C’è un nuovo Coordinatore per i Corsi di Studio in Scienze Geologiche (Triennale) e Geologia e geologia applicata (Magistrale). È il prof. Alessandro Iannace, che è stato eletto a luglio. Cinquantasette anni, napoletano, insegna Geologia del sedimento e Rilevamento geologico. Professore, quali sono gli obiettivi che si propone di conseguire
durante il suo mandato? “La priorità è di incrementare il numero degli iscritti e di fare in modo che coloro i quali scelgono Geologia siano davvero motivati. Oggi, purtroppo, una certa percentuale di allievi si iscrive senza una reale convinzione”. Quanti sono gli immatricolati a Scienze geologiche? “Non ho naturalmente il dato di quest’anno, perché le iscrizioni al primo anno non si sono ancora concluse. In media, siamo sui 60 o 70 ragazze e ragazzi”. Come pensa di favorire l’incremento delle immatricolazioni e come ritiene si possa migliorare la qualità e la motivazione degli immatricolati? “Bisogna intensificare i rapporti con il mondo della scuola. Dobbiamo essere presenti con i nostri docenti agli ultimi anni delle superiori, per illustrare le caratteristiche dei geologi e l’importanza di questa professione. Allo stato, ho l’impressione che i giovani abbiano una immagine distorta di questo mestiere”.
Cosa intende dire? “Credono che il geologo sia un signore un po’ strambo che colleziona rocce e fossili. La sfida è far capire che questa professione, soprattutto in un paese come l’Italia, in gran parte a rischio sismico e vulcanico,
ha un ruolo essenziale in una ottica di monitoraggio e studio dei fenomeni potenzialmente catastrofici e può contribuire, in sinergia con altre professionalità, ad attuare quelle iniziative di prevenzione che sono le migliori armi contro il ripetersi di lutti e rovine a seguito di terremoti ed eruzioni”. Le altre priorità? “Mi propongo di rafforzare ed
estendere i rapporti con le realtà del mondo produttivo che rappresentano potenziali opportunità lavorative per i nostri laureati. Già oggi, grazie all’attività svolta negli anni scorsi da tanti validi colleghi, abbiamo relazioni con importanti imprese attive nell’ambito dello sfruttamento del petrolio e di altre risorse naturali. L’obiettivo è di allargare i contatti, coinvolgendo anche società che operano nell’ambito delle opere di ingegneria civile: tunnel, dighe ed altro. Coltivare questi rapporti è anche un modo per garantire ai nostri studenti lo svolgimento dei tirocini”. Da tempo Geologia è in attesa di trasferirsi dal centro storico alla nuova sede di Monte Sant’Angelo, in via Cinthia, a Fuorigrotta. A che punto è la questione? “Ero convinto che saremmo stati già lì all’inizio di questo nuovo anno accademico. Invece bisognerà aspettare un altro anno. Diciamo che certamente, a settembre del 2017, Geologia sarà interamente trasferita a Monte Sant’Angelo. Ci saranno notevoli benefici, perché avremo aule e laboratori migliori rispetto a quelli dei quali disponiamo in centro storico. Resta una punta di rammarico”. Dovuta a che cosa?
“C’è un problema di collegamenti e non è stato ancora risolto. Una sede universitaria come quella di via Cinthia dovrebbe avere un collegamento dedicato di una linea su ferro. In ogni caso, sono contento che finalmente si vada lì. È un passaggio, secondo me, che sarebbe stato il caso di effettuare già dieci anni fa”. Prevede novità per quanto concerne l’offerta didattica nei prossimi anni? “Per ora nessuna, anche perché Geologia è reduce da non pochi mutamenti. Abbiamo ormai una Triennale che ha una impostazione piuttosto equilibrata. Credo che occorra una riflessione collegiale sulla Magistrale, per individuare se ci sono spazi per rivedere qualcosa. L’obiettivo: una offerta didattica che, rispetto ad oggi, sia più spiccatamente legata ad un ambito professionale specifico. Così rinnovata, la Magistrale potrebbe attirare studenti da altre città e dall’estero e differenziarsi rispetto agli analoghi Corsi di studio presenti, per esempio, a Benevento, a Roma ed in Basilicata”. Nei giorni scorsi Napoli e la
Federico II hanno ospitato l’ottantottesimo congresso della società geologica italiana. Quante persone hanno partecipato? “Oltre ottocento. Più che nella precedente edizione, svoltasi a Milano. È stato un congresso caratterizzato dall’alto livello scientifico delle relazioni e che ha avuto anche una vasta eco mediatica. Il bilancio,
insomma, è certamente positivo. Anche sotto il profilo della logistica, l’utilizzo degli spazi di Lettere e Giurisprudenza ha garantito che il convegno fosse ospitato in ambienti adeguati”.
Fabrizio Geremicca
durante il suo mandato? “La priorità è di incrementare il numero degli iscritti e di fare in modo che coloro i quali scelgono Geologia siano davvero motivati. Oggi, purtroppo, una certa percentuale di allievi si iscrive senza una reale convinzione”. Quanti sono gli immatricolati a Scienze geologiche? “Non ho naturalmente il dato di quest’anno, perché le iscrizioni al primo anno non si sono ancora concluse. In media, siamo sui 60 o 70 ragazze e ragazzi”. Come pensa di favorire l’incremento delle immatricolazioni e come ritiene si possa migliorare la qualità e la motivazione degli immatricolati? “Bisogna intensificare i rapporti con il mondo della scuola. Dobbiamo essere presenti con i nostri docenti agli ultimi anni delle superiori, per illustrare le caratteristiche dei geologi e l’importanza di questa professione. Allo stato, ho l’impressione che i giovani abbiano una immagine distorta di questo mestiere”.
Cosa intende dire? “Credono che il geologo sia un signore un po’ strambo che colleziona rocce e fossili. La sfida è far capire che questa professione, soprattutto in un paese come l’Italia, in gran parte a rischio sismico e vulcanico,
ha un ruolo essenziale in una ottica di monitoraggio e studio dei fenomeni potenzialmente catastrofici e può contribuire, in sinergia con altre professionalità, ad attuare quelle iniziative di prevenzione che sono le migliori armi contro il ripetersi di lutti e rovine a seguito di terremoti ed eruzioni”. Le altre priorità? “Mi propongo di rafforzare ed
estendere i rapporti con le realtà del mondo produttivo che rappresentano potenziali opportunità lavorative per i nostri laureati. Già oggi, grazie all’attività svolta negli anni scorsi da tanti validi colleghi, abbiamo relazioni con importanti imprese attive nell’ambito dello sfruttamento del petrolio e di altre risorse naturali. L’obiettivo è di allargare i contatti, coinvolgendo anche società che operano nell’ambito delle opere di ingegneria civile: tunnel, dighe ed altro. Coltivare questi rapporti è anche un modo per garantire ai nostri studenti lo svolgimento dei tirocini”. Da tempo Geologia è in attesa di trasferirsi dal centro storico alla nuova sede di Monte Sant’Angelo, in via Cinthia, a Fuorigrotta. A che punto è la questione? “Ero convinto che saremmo stati già lì all’inizio di questo nuovo anno accademico. Invece bisognerà aspettare un altro anno. Diciamo che certamente, a settembre del 2017, Geologia sarà interamente trasferita a Monte Sant’Angelo. Ci saranno notevoli benefici, perché avremo aule e laboratori migliori rispetto a quelli dei quali disponiamo in centro storico. Resta una punta di rammarico”. Dovuta a che cosa?
“C’è un problema di collegamenti e non è stato ancora risolto. Una sede universitaria come quella di via Cinthia dovrebbe avere un collegamento dedicato di una linea su ferro. In ogni caso, sono contento che finalmente si vada lì. È un passaggio, secondo me, che sarebbe stato il caso di effettuare già dieci anni fa”. Prevede novità per quanto concerne l’offerta didattica nei prossimi anni? “Per ora nessuna, anche perché Geologia è reduce da non pochi mutamenti. Abbiamo ormai una Triennale che ha una impostazione piuttosto equilibrata. Credo che occorra una riflessione collegiale sulla Magistrale, per individuare se ci sono spazi per rivedere qualcosa. L’obiettivo: una offerta didattica che, rispetto ad oggi, sia più spiccatamente legata ad un ambito professionale specifico. Così rinnovata, la Magistrale potrebbe attirare studenti da altre città e dall’estero e differenziarsi rispetto agli analoghi Corsi di studio presenti, per esempio, a Benevento, a Roma ed in Basilicata”. Nei giorni scorsi Napoli e la
Federico II hanno ospitato l’ottantottesimo congresso della società geologica italiana. Quante persone hanno partecipato? “Oltre ottocento. Più che nella precedente edizione, svoltasi a Milano. È stato un congresso caratterizzato dall’alto livello scientifico delle relazioni e che ha avuto anche una vasta eco mediatica. Il bilancio,
insomma, è certamente positivo. Anche sotto il profilo della logistica, l’utilizzo degli spazi di Lettere e Giurisprudenza ha garantito che il convegno fosse ospitato in ambienti adeguati”.
Fabrizio Geremicca