Fondi, bistrattate le Università del Sud

Consiglio di fine anno per la Facoltà di Ingegneria con la partecipazione del Rettore Guido Trombetti. Invitato dal Preside  prof. Edoardo Cosenza, il Rettore ha presentato la relazione finale sul modello di ripartizione del fondo di finanziamento ordinario delle università (FFO). “Credo sia opportuno esaminare bene i riflessi e le conseguenze di questo modello – ha detto- In questi giorni, sto girando molto nelle facoltà del nostro Ateneo, proprio nel tentativo di dimostrare, senza equivoci, i pro ed i possibili contro di questo modello”. Sin dalle prime battute, il Rettore sembra non condividere molto alcune decisioni ed alcuni vincoli messi in atto dal modello. La ripartizione dei fondi viene suddivisa, in percentuali, secondo quattro elementi: un 30% relativo agli studenti iscritti nei diversi Atenei; un 30% in base ai risultati dei processi formativi, in termini di crediti universitari (CFU) acquisiti dagli studenti; un altro 30% per la ricerca scientifica; ed un ultimo 10% per altri incentivi. “Ad essere sinceri, devo dire che, nonostante tutto, meglio un modello, che nessun modello – ha proseguito Trombetti- ma i dati e le scelte per il 2005, oltre a favorire, giustamente, le università a numero chiuso, hanno anche fortemente danneggiato il nostro Ateneo, soprattutto perché i conteggi sono stati stilati considerando tutti gli studenti iscritti dal secondo anno in poi. Una scelta ampiamente discutibile, di cui hanno beneficiato quasi tutte le università del Nord. Da noi, infatti, ci sono molti più abbandoni. Di conseguenza, in termini di fondi erogati, il Nord guadagna più di noi. Perché non considerare gli studenti iscritti sin dal primo anno? Un interrogativo su cui mi sto battendo molto e su cui spero di ottenere risposte e risultati”. Il divario tra Nord e Sud, è sembrato essere l’asse portante delle argomentazioni del Rettore. “Questo modello ragiona su un concetto molto semplice: più lavori, più produci, più guadagni. Il nostro sistema, credo, e non vorrei sbagliarmi, non sia svogliato o scansafatiche, eppure, qualche anomalia è evidente, ed in proporzione, noi guadagniamo meno degli altri, pur avendo gli stessi titoli”. A dar ragione alle tesi del prof. Trombetti, le tante slide messe a disposizione di tutti i docenti presenti. Schede che documentano dati spesso inaccettabili, o quanto meno ambigui. Su tutti, quelli relativi ai cosiddetti fondi esterni. L’Università di Trento con un FFO di 52 milioni di euro, vanta fondi esterni per un totale di 40 milioni di euro. Fin qui, nulla di strano, ma se questo dato lo si rapporta a quello della Federico II, con un FFO di 373 milioni di euro, ed uno stanziamento di fondi di 49 milioni di euro, le cose francamente non è che quadrino tanto. “La situazione è questa”, ha concluso il Rettore, che, alla fine, si è anche soffermato sui tanti sprechi di cui  l’Ateneo federiciano è stato protagonista, consapevole o inconsapevole, in questi anni (“spesso, mi capita di trovare documenti di fondazioni, associazioni e progetti, di cui nessuno è a conoscenza, ma che, comunque, costano caro alla nostra università”) invitando tutti ad una maggiore collaborazione e partecipazione.  
Subito dopo, ha avuto inizio il Consiglio. Una riunione breve. Si è parlato delle elezioni (i cui risultati saranno disponibili alla fine di gennaio) per la nomina dei membri delle Commissioni Infrastrutture,  Cultura, Didattica di vigilanza e Rapporti con le istituzioni ed il mondo della produzione e dei servizi. Congratulazioni, sono state riservate  al prof. Diego Iannuzzi, fresco di nomina, in qualità di professore di seconda fascia, nel settore macchine e azionamenti elettrici. Prima di chiudere la sessione, il Preside, dietro parere favorevole del Consiglio, ha dato vita, anche, alla formazione di due nuovi moduli didattici: Architettura Tecnica 2, per il Corso di Laurea in Ingegneria Civile, ed Inglese Tecnico, per il Corso in Ingegneria Aerospaziale. 
(G.T.)
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