Malcontento diffuso presso gli studenti beneficiari della borsa di studio per l’anno accademico 2013-14 che sono da più di un anno in attesa della sua erogazione. “Abbiamo vinto la borsa di studio ma non abbiamo ancora ricevuto un centesimo dalla Regione. È questo il nostro disagio, siamo in migliaia e stiamo facendo sacrifici enormi per continuare a tenere il ritmo della vita universitaria. Le spese sono ingenti, i libri costano e senza i mezzi necessari subiamo tantissime limitazioni”, dice Nunzia, iscritta al secondo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. “Questo mese non posso permettermi nemmeno di seguire. Per chi è pendolare già solo recarsi in sede è molto dispendioso. I biglietti dei mezzi pubblici comunque costano e seguiamo cinque giorni a settimana (a volte, anche di sabato per i lettori) e nel mio caso la borsa di studio fa sul serio la differenza. Sono soldi a cui abbiamo diritto, non capisco perché mettere a disposizione un contributo tanto agognato dagli studenti e con delle graduatorie molto competitive – poiché dipendono sia dal reddito sia dal merito – che poi nei fatti diventa un miraggio”, continua Pasquale Izzo, studente di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe.
Alla borsa di studio non pervenuta si aggiunge il problema del mancato rimborso della tassa regionale. “In attesa della borsa, io mi sono già laureata. Non ricevo il rimborso per la tassa regionale, che ammonta a 140 euro, né quello per la seconda rata dell’anno scorso, figuriamoci per la tassa di laurea. Lo studio è un lusso per pochi: è questa la reale vergogna”, afferma Miriana, neo laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. “La nostra non mi sembra affatto una richiesta aliena: chiediamo semplicemente di sapere dove sono i nostri soldi. Abbiamo pazientemente aspettato ma è passato più di un anno e ora vorremmo delle spiegazioni. Sono stata all’A.Di.S.U e anche loro stanno aspettando i soldi dalla Regione ma non hanno la minima idea di quando arriveranno! Abbiamo pensato di chiamare qualche programma televisivo, tipo Striscia la notizia o Le Iene, e organizzare una protesta attiva ma la cosa che ci rattrista di più è che, quando sforiamo – anche di un solo giorno – il pagamento delle tasse, siamo obbligati a pagare la mora. Qui da un anno regna sovrano il silenzio e non possiamo permetterci più di stare con le mani in mano”, prosegue il collega Michele Orefice.
“Anch’io purtroppo ho pagato a dicembre la prima rata con la mora, poiché in realtà prima di quel mese non avevo la possibilità economica. E ora dovrei pagare la seconda ma speravo almeno nel rimborso della tassa regionale dell’anno scorso per farlo. La mia famiglia fa salti mortali per mantenermi gli studi e molti dei miei compagni di corso sono nella stessa situazione o sono costretti a lavorare. E lavorare rallenta inevitabilmente lo studio. Conosco gente costretta ad abbandonare l’università perché addossarsi spese del genere per poi lavorare con il pericolo incombente di andare fuori corso e pagare il triplo diventa una buona motivazione per rinunciare”, racconta Giada, al terzo anno di Lingue e Culture comparate.
“L’anno scorso gli studenti hanno ricevuto nel mese di febbraio il rimborso della prima rata della borsa, mentre quest’anno mi confronto con persone che come me a stento riescono a permettersi l’università e che non possono nemmeno procurarsi un libro: li vedi in biblioteca a fotografare le pagine con il cellulare, perché anche quello costa troppo. È davvero molto triste, non ci resta che incrociare le dita”, aggiunge Pasquale.
“Quest’anno anch’io ho fatto domanda per la borsa di studio e sono risultata idonea ma non beneficiaria, dunque dovrei riavere indietro i soldi della tassa regionale che ho già pagato ed essere esente dalla seconda rata. Gli impiegati dell’A.Di.S.U mi hanno detto che non ci sono fondi e che bisogna pazientare in tempi di crisi, perché devono ancora restituire i soldi agli idonei dell’anno scorso. Chiaramente, un maggiore ritardo implica meno contributi: è un sistema completamente intasato, la coda è lunghissima e in sostanza dovremo aspettare il 2016, oppure che qualche santo ci faccia la grazia!”, conclude ironicamente Maria Giovanna Marigliano, primo anno di Lingue e Culture Orientali e Africane.
Sabrina Sabatino
Alla borsa di studio non pervenuta si aggiunge il problema del mancato rimborso della tassa regionale. “In attesa della borsa, io mi sono già laureata. Non ricevo il rimborso per la tassa regionale, che ammonta a 140 euro, né quello per la seconda rata dell’anno scorso, figuriamoci per la tassa di laurea. Lo studio è un lusso per pochi: è questa la reale vergogna”, afferma Miriana, neo laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. “La nostra non mi sembra affatto una richiesta aliena: chiediamo semplicemente di sapere dove sono i nostri soldi. Abbiamo pazientemente aspettato ma è passato più di un anno e ora vorremmo delle spiegazioni. Sono stata all’A.Di.S.U e anche loro stanno aspettando i soldi dalla Regione ma non hanno la minima idea di quando arriveranno! Abbiamo pensato di chiamare qualche programma televisivo, tipo Striscia la notizia o Le Iene, e organizzare una protesta attiva ma la cosa che ci rattrista di più è che, quando sforiamo – anche di un solo giorno – il pagamento delle tasse, siamo obbligati a pagare la mora. Qui da un anno regna sovrano il silenzio e non possiamo permetterci più di stare con le mani in mano”, prosegue il collega Michele Orefice.
“Anch’io purtroppo ho pagato a dicembre la prima rata con la mora, poiché in realtà prima di quel mese non avevo la possibilità economica. E ora dovrei pagare la seconda ma speravo almeno nel rimborso della tassa regionale dell’anno scorso per farlo. La mia famiglia fa salti mortali per mantenermi gli studi e molti dei miei compagni di corso sono nella stessa situazione o sono costretti a lavorare. E lavorare rallenta inevitabilmente lo studio. Conosco gente costretta ad abbandonare l’università perché addossarsi spese del genere per poi lavorare con il pericolo incombente di andare fuori corso e pagare il triplo diventa una buona motivazione per rinunciare”, racconta Giada, al terzo anno di Lingue e Culture comparate.
“L’anno scorso gli studenti hanno ricevuto nel mese di febbraio il rimborso della prima rata della borsa, mentre quest’anno mi confronto con persone che come me a stento riescono a permettersi l’università e che non possono nemmeno procurarsi un libro: li vedi in biblioteca a fotografare le pagine con il cellulare, perché anche quello costa troppo. È davvero molto triste, non ci resta che incrociare le dita”, aggiunge Pasquale.
“Quest’anno anch’io ho fatto domanda per la borsa di studio e sono risultata idonea ma non beneficiaria, dunque dovrei riavere indietro i soldi della tassa regionale che ho già pagato ed essere esente dalla seconda rata. Gli impiegati dell’A.Di.S.U mi hanno detto che non ci sono fondi e che bisogna pazientare in tempi di crisi, perché devono ancora restituire i soldi agli idonei dell’anno scorso. Chiaramente, un maggiore ritardo implica meno contributi: è un sistema completamente intasato, la coda è lunghissima e in sostanza dovremo aspettare il 2016, oppure che qualche santo ci faccia la grazia!”, conclude ironicamente Maria Giovanna Marigliano, primo anno di Lingue e Culture Orientali e Africane.
Sabrina Sabatino