Gli studenti fuorisede in una tesi di laurea

Gli studenti fuorisede del Parthenope protagonisti di una tesi di laurea. Si intitola “Il livello di vita e di soddisfazione degli studenti universitari: indagine sugli studenti fuorisede dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope” la tesi discussa il 28 gennaio scorso da Maria Grillo, neolaureata in Economia. Una tesi sperimentale, che si inquadra nell’ambito di un progetto più ampio portato avanti dal Dipartimento di Statistica della Facoltà, volto a fotografare alcuni aspetti della vita dei fuorisede e ad analizzare in particolare anche il fenomeno dell’economia sommersa in riferimento agli affitti pagati per la locazione delle stanze e degli appartamenti a Napoli. Infatti oltre a Maria Grillo, sui dati raccolti hanno lavorato altri due laureandi, oggi dottori, che hanno affrontato problematiche diverse, cioè quella del sommerso negli affitti e della qualità dei dati. Relatore delle tesi, il Preside prof. Claudio Quintano mentre la ricercatrice che ha seguito i ragazzi nello svolgimento del lavoro è la dott.ssa Antonella D’Agostino. “Si tornerà su questa tematica perché è di grande interesse e in continua evoluzione”, dice la dott.ssa D’Agostino. Toscana, laureata in Scienze Statistiche a Siena, Antonella D’Agostino è da tre anni ricercatrice al Parthenope. “Un po’ posso essere considerata fuori sede anch’io”, scherza, evidenziando il valore di immedesimazione che ha una ricerca di questo tipo, fatta da studenti su studenti. 
La prima fase della ricerca è stata svolta insieme da tutti e tre i tesisti. Ciascuno di loro ha intervistato cento studenti fuorisede, 300 in tutto. Un lavoro durato circa due mesi, da febbraio a marzo 2004. Partendo dai dati raccolti, ogni tesista ha poi sviluppato la soluzione al problema che gli era stato assegnato. La tesi di Maria Grillo è particolarmente significativa perché la laureanda ha dimostrato una particolare attitudine alla ricerca. “Tesi di questo tipo richiedono di applicare ciò che si è imparato durante il corso di studi -, spiega la dott.ssa D’Agostino- Maria è stata in grado di andare oltre il momento semplicemente applicativo e di interessarsi personalmente al lavoro essendo anche propositiva. Ha un’attitudine all’attività di ricerca che colpisce”. Dal canto suo la neodottoressa non fa mistero di essersi innamorata della Statistica. Attualmente sta continuando ad approfondire la materia nella speranza di poter continuare a studiare in questo campo. “Lavorare alla tesi è stata un’esperienza bellissima – dice- mi ha fatto capire qual è la mia vocazione: se potessi tornare indietro mi iscriverei a un corso di laurea in Statistica. Tra l’altro durante gli anni dell’università ho anche lavorato come intervistatrice per dei sondaggi”. 
Il metodo con cui si è proceduto alla ricerca ed all’analisi, i risultati ottenuti. “Anzitutto è da dire che quello che abbiamo intervistato è un campione non probabilistico”, dice la dott. Grillo, “questo significa che i risultati non possono essere estesi a tutta la popolazione studentesca del Parthenope. Abbiamo svolto un’indagine conoscitiva che può essere il punto di partenza per uno studio più ampio ma che non consente di fare previsioni. In poche parole abbiamo semplicemente scattato una fotografia”. Le interviste sono state somministrate non attingendo a una lista ma contattando i ragazzi all’uscita dalla mensa e dai corsi, nelle aule e nei luoghi dell’università. Quindi ad esempio sono rimasti esclusi coloro che in quel periodo non frequentavano l’università. “L’impatto con gli studenti è stato molto buono- dice la Grillo- nessuno ha avuto particolari problemi a rispondere alle nostre domande, neppure quando si trattava di parlare delle proprie possibilità economiche. Evidentemente è scattato un meccanismo di forte immedesimazione, forse perché noi tesisti ci siamo presentati a coloro che intervistavamo prima di tutto come studenti”. 
Ai fuori sede è stato somministrato un questionario articolato in cinque sezioni, la prima relativa ai dati dello studente, la seconda relativa alle notizie sull’abitazione, la terza incentrata sulle opinioni dell’intervistato, la quarta riguardante notizie sulla famiglia, la quinta dedicata alle valutazioni dell’intervistatore (attendibilità risposte-riluttanza-interesse-disponibilità). Sono stati interpellati solo gli studenti, in corso e fuori corso, di tre delle cinque Facoltà che fanno parte dell’ateneo: Economia, Scienze Motorie, Scienze e Tecnologie. Spiega Maria Grillo: “non sono stati considerati gli studenti di Giurisprudenza e Ingegneria perché durante le interviste ci siamo accorti che  il numero dei fuori sede iscritti a queste facoltà era esiguo. Così abbiamo sostituito la quota a loro destinata con altrettanti studenti di Scienze Motorie e di Scienze e Tecnologie”.
I risultati della ricerca sono stati per certi versi sorprendenti. Gli studenti fuori sede, chiamati a esprimere un giudizio sulla qualità delle abitazioni, dei trasporti, delle strutture ricreative, sulla convenienza del canone rispetto alla struttura dell’abitazione, alle proprie condizioni economiche e alla zona, si sono dichiarati piuttosto soddisfatti. “Tra coloro che abbiamo sentito prevalgono giudizi sufficienti e molto positivi quanto alla qualità degli alloggi e dei trasporti”, dice Maria Grillo, “mentre è negativo in generale il giudizio sulla qualità delle strutture ricreative. Devo ammettere che mi sono meravigliata del fatto che venisse data più importanza alle possibilità ricreative offerte dalla città piuttosto che alla comodità o al sovraffollamento degli alloggi”. “Evidentemente i fuorisede sono per lo più proiettati verso l’esterno – osserva la dott.ssa D’Agostino- non vivono molto tra le mura delle loro abitazioni e forse per questo sembrano non badare granché neppure al sovraffollamento delle case. Probabilmente ciò è dovuto anche alla loro giovane età che non gli fa sentire in maniera molto forte l’esigenza di avere determinati comfort domestici”. 
Più scontato l’esito dell’indagine sulle zone in cui la qualità della vita per i fuorisede sarebbe migliore: la classifica generale vede al primo posto il gruppo Vomero-Collinare-Posillipo-Mergellina-Chiaia/Mille e all’ultimo il gruppo Quartieri Spagnoli/Sanità. Il fondamentale criterio di scelta resta sempre quello della vicinanza alla facoltà. Dulcis in fundo, il canone d’affitto. Il prezzo medio per una casa è di 639,40 euro, mentre il prezzo pro-capite (una stanza o un letto) è di 173,29 euro. Anche in questo caso gli intervistati non si lamentano troppo. 
Sul fronte canone un’altra sorpresa l’ha avuta la dott. D’Agostino: “i dati sul sommerso mi hanno davvero colpito. Immaginavo che fossero molto negativi, ma non pensavo così tanto! E dire che una studentessa di Torino che da un po’ di tempo sta conducendo lì una ricerca analoga, finora di sommerso non ne ha trovato per niente…”. Ed ecco i dati, è il caso di dirlo, dello scandalo: solo 63 studenti su 300 ha dichiarato di avere un contratto registrato. Di questi 63, 32 hanno una registrazione totale. Questo vuol dire che solo l’11% degli studenti è in regola. La maggioranza delle registrazioni regolari è a Mergellina e zona via Chiaia/Mille, mentre non ci sono registrazioni regolari né parziali in zona Vomero-periferia-Posillipo.
Sara Pepe
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