Il Dipartimento di Agraria anche quest’anno ha premiato i suoi studenti migliori dei Corsi di Laurea Triennali, con una cerimonia svoltasi il 7 ottobre con tanto di torta e saluti del Direttore Matteo Lorito. I ragazzi del primo e secondo anno di Scienze Agrarie e Forestali e di Tecnologie Alimentari hanno ricevuto come premio gadget elettronici utili per i loro studi, tra cui un pc Acer, mentre il miglior studente in assoluto è stato ricompensato dei suoi sforzi con una borsa di studio di 1.000 euro. Thomas Brian Rizzo, già vincitore delle edizioni precedenti, è il laureando super eccellente che il 21 novembre conseguirà il titolo Triennale in Scienze Agrarie cui è andata la borsa in denaro. “La cerimonia è stata bellissima e sono stato molto contento di ricevere questo premio. Mi sono sempre molto impegnato – racconta il giovane ventiseienne – e questo è stato un graditissimo riconoscimento. Inoltre, proprio in queste settimane mi sono diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, dove ho studiato violoncello. Non sempre è stato facile conciliare i due impegni. Mi è sempre piaciuto coltivare diversi interessi e mi piace fare tutto al meglio. Dopo il diploma ho preso qualche anno di tempo per dedicarmi ai miei studi musicali e quando, a 23 anni, ho scelto questo Corso, l’ho fatto perché sembrava affine alle mie passioni. Io, infatti, sono sempre stato molto attento all’ambiente. In realtà non sapevo bene cosa aspettarmi, ma devo dire che, nonostante
la pausa dagli studi, sono riuscito subito a carburare anche grazie all’aiuto dei docenti”. Brian spiega che è stata la formazione del liceo classico ad aiutarlo: “Ero abituato ad un tipo di approccio critico allo studio che mi ha permesso di affrontare anche le materie scientifiche. Inoltre ho sempre cercato di interagire con i docenti, ponendo domande e cercando di capire senza accettare passivamente le nozioni: quando capisci il perché delle cose, riesci anche a ricordare meglio”. Tra i segreti di una buona riuscita negli studi, naturalmente la frequenza: “Si può dire che ho seguito l’80% dei corsi. A volte mi è capitato di assentarmi per la concomitanza di concerti o lezioni al Conservatorio e così ho chiesto ai colleghi di registrare le lezioni. Ho sempre avuto l’abitudine di registrare: sicuramente è un metodo che fa impiegare più tempo, ma alla lunga si rivela utile”. Oltre ad ascoltare la voce del docente, anche il confronto con i compagni di corso è uno strumento importante: “Di solito studio da solo nelle prime fasi, seguendo i miei ritmi ed il mio metodo, per poi ripetere con un paio di colleghi integrando appunti e note varie. Così sono riuscito ad affrontare lo studio senza grosse difficoltà. Un po’ di problemi li ho avuti con l’esame di Estimo, perché non ho potuto seguire. In quel caso mi sono state molto utili le registrazioni. Gli studi di Agraria hanno una base molto scientifica con dei risvolti applicativi che li rendono interessanti”. In attesa della seduta di laurea, Rizzo segue già i corsi della Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie e spera di poter trascorrere un semestre all’estero: "Sicuramente vorrei andare in Erasmus per lavorare alla tesi Magistrale. Mi sono piaciuti molto gli esami di Patologia e Entomologia, per cui vorrei specializzarmi in uno di questi campi. Inoltre, sono bilingue,
perché mia madre è inglese, quindi andare a studiare all’estero sarà più facile. Credo che la cosa più bella sia lavorare e studiare seguendo le proprie passioni – conclude – Io ho già avuto le mie gratificazioni universitarie, ma non ho mai trascurato gli amici e il violoncello. Quando c’è la passione si superano tutte le difficoltà”. Frequentare i corsi e studiare con amore è anche la ricetta degli altri premiati. Ad esempio, Alessandro Capasso, 20 anni, con la media del 29.3 al primo anno di Scienze Agrarie, il quale racconta: “Mi sono diplomato al classico anche se ho una propensione per gli studi scientifici individuata dalla mia docente di italiano. Questo Corso mi è sembrato il connubio perfetto tra materie scientifiche e umanistiche. Certo al primo anno mi hanno un po’ spaventato le materie di base. Però qui si parte da zero e con un approccio diverso rispetto al liceo. Ad avermi aiutato tanto è stato l’aver seguito i corsi con molta attenzione. A volte, può sembrare che le lezioni non servano a nulla, che
siano solo una ripetizione di quanto riportato sul libro. Invece, alla fine qualcosa sempre resta e torna utile”. Alessandro è di Sant’Arpino, fa la spola tra la sede del Dipartimento a Portici e casa. Però cerca di ritagliarsi sempre del tempo per dare uno sguardo al libro dopo le lezioni. Così “a fine corso ripeto in vista dell’esame e quindi mi bastano anche 15 giorni”. “Sicuramente seguire tutti i giorni e cercare di non lasciare tutto il carico di studio alla fine è fondamentale – spiega anche Maria Eleonora Della Pietra, al secondo anno di Tecnologie Alimentari – Dopo le lezioni, è bene rivedere i concetti principali e, se non si è capito qualcosa, il giorno dopo è preferibile chiedere chiarimenti ai docenti. Quest’anno ho raggiunto una ottima media, mentre un po’ di difficoltà le ho incontrate al primo anno, soprattutto per il passaggio dalle superiori all’università – provenendo dal classico, ho avuto qualche problema con le materie di base, ma che ho subito superato – e nel relazionarmi con i docenti. È un
mondo nuovo a cui bisogna adattarsi”. Conclude: “mi affascinano il mondo della preparazione degli alimenti e della chimica, per cui sono animata da una grande passione, fattore che mi ha aiutato molto”. Anche per Antonella Esposito, maturità scientifica, al primo anno di Tecnologie Alimentari, media del 28.5, è stato il fascino delle discipline previste dal piano di studi a convincerla a scegliere questo Corso: “Gli esami del primo anno li ho affrontati senza grosse difficoltà perché già avevo una buona preparazione di base. Sicuramente è stato fondamentale seguire i corsi. Per non rimanere indietro con gli studi bisogna mantenere lo stesso ritmo del liceo e studiare bene dagli appunti”. Socializzare va bene, ma quando si tratta di studiare… meglio da soli. “Ci si concentra meglio”, afferma Antonella. Le fa eco Maria Eleonora: “agli esami orali mi preparo sempre da sola, altrimenti finisco per distrarmi! Per gli scritti, invece, preferisco riunirmi con altre cinque o sei colleghe per svolgere gli esercizi in
gruppo”. Stessa tecnica la adotta Alessandro: “A volte ho studiato in gruppo per gli scritti perché ci si può confrontare sul risultato degli esercizi. Per l’orale sono un individualista! Per il resto, durante i corsi, mi piace fermarmi alla Reggia per socializzare un po’ facendo piena vita universitaria”. “In realtà siamo come una grande famiglia – aggiunge Maria Eleonora – Nel mio corso siamo circa 60 a seguire assiduamente e quindi si sono formati dei gruppi e ci intratteniamo spesso a chiacchierare e scherzare nel Parco”. “Quando seguo le lezioni dalle 8 alle 17, cerco di tornare a casa per vedermi un po’ con gli amici o fare sport. Nei giorni in cui non c’è lezione, invece, mi dedico solo allo studio”, dice Antonella.
la pausa dagli studi, sono riuscito subito a carburare anche grazie all’aiuto dei docenti”. Brian spiega che è stata la formazione del liceo classico ad aiutarlo: “Ero abituato ad un tipo di approccio critico allo studio che mi ha permesso di affrontare anche le materie scientifiche. Inoltre ho sempre cercato di interagire con i docenti, ponendo domande e cercando di capire senza accettare passivamente le nozioni: quando capisci il perché delle cose, riesci anche a ricordare meglio”. Tra i segreti di una buona riuscita negli studi, naturalmente la frequenza: “Si può dire che ho seguito l’80% dei corsi. A volte mi è capitato di assentarmi per la concomitanza di concerti o lezioni al Conservatorio e così ho chiesto ai colleghi di registrare le lezioni. Ho sempre avuto l’abitudine di registrare: sicuramente è un metodo che fa impiegare più tempo, ma alla lunga si rivela utile”. Oltre ad ascoltare la voce del docente, anche il confronto con i compagni di corso è uno strumento importante: “Di solito studio da solo nelle prime fasi, seguendo i miei ritmi ed il mio metodo, per poi ripetere con un paio di colleghi integrando appunti e note varie. Così sono riuscito ad affrontare lo studio senza grosse difficoltà. Un po’ di problemi li ho avuti con l’esame di Estimo, perché non ho potuto seguire. In quel caso mi sono state molto utili le registrazioni. Gli studi di Agraria hanno una base molto scientifica con dei risvolti applicativi che li rendono interessanti”. In attesa della seduta di laurea, Rizzo segue già i corsi della Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie e spera di poter trascorrere un semestre all’estero: "Sicuramente vorrei andare in Erasmus per lavorare alla tesi Magistrale. Mi sono piaciuti molto gli esami di Patologia e Entomologia, per cui vorrei specializzarmi in uno di questi campi. Inoltre, sono bilingue,
perché mia madre è inglese, quindi andare a studiare all’estero sarà più facile. Credo che la cosa più bella sia lavorare e studiare seguendo le proprie passioni – conclude – Io ho già avuto le mie gratificazioni universitarie, ma non ho mai trascurato gli amici e il violoncello. Quando c’è la passione si superano tutte le difficoltà”. Frequentare i corsi e studiare con amore è anche la ricetta degli altri premiati. Ad esempio, Alessandro Capasso, 20 anni, con la media del 29.3 al primo anno di Scienze Agrarie, il quale racconta: “Mi sono diplomato al classico anche se ho una propensione per gli studi scientifici individuata dalla mia docente di italiano. Questo Corso mi è sembrato il connubio perfetto tra materie scientifiche e umanistiche. Certo al primo anno mi hanno un po’ spaventato le materie di base. Però qui si parte da zero e con un approccio diverso rispetto al liceo. Ad avermi aiutato tanto è stato l’aver seguito i corsi con molta attenzione. A volte, può sembrare che le lezioni non servano a nulla, che
siano solo una ripetizione di quanto riportato sul libro. Invece, alla fine qualcosa sempre resta e torna utile”. Alessandro è di Sant’Arpino, fa la spola tra la sede del Dipartimento a Portici e casa. Però cerca di ritagliarsi sempre del tempo per dare uno sguardo al libro dopo le lezioni. Così “a fine corso ripeto in vista dell’esame e quindi mi bastano anche 15 giorni”. “Sicuramente seguire tutti i giorni e cercare di non lasciare tutto il carico di studio alla fine è fondamentale – spiega anche Maria Eleonora Della Pietra, al secondo anno di Tecnologie Alimentari – Dopo le lezioni, è bene rivedere i concetti principali e, se non si è capito qualcosa, il giorno dopo è preferibile chiedere chiarimenti ai docenti. Quest’anno ho raggiunto una ottima media, mentre un po’ di difficoltà le ho incontrate al primo anno, soprattutto per il passaggio dalle superiori all’università – provenendo dal classico, ho avuto qualche problema con le materie di base, ma che ho subito superato – e nel relazionarmi con i docenti. È un
mondo nuovo a cui bisogna adattarsi”. Conclude: “mi affascinano il mondo della preparazione degli alimenti e della chimica, per cui sono animata da una grande passione, fattore che mi ha aiutato molto”. Anche per Antonella Esposito, maturità scientifica, al primo anno di Tecnologie Alimentari, media del 28.5, è stato il fascino delle discipline previste dal piano di studi a convincerla a scegliere questo Corso: “Gli esami del primo anno li ho affrontati senza grosse difficoltà perché già avevo una buona preparazione di base. Sicuramente è stato fondamentale seguire i corsi. Per non rimanere indietro con gli studi bisogna mantenere lo stesso ritmo del liceo e studiare bene dagli appunti”. Socializzare va bene, ma quando si tratta di studiare… meglio da soli. “Ci si concentra meglio”, afferma Antonella. Le fa eco Maria Eleonora: “agli esami orali mi preparo sempre da sola, altrimenti finisco per distrarmi! Per gli scritti, invece, preferisco riunirmi con altre cinque o sei colleghe per svolgere gli esercizi in
gruppo”. Stessa tecnica la adotta Alessandro: “A volte ho studiato in gruppo per gli scritti perché ci si può confrontare sul risultato degli esercizi. Per l’orale sono un individualista! Per il resto, durante i corsi, mi piace fermarmi alla Reggia per socializzare un po’ facendo piena vita universitaria”. “In realtà siamo come una grande famiglia – aggiunge Maria Eleonora – Nel mio corso siamo circa 60 a seguire assiduamente e quindi si sono formati dei gruppi e ci intratteniamo spesso a chiacchierare e scherzare nel Parco”. “Quando seguo le lezioni dalle 8 alle 17, cerco di tornare a casa per vedermi un po’ con gli amici o fare sport. Nei giorni in cui non c’è lezione, invece, mi dedico solo allo studio”, dice Antonella.