Con all’incirca centotrenta matricole (le stime sono ancora ufficiose), il Corso di Laurea in Ingegneria Chimica conferma il trend positivo degli ultimi anni. “Deteniamo il primato italiano come numero di allievi dei corsi in Ingegneria Chimica – fa sapere il suo presidente, Piero Salatino – superiore anche a quello del Politecnico di Milano, con cui da sempre c’è un po’ di competizione: Milano e Napoli, infatti, rappresentano le due scuole storiche in questi studi”.
Conclusosi il primo ciclo triennale e in dirittura d’arrivo il biennio specialistico, ad Ingegneria Chimica si procede alla raccolta dati per stilare un bilancio del 3+2. “Stiamo esaminando una serie di questionari somministrati agli studenti della laurea triennale. Inoltre, ci stiamo affidando alle statistiche ufficiali di Facoltà relative agli esami dei primi anni, senza perdere di vista i risultati raccolti dal Nucleo di valutazione didattica d’Ateneo. L’obiettivo – spiega il prof. Salatino – è individuare eventuali criticità per poi dare un nuovo assetto al percorso formativo”.
Un elemento, comunque, emerge con chiarezza: “La coperta è corta – commenta il docente -. Visti i ritmi imposti dalla riforma, non è semplice offrire una solida preparazione di base accompagnata da elementi di professionalità”. Gli studenti arrivano all’università senza un adeguato bagaglio culturale: questo il punto, secondo Salatino. “Gli allievi – chiosa – hanno basi fisico-matematiche che non ci consentono di partire con lo stesso passo di una volta; mostrano, cioè, una preparazione minore in algebra, trigonometria e metodologia fisica. Deficienza cui riusciamo a sopperire solo in parte con il corso di Analisi 1, quest’anno passato volutamente da 6 a 9 crediti”. Un tentativo limitato, insomma, che a detta del docente andrebbe sostenuto “attraverso un maggior raccordo tra scuola e università”.
Oltre a presiedere il Corso napoletano, Piero Salatino è anche coordinatore di tutti i presidenti dei Corsi di Laurea italiani in Ingegneria Chimica. “Anche le altre sedi d’Italia stanno svolgendo lo stesso nostro lavoro di ricognizione dei corsi. Le diagnosi – annuncia il docente – verranno confrontate il prossimo anno in un convegno nazionale, durante cui sarà dato ampio spazio a testimonianze accademiche e aziendali”.
Conclusosi il primo ciclo triennale e in dirittura d’arrivo il biennio specialistico, ad Ingegneria Chimica si procede alla raccolta dati per stilare un bilancio del 3+2. “Stiamo esaminando una serie di questionari somministrati agli studenti della laurea triennale. Inoltre, ci stiamo affidando alle statistiche ufficiali di Facoltà relative agli esami dei primi anni, senza perdere di vista i risultati raccolti dal Nucleo di valutazione didattica d’Ateneo. L’obiettivo – spiega il prof. Salatino – è individuare eventuali criticità per poi dare un nuovo assetto al percorso formativo”.
Un elemento, comunque, emerge con chiarezza: “La coperta è corta – commenta il docente -. Visti i ritmi imposti dalla riforma, non è semplice offrire una solida preparazione di base accompagnata da elementi di professionalità”. Gli studenti arrivano all’università senza un adeguato bagaglio culturale: questo il punto, secondo Salatino. “Gli allievi – chiosa – hanno basi fisico-matematiche che non ci consentono di partire con lo stesso passo di una volta; mostrano, cioè, una preparazione minore in algebra, trigonometria e metodologia fisica. Deficienza cui riusciamo a sopperire solo in parte con il corso di Analisi 1, quest’anno passato volutamente da 6 a 9 crediti”. Un tentativo limitato, insomma, che a detta del docente andrebbe sostenuto “attraverso un maggior raccordo tra scuola e università”.
Oltre a presiedere il Corso napoletano, Piero Salatino è anche coordinatore di tutti i presidenti dei Corsi di Laurea italiani in Ingegneria Chimica. “Anche le altre sedi d’Italia stanno svolgendo lo stesso nostro lavoro di ricognizione dei corsi. Le diagnosi – annuncia il docente – verranno confrontate il prossimo anno in un convegno nazionale, durante cui sarà dato ampio spazio a testimonianze accademiche e aziendali”.