Gennaro, studente lavoratore stagionale, dai mille interessi extrauniversitari ed una passione per la Chimica

“Da piccolo coltivavo il sogno di diventare archeologo, per questo scelsi il liceo classico, ma poi, al quarto anno, incontrai la Chimica Organica e ne rimasi affascinato”, racconta Gennaro, originario di Pagani, studente fuoricorso di Ingegneria Chimica, una grande passione per gli studi e molti interessi extra-universitari. Iscritto al vecchio ordinamento sette anni fa, conta di laurearsi l’anno prossimo. Per assecondare le pressioni dei genitori, finita la scuola, Gennaro sostenne la prova di ingresso a Medicina. “Avevo già maturato la mia scelta, quindi affrontai il test a cuor leggero. Raggiunsi una posizione in graduatoria immediatamente a ridosso dell’ammissione ed è anche possibile che ce l’avrei fatta perché c’è sempre qualcuno che rinuncia. Quindi mi iscrissi ad Ingegneria e sono stato molto contento della mia scelta”. 
Gennaro è uno studente lavoratore. Dal secondo anno di università in poi ha trascorso tutte le estati lavorando in un’industria conserviera. Prima come operaio, ora come responsabile d’area: “è stata un’esigenza economica, ad una certa età non si può chiedere sempre ai genitori. In questo modo, perdo l’intera sessione autunnale, ma ho la possibilità di fare pratica su macchine che si vedono solo dopo la laurea”. Nonostante tutti gli impegni, non ha perso il contatto con le materie umanistiche che al liceo lo appassionavano tanto e coltiva una grande passione per la musica: suona il basso elettrico ed il contrabbasso in un gruppo. Collabora anche con una scuola di musica. “Una volta, tornando da uno spettacolo a Riace, alla punta estrema della Calabria, ho fatto tutto il viaggio di ritorno con il libro di Impianti Chimici sulle ginocchia, perché avevo l’esame due giorni dopo”.
Un confronto vecchio-nuovo ordinamento. “I programmi sono stati un po’ snelliti adesso. Io non dimenticherò mai la mole di studio che ho dovuto affrontare per l’esame di Analisi I o il terrore per l’esame di Fisica. In realtà, era più una paura indotta dalle esperienze altrui. Quando ho superato queste difficoltà, ho capito che Ingegneria era alla mia portata, ma senza le conoscenze di Analisi acquisite, non ce l’avrei mai fatta ad andare avanti”. Orari e corsi stancanti: elementi che fanno subito selezione. “Quando ho iniziato era ancora in vigore il servizio militare obbligatorio e la pressione a fine anno era enorme. Il confronto con gli altri ed il timore per il numero di esami sostenuti si amplificavano”. 
All’inizio pesa molto, dal punto di vista psicologico, il confronto con il proprio recente passato. “All’esame di maturità ho preso il massimo. Non pretendevo di essere il migliore anche all’università, ma credevo che sarebbe bastato studiare ed i frutti sarebbero arrivati. La realtà, invece, è diversa. Ogni materia richiede un impegno differente, i concetti vanno maturati ed ogni persona ha i suoi tempi di apprendimento”. 
Con l’esperienza si imparano a gestire tempi ed insuccessi. “All’inizio pensi che puoi recuperare il tempo perso studiando notte e giorno. Serve solo a sfinirsi. È avvilente vedere laurearsi colleghi e amici che hanno cominciato con te, o studenti del nuovo ordinamento che superano agevolmente esami sui quali tu hai buttato il sangue, ma l’università mi ha insegnato che il tempo perso non si recupera mai. Puoi soltanto cercare di limitare i danni ed avere molta resistenza psicologica”.
Nonostante l’impegno e la fatica richieste per superare gli esami, Giovanni è convinto che una certa severità sia necessaria. “Dopo aver sostenuto l’esame, capisci perché i professori devono essere così pignoli. Formano persone che avranno a che fare con cose molto pericolose e la cui carenza culturale potrebbe creare danni”. 
È diventato più complicato organizzarsi da quando i corsi del vecchio ordinamento sono in via di esaurimento. “Tutti si sono fiondati sull’ultimo corso, cercando di sfruttare le prove intermedie ed in aula c’era il triplo della gente”. Non è l’unico inconveniente. “Per noi ci sono pochi appelli e spesso, per carenze della struttura, indipendenti dalla volontà dei docenti, capita che le date d’esame vengano modificate all’ultimo momento. In questi casi può capitare che le date si accavallino ed è tragico, perché si perdono sei mesi. Poi  non studiamo sui libri ma su appunti e fotocopie, ormai ho imparato anche a riconoscere il carattere di stampa per trovare i libri in biblioteca”.  Nel complesso, però, Gennaro è molto felice della sua scelta. “Ho avuto lezioni esemplari da professori bravissimi, che hanno saputo rendere in maniera estremamente lineare dei concetti complicatissimi. Due nomi su tutti: i professori Marrucci e D’Alessio”. 
C’è una lamentela che pesa un po’ più delle altre: “una certa mancanza di praticità negli studi”. Un’altra sottolineatura: la grave carenza di adeguati servizi agli studenti. “Una trentina di calcolatori per tanti iscritti mi sembrano pochi. Probabilmente mancano i fondi. Magari se si eseguisse qualche ristrutturazione esterna in meno, si potrebbe attivare qualche servizio in più per gli studenti. Qui ci sono corsi che non si trovano in nessun altra Facoltà d’Italia e che quindi attraggono studenti anche da  lontanissimo”.
In futuro Gennaro, spera di poter mettere a frutto le conoscenze acquisite nel corso degli studi. “Il mio sogno, come quello di quasi ogni ingegnere chimico, sarebbe quello di lavorare nel settore petrolchimico. Ma ritengo interessante anche il campo energetico o ambientale”.
Simona Pasquale
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