Curiosità, un po’ di ansia – inevitabile quando si intraprende una nuova avventura – e tanti buoni propositi. Le matricole di Scienze dell’architettura si presentano così al nastro di partenza del nuovo anno accademico. Il 13 ottobre, al primo piano della sede di via Forno Vecchio, l’edificio che li ospiterà nel cammino universitario e dove frequenteranno corsi e laboratori, hanno partecipato alla giornata di accoglienza organizzata dal Corso di Studi per presentare le discipline del primo anno e per dare loro il benvenuto. Iniziativa ormai consolidata, che tradizionalmente rappresenta il segnale di avvio del primo anno. “Sono molto curioso – dice il diciannovenne Vincenzo Trapani, che abita a Sant’Agnello, in costiera sorrentina – e spero di partire con il piede giusto. Come primo esame vorrei dare Disegno”. Ha superato il test senza troppi problemi: “Credevo sinceramente che sarebbe stato più difficile. Ho incontrato qualche problema solo con le domande di matematica. Mi è parso che alcune fossero complicate, nonostante io abbia frequentato il liceo scientifico”. L’obiettivo con il quale inizia l’esperienza universitaria? “Finire presto”. Confida di ripercorrere le orme paterne la diciannovenne Sara De Lucia, che vive a Cicciano.“Papà – racconta – è architetto ed ha uno studio. Quando ho deciso di iscrivermi ad Architettura, ho compiuto una scelta di testa e di pancia, di ragione e di cuore. Mi piacciono insegnamenti come Storia dell’arte e Disegno, non c’è dubbio, ma Architettura è anche un percorso che, rispetto ad altre possibilità, dovrebbe facilitarmi nel post lauream”. La giornata del benvenuto alle matricole è, per Sara, il primo contatto con la sede universitaria di via Forno Vecchio. “Sono un po’ spaesata”, confessa. Ha, invece, già effettuato un giro di ricognizione a Palazzo Gravina, l’edificio storico di Architettura. “Bellissimo palazzo”, commenta. Il primo esame? “Presto per dirlo. L’unica cosa che so è che vorrei provare a stare in regola, a mantenere il ritmo senza accumulare ritardo sugli esami”. Il più difficile? “Anche questo non posso dirlo ora. Certamente ho qualche timore rispetto ad Analisi matematica. Mi riprometto di seguire passo passo e di studiare con assoluta costanza”. Sara ritiene che la giornata di accoglienza alle matricole sia una
iniziativa molto utile: “Mi piace l’idea. È un modo morbido di iniziare. Anni fa, mi ha raccontato mio padre, questo non esisteva. Stamattina un po’ mi prendeva in giro, mi diceva che ormai all’università ci trattano come se fossimo ancora a scuola”. Sofia Barbato, 21 anni, ha scelto Scienze dell’architettura perché si ripromette, dopo il conseguimento della Laurea Triennale, di frequentare un Corso di Laurea biennale in Design. “Mi piacerebbe andare a Milano – dice – perché sono convinta che qui a Napoli non ci sia futuro”. Intanto, si approccia alla sua nuova vita da universitaria “con tante aspettative”. Vive a Scafati Vincenza Di Napoli, che ha 20 anni. Il suo primo impatto con la segreteria di Architettura, racconta, non è stato tale da generare entusiasmo. “Consultando il sito – dice – ho letto che c’era la necessità di consegnare alcuni documenti per immatricolarsi. Li ho portati in segreteria e mi hanno liquidato dicendo che non erano necessari. Liquidata è la parola giusta perché non ho avuto alcuna risposta quando ho chiesto una parola in più di chiarimento. Eppure, a volte, un pizzico di gentilezza migliora la vita”. Al netto di ciò, parte con fiducia ed idee chiare: “Dopo la Triennale ho intenzione di frequentare il Corso di Laurea biennale in inglese in Design. Mi piacerebbe, dopo l’università, lavorare nel settore del design”. Come gran parte dei suoi colleghi, è convinta che l’esame più impegnativo del primo anno sarà Analisi. “Io – confessa – sono un po’ debole in matematica. Mi devo mettere, come si dice, con la testa e con il pensiero per affrontare bene questa materia”. Problemi con la segreteria anche per la diciannovenne Francesca Annunziata,
di San Giuseppe Vesuviano. “Nei giorni scorsi – racconta – ho provato spesso a telefonare. Ebbene, il telefono nella maggior parte dei casi squillava a vuoto, nonostante, ovviamente, avessi provato in orario di ufficio. Spesso, poi, mi mettevano in attesa. La musica era bella, Mozart, ma il tempo passava
e non ottenevo i chiarimenti deiquali avevo bisogno. Quando poi, finalmente ho avuto il piacere di ascoltare una voce umana, all’altro capo del filo, mi ha risposto di non avere tempo per stare dietro alle telefonate”. Aggiunge: “Meno male che il sito internet è fatto bene. Lì ci sono abbastanza informazioni”.
L’obiettivo di Francesca? “Dopo la Triennale ho intenzione di continuare a studiare con la laurea biennale in Progettazione architettonica”. Per lei non è il primo impatto in assoluto con la sede di via Forno Vecchio. “Avevo già avuto occasione di venire qui – dice – un anno e mezzo fa, quando partecipai alle giornate di orientamento con la mia scuola. Certo, ora fa un altro effetto. Sono ancora un po’ confusa e devo capire bene i meccanismi. Credo che sia normale”.
Fabrizio Geremicca
iniziativa molto utile: “Mi piace l’idea. È un modo morbido di iniziare. Anni fa, mi ha raccontato mio padre, questo non esisteva. Stamattina un po’ mi prendeva in giro, mi diceva che ormai all’università ci trattano come se fossimo ancora a scuola”. Sofia Barbato, 21 anni, ha scelto Scienze dell’architettura perché si ripromette, dopo il conseguimento della Laurea Triennale, di frequentare un Corso di Laurea biennale in Design. “Mi piacerebbe andare a Milano – dice – perché sono convinta che qui a Napoli non ci sia futuro”. Intanto, si approccia alla sua nuova vita da universitaria “con tante aspettative”. Vive a Scafati Vincenza Di Napoli, che ha 20 anni. Il suo primo impatto con la segreteria di Architettura, racconta, non è stato tale da generare entusiasmo. “Consultando il sito – dice – ho letto che c’era la necessità di consegnare alcuni documenti per immatricolarsi. Li ho portati in segreteria e mi hanno liquidato dicendo che non erano necessari. Liquidata è la parola giusta perché non ho avuto alcuna risposta quando ho chiesto una parola in più di chiarimento. Eppure, a volte, un pizzico di gentilezza migliora la vita”. Al netto di ciò, parte con fiducia ed idee chiare: “Dopo la Triennale ho intenzione di frequentare il Corso di Laurea biennale in inglese in Design. Mi piacerebbe, dopo l’università, lavorare nel settore del design”. Come gran parte dei suoi colleghi, è convinta che l’esame più impegnativo del primo anno sarà Analisi. “Io – confessa – sono un po’ debole in matematica. Mi devo mettere, come si dice, con la testa e con il pensiero per affrontare bene questa materia”. Problemi con la segreteria anche per la diciannovenne Francesca Annunziata,
di San Giuseppe Vesuviano. “Nei giorni scorsi – racconta – ho provato spesso a telefonare. Ebbene, il telefono nella maggior parte dei casi squillava a vuoto, nonostante, ovviamente, avessi provato in orario di ufficio. Spesso, poi, mi mettevano in attesa. La musica era bella, Mozart, ma il tempo passava
e non ottenevo i chiarimenti deiquali avevo bisogno. Quando poi, finalmente ho avuto il piacere di ascoltare una voce umana, all’altro capo del filo, mi ha risposto di non avere tempo per stare dietro alle telefonate”. Aggiunge: “Meno male che il sito internet è fatto bene. Lì ci sono abbastanza informazioni”.
L’obiettivo di Francesca? “Dopo la Triennale ho intenzione di continuare a studiare con la laurea biennale in Progettazione architettonica”. Per lei non è il primo impatto in assoluto con la sede di via Forno Vecchio. “Avevo già avuto occasione di venire qui – dice – un anno e mezzo fa, quando partecipai alle giornate di orientamento con la mia scuola. Certo, ora fa un altro effetto. Sono ancora un po’ confusa e devo capire bene i meccanismi. Credo che sia normale”.
Fabrizio Geremicca