Circa duemila iscritti (235 le matricole nel 1999-2000), quattro anni di durata, ventuno esami per un Corso di Laurea che “insegna a pensare”. Filosofia: “se studi con i professori giusti, ti apre la mente, ti costringe a maturare; certo non va vissuta come un’esperienza esistenziale ma personale si”. Le parole di Nazario Malandrino, attivo rappresentante degli studenti, la dicono tutta sul fascino che questo tipo di studi esercita. Chi s’iscrive a Filosofia lo fa, senza ombra di dubbio, per passione. Non che il problema del futuro sia poco avvertito. “Non bisogna solo guardare al tradizionale sbocco dell’insegnamento ma a settori alternativi. Per questo ci siamo impegnati come rappresentanze studentesche nell’allestimento del laboratorio multimediale. Riteniamo che un percorso curriculare parallelo all’insegnamento possa rappresentare un valore aggiunto”. L’editoria cartacea e non, le risorse umane, e poi la richiesta crescente di laureati in discipline umanistiche delle aziende (settecento ‘filosofi’ sono quadri in Fiat): segnali che allontanano lo spettro della disoccupazione? Le affermazioni del Presidente del Corso di Laurea, prof. Giovanni Casertano, invitano alla prudenza “sono sbocchi che assorbono pochi laureati, all’incirca il trenta per cento, per dirla proprio tutta. E’ chiaro che ci sono tante possibilità ma riguardano solo i più bravi. Alcuni laureati hanno trovato sbocco anche nel campo informatico”.
L’handicap del Corso per Nazario “non c’è una scuola di pensiero dominante –se non lo storicismo crociano- per cui esci con una preparazione metodologica forte. Sai leggere un testo classico di filosofia rigo per rigo. E questo insegna a pensare”. Da dove cominciare? “Sicuramente dal seguire il corso di Filosofia Morale per l’ampio ventaglio di seminari proposti e perché si è molto seguiti”.
E veniamo alla struttura del corso (è in vigore dal 1998/99 un nuovo ordinamento) che prevede al primo biennio sei insegnamenti filosofici da scegliere in diversi settori disciplinari (“purchè siano inseriti Storia della Filosofia, Filosofia Teoretica, Filosofia Morale”, avverte il prof. Casertano), un insegnamento a scelta nell’area pedagogica-psicologica, due insegnamenti storici, un insegnamento letterario, uno di lingua straniera che verte sull’analisi di una testo filosofico. Il secondo biennio si caratterizza attraverso altri dieci insegnamenti con i quali si orienta il piano di studi. E’ prevista una prova scritta obbligatoria -non rientra nel computo dei 21 esami- su un testo classico di filosofia, in italiano o tradotto in italiano, scelto tra tre proposti .
L’handicap del Corso per Nazario “non c’è una scuola di pensiero dominante –se non lo storicismo crociano- per cui esci con una preparazione metodologica forte. Sai leggere un testo classico di filosofia rigo per rigo. E questo insegna a pensare”. Da dove cominciare? “Sicuramente dal seguire il corso di Filosofia Morale per l’ampio ventaglio di seminari proposti e perché si è molto seguiti”.
E veniamo alla struttura del corso (è in vigore dal 1998/99 un nuovo ordinamento) che prevede al primo biennio sei insegnamenti filosofici da scegliere in diversi settori disciplinari (“purchè siano inseriti Storia della Filosofia, Filosofia Teoretica, Filosofia Morale”, avverte il prof. Casertano), un insegnamento a scelta nell’area pedagogica-psicologica, due insegnamenti storici, un insegnamento letterario, uno di lingua straniera che verte sull’analisi di una testo filosofico. Il secondo biennio si caratterizza attraverso altri dieci insegnamenti con i quali si orienta il piano di studi. E’ prevista una prova scritta obbligatoria -non rientra nel computo dei 21 esami- su un testo classico di filosofia, in italiano o tradotto in italiano, scelto tra tre proposti .