Filosofia del diritto, assolutamente sbagliato rinviare l’esame agli anni successivi

È in carico didattico esterno per quest’anno accademico il prof. Francesco Riccobono, docente della III cattedra (D/F) di Filosofia del diritto. “Sono già stato a Giurisprudenza dal 2000 al 2007 – racconta il docente che attualmente afferisce al Dipartimento di Scienze Sociali – Ritorno fra queste aule con grande entusiasmo, lo spirito dei giuristi non mi ha mai abbandonato”. Il rientro in aula sta registrando, nelle ultime settimane, una buona frequenza: “Prendo le firme fra i corsisti che avranno delle condizioni agevolate sul programma d’esame. Mi piace avere il corso pieno di studenti interessati ed attenti. Dal punto di vista della preparazione, un ragazzo non può essere considerato un buon giurista se non ha idea della funzione sociale del diritto”. Proprio durante il corso, si svilupperanno queste tematiche fondamentali: “I rapporti fra diritto e morale, fra diritto e politica. Gli Istituti devono essere considerati nel contesto sociale in cui operano e non come organi a sé stanti. Dal punto di vista pratico, tutto ciò si traduce nel saper parlare di determinati autori, di giusnaturalismo o di giuspositivismo, per affrontare al meglio la prova d’esame”. In tema di prova, molti studenti preferiscono rimandare l’esame agli anni successivi al primo. Una scelta “assolutamente sbagliata. Le matricole devono sostenere l’esame al primo anno per avere un ragguaglio culturale che possiamo dare solo noi. Studiare Filosofia equivale a definire la figura professionale che si vorrà interpretare in futuro”. Occorre quindi formarsi già durante le lezioni: “Il programma di studio non è difficile. La difficoltà semmai sta nello studiare una prospettiva critica diversa, che causa disorientamento. Fase che si supera solo con l’aiuto del docente. Anche se si hanno alle spalle studi classici, incontrare la Filosofia del diritto all’università può risultare complesso. Meglio affidarsi ai docenti che cadere in sede di prova”. I criteri di valutazione del prof. Riccobono: “Se in sede di prova uno studente non ha ben presente un determinato concetto di base della materia – ad esempio, i concetti di diritto positivo, il principio di diritto o la norma giuridica – l’esame non potrà essere considerato sufficiente. Un po’ come se a Medicina uno studente all’esame di Anatomia spiegasse il fegato mentre si richiede il funzionamento del rene”. Una volta appurata la conoscenza di un concetto o di un autore in particolare, “andrò ad indagare il ragionamento alla base dello studio”. L’esame si supera con buoni risultati “solo se dall’esposizione si capisce che i concetti fondamentali sono chiari. Non esistono argomenti intercambiabili, né programmi studiati da dispense. I ragazzi dovranno dimostrare di aver studiato con  costanza ciò che è loro richiesto”. 
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