“Ci aggrappiamo alla Facoltà di Nola con le unghie e con i denti. Se non possiamo tenere i corsi, organizzeremo tutto ciò che è consentito dalla legge, in attesa di una decisione che riprenda in considerazione il ruolo dell’Università nell’intero territorio dell’agro-nolano”. E’ l’amaro commento del Preside di Giurisprudenza prof. Federico Alvino, a constatazione della residuale attività che ormai si svolge a Nola. “Ad oggi, si tengono i corsi del primo e secondo anno di Giurisprudenza ed Economia aziendale, – continua Alvino – presso la struttura in piazza Giordano Bruno. Non abbiamo fittato i cinema, dove, fino allo scorso anno, i ragazzi seguivano le lezioni, per mancanza di fondi, e immagino che, l’anno prossimo, si procederà con un’ulteriore contrazione indotta dai requisiti del Ministero sempre più stringenti”. La sede decentrata ospita attualmente circa trecento studenti (l’anno scorso erano oltre mille). “Più volte abbiamo sollecitato il sindaco di Nola, Geremia Biancardi, affinché si dia inizio da un’azione di concertazione sul territorio per la costituzione di un consorzio a sostegno della didattica universitaria, e al fine di porre la questione in Regione e al Ministero, perché quello di Nola è un vero e proprio Corso di Laurea, per il quale possono essere anche chiesti fondi ad hoc, al di là del fondo di finanziamento ordinario. Purtroppo, ad oggi, non è stato fatto nulla”. In ogni caso, volendo mantenere viva la presenza a Nola, si pensa, per il futuro, allo svolgimento, se non delle lezioni, di attività integrative. “Potrebbero essere realizzati punti di accesso ad internet, o tenute solo le lezioni degli insegnamenti più ostici, o, ancora, attivare un polo di alta formazione per rispondere alle richieste che vengono dal territorio, ma non dipende tutto dalla Facoltà”.
Anche gli studenti manifestano tutta la loro delusione. “Siamo molto amareggiati. Stiamo vivendo la chiusura della Facoltà nolana come una sconfitta. Per il nostro territorio, l’Università rappresenta una ricchezza culturale ed economica su cui bisognerebbe investire”, dice Gennaro Saiello, laureando in Giurisprudenza, di S. Vitaliano, membro del gruppo Intesa Parthenope (www.intesaparthenope.it). Saiello sottolinea: “un’alta percentuale di studenti nolani ha deciso di non seguire i corsi a Napoli, perché recarsi a Monte di Dio diventerebbe una dispendio di soldi ed energie”. Nella sede in piazza Giordano Bruno si seguono esclusivamente i corsi, per qualsiasi altra esigenza, compreso lo svolgimento degli esami, è necessario recarsi a Napoli. “Si potrebbe tentare di fare uno sforzo – conclude Saiello – per agevolare gli studenti dei primi due anni: svolgere anche gli esami a Nola”. In attesa di ulteriori, e si spera positive, decisioni, la Facoltà di Giurisprudenza ha siglato, lo scorso 12 marzo, una convenzione con l’Ordine dei Dottori commercialisti di Nola. “Un accordo che consentirà ai nostri laureati in Economia di evitare lo svolgimento di una delle tre prove previste per l’iscrizione all’albo. Tutto sta nel contenuto qualitativo del corso, che deve comprendere uno specifico numero di esami di materie aziendali e giuridiche”.
Continuano intanto i colloqui integrativi (andranno avanti fino al 29 marzo) per gli studenti che hanno fatto richiesta di passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento (gli esami diminuiscono da 39 a 29). “Con sforzi enormi da parte del personale tecnico amministrativo e dei docenti, – dice Alvino – abbiamo analizzato, attraverso verifiche dei curricula, circa milleduecento domande di transizione, nel tentativo di azzerare la diversità creata, in dieci anni, dai continui cambiamenti imposti dal Ministero”. Le verifiche, svolte parallelamente all’attività didattica, hanno impegnato gran parte degli studenti. “Solo una percentuale di ragazzi, intorno al venti per cento, non ha fatto domanda di trasferimento, ma si tratta di coloro che sono ad un passo dalla laurea – conclude il Preside – Per il resto possono essere contenti”.
(Ma. Es.)
Anche gli studenti manifestano tutta la loro delusione. “Siamo molto amareggiati. Stiamo vivendo la chiusura della Facoltà nolana come una sconfitta. Per il nostro territorio, l’Università rappresenta una ricchezza culturale ed economica su cui bisognerebbe investire”, dice Gennaro Saiello, laureando in Giurisprudenza, di S. Vitaliano, membro del gruppo Intesa Parthenope (www.intesaparthenope.it). Saiello sottolinea: “un’alta percentuale di studenti nolani ha deciso di non seguire i corsi a Napoli, perché recarsi a Monte di Dio diventerebbe una dispendio di soldi ed energie”. Nella sede in piazza Giordano Bruno si seguono esclusivamente i corsi, per qualsiasi altra esigenza, compreso lo svolgimento degli esami, è necessario recarsi a Napoli. “Si potrebbe tentare di fare uno sforzo – conclude Saiello – per agevolare gli studenti dei primi due anni: svolgere anche gli esami a Nola”. In attesa di ulteriori, e si spera positive, decisioni, la Facoltà di Giurisprudenza ha siglato, lo scorso 12 marzo, una convenzione con l’Ordine dei Dottori commercialisti di Nola. “Un accordo che consentirà ai nostri laureati in Economia di evitare lo svolgimento di una delle tre prove previste per l’iscrizione all’albo. Tutto sta nel contenuto qualitativo del corso, che deve comprendere uno specifico numero di esami di materie aziendali e giuridiche”.
Continuano intanto i colloqui integrativi (andranno avanti fino al 29 marzo) per gli studenti che hanno fatto richiesta di passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento (gli esami diminuiscono da 39 a 29). “Con sforzi enormi da parte del personale tecnico amministrativo e dei docenti, – dice Alvino – abbiamo analizzato, attraverso verifiche dei curricula, circa milleduecento domande di transizione, nel tentativo di azzerare la diversità creata, in dieci anni, dai continui cambiamenti imposti dal Ministero”. Le verifiche, svolte parallelamente all’attività didattica, hanno impegnato gran parte degli studenti. “Solo una percentuale di ragazzi, intorno al venti per cento, non ha fatto domanda di trasferimento, ma si tratta di coloro che sono ad un passo dalla laurea – conclude il Preside – Per il resto possono essere contenti”.
(Ma. Es.)