emozioni quello che accompagna i tanti laureati che, il 12 febbraio, divisi tra l’Aula Magna Gaetano Salvatore e l’Aula Grande Nord del Policlinico collinare, hanno affrontato l’Esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo (seconda sessione del 2018). Centottanta le domande a risposta multipla (cinque opzioni per ogni quesito) suddivise equamente in una prima parte preclinica e una seconda clinica. Due ore e mezza il tempo a disposizione per ognuna. Circa diecimila i quiz del database dal quale sono state estratte le domande della prova: “Erano molto specifiche. È stata una sensazione piacevole constatare di avere una buona preparazione di base. È un incoraggiamento in vista della Specializzazione”, ha affermato Giuseppe Corazzelli. “Stiamo andando a festeggiare”, il commento a caldo di Fabio Abbate, che guarda già al futuro: “quasi tutti siamo proiettati al concorso per la Specializzazione. Io mi sono laureato con una tesi in cardiologia e mi piacerebbe restare nell’ambito. Vedremo”. Sull’Esame di Stato: “ho trovato la parte clinica più abbordabile, principalmente perché la preclinica l’abbiamo studiata ai primi anni, quindi tanto tempo fa”. Indossare il camice è il primo pensiero di Lorenzo Anastasio: “con l’abilitazione potremo iniziare le prime esperienze professionali. Finora ci sono stati solo libri. Adesso c’è un maggiore equilibrio tra lo studio, necessario per poter aspirare a una Specializzazione che piace e che non sia un ripiego, e la pratica del lavoro”. Non ha ancora scelto la strada del futuro: “dalla Specializzazione dipende tutto il resto della nostra vita. Perciò è una scelta molto delicata che va ponderata informandosi e confrontandosi con i colleghi più grandi”. Del Policlinico gli mancherà “la vita da studente, anche se dopo sei anni non si vede l’ora di lavorare”. Medicina Legale è il sogno di Luca Scognamiglio: “ci ho lavorato già per la tesi. Mi piacerebbe restare nell’ambito. Il timore è l’imbuto formativo che si crea per la Specialistica. Ogni anno ci sono migliaia di persone che partecipano al concorso”. Nel frattempo, si gode il sospiro di sollievo: “ho impiegato nove anni a laurearmi, quindi la conclusione del percorso mi sembra ancora più rilassante”. Alla voce nostalgia segna: “tutto il mondo universitario".
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