Fra soddisfazioni e delusioni, l’umore degli studenti

Esami, esami ed ancora esami: questa è l’unica parola che rimbomba nella testa degli studenti di Giurisprudenza. La sessione straordinaria è quella del riscatto, quella del ‘recupero ora o mai più’. Notizie positive arrivano dagli esami di Diritto del lavoro, cattedra del prof. Antonello Zoppoli. Pochi i bocciati a gennaio, gli studenti sono soddisfatti. “Il prof. Zoppoli è molto esigente – dichiara Nunzia Russo, studentessa al II anno – tuttavia sa premiare chi studia e merita davvero. Il mio voto, 25, rispecchia in pieno la mia preparazione”. Pensiero condiviso da Carmela Nasti: “Avevo sentito parlare della cattedra in modo severo. Invece ho dovuto ricredermi. Di certo non viene regalato nulla. Impossibile presentarsi all’esame solo per provare, il docente non ammette preparazioni frammentarie. Però si viene premiati il giusto se la discussione è conforme a quanto richiesto. Finalmente un po’ di meritocrazia, in un Dipartimento in cui ve ne è veramente poca”. Alcuni studenti hanno assistito agli esami solo per farsi un’idea. Il gruppo è composto da quanti partecipano ai seminari di approfondimento integrativi tenuti dalla cattedra. “Gli incontri sono iniziati subito dopo le vacanze di Natale e si sono rivelati molto utili – spiega Marco Palombelli – Siamo una cinquantina a seguirli, alcuni non hanno avuto modo di frequentare il corso, altri, invece, approfittano dell’iniziativa per una ripetizione guidata degli argomenti. In entrambi i casi, la partecipazione si è rivelata proficua”. Ripetere le parti più critiche del programma “è un lusso a cui non si può rinunciare – afferma Martina, studentessa al III anno – Ho seguito i due appuntamenti prima della prova e si sono rivelati utili. Ho ripetuto alcuni argomenti e ho potuto porre domande per risolvere dubbi che mi portavo dietro. Il risultato è stato ottimo, 27. In Dipartimento iniziative come questa non ce ne sono molte, consiglio di seguire gli incontri di febbraio”. Meno entusiasmo agli esami di Istituzioni di diritto romano, prof. Settimio di Salvo, primo banco di prova per le matricole. “Durante le lezioni, gli argomenti sembravano più facili – dice Sabrina Trionfante – Invece, questo
è un ‘esamone’: lungo e pieno di Istituti da memorizzare. Sono andata ad assistere all’esame, non me la sono sentita di darlo a gennaio”. “Da matricola avrei dovuto iniziare con Storia, esame più facile e più adatto per rompere il ghiaccio con la carriera universitaria – racconta delusa Daniela Secci – Invece, ho voluto provare a dare un esame più complesso. Mi pento di questa decisione, non sono stata bocciata ma ho rifiutato il voto”. Risultato non proprio soddisfacente anche per Mauro Tallarita: “Sono riuscito ad ottenere 24, ma aspiravo a molto di più. L’inesperienza mi ha giocato un brutto tiro, la cattedra è esigente e pretende i particolari. Però non ho pensato di rifiutare il voto neanche per un attimo. A marzo c’è Costituzionale, per non parlare di Privato”. Alti e bassi alla seduta di Diritto processuale amministrativo, prof. Giovanni Leone. “La materia è molto carina, l’esame tosto – commenta Giacomo Esposito – Per superare la prova occorre studiare davvero moltissimo. Il professore è esigente e si aspetta una buona preparazione”. Parla di ‘esperienza positiva’ Betti Castiglia: “dietro al mio 25 c’è una lunga preparazione, lezioni e seminari seguiti. La materia tocca argomenti specifici, se si tralascia qualcosa, anche quella che sembra insignificante, in sede d’esame si viene stroncati. Ho visto gente andare via per una, due domande senza risposta”. Non è stata sufficiente la preparazione per Antonio: “Sono stato bocciato perché l’approccio alla materia è stato lacunoso. Mi dispiace molto, devo ritornare a marzo. Essere bocciati è un problema grosso, si scompigliano i piani e chi è indietro come me, va sempre più giù. Così si diventa facilmente fuoricorso. Con la riduzione degli appelli il prossimo anno, chissà che fine faremo”.
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