Gli studenti: si respira “un bel clima”

Corpo docente sempre disponibile e ambiente culturale dinamico sembrano essere i punti positivi condivisi dalla maggior parte degli iscritti, tanto che qualcuno afferma: “Ci si sente coccolati”. “Ho trovato davvero un bel clima, – afferma Concetta Parascandolo, 23 anni, al terzo anno di Culture digitali – i docenti sono facilmente rintracciabili in Facoltà, anche fuori dall’orario di ricevimento, o tramite mail, e pronti ad ascoltarci”. Concetta manifesta tutto il suo entusiasmo per il Corso di Laurea che ha scelto: “Non è molto conosciuto, ma davvero interessante, e poi prende in esame uno dei settori più all’avanguardia: quello delle tecnologie e della comunicazione digitale”. Della stessa opinione Ida, 21enne di Mugnano, laureanda in Culture digitali che sogna di trovare occupazione nel campo del marketing e delle pubbliche relazioni. “Mi mancano tre esami alla laurea – dice – negli anni, si è creato un bell’affiatamento non solo con i ragazzi dell’altro Corso di Laurea, ma anche con i professori”. Tra i punti negativi, la sede. “A parte l’Aula Magna, tutte le altre non sono capienti”, e “le matricole sono costrette a seguire le lezioni più affollate al cinema Astra”. Relativamente alla didattica, la questione che sta più a cuore agli studenti resta quella relativa alle sessioni d’esame. “Sono stati eliminati gli appelli, utilissimi per i fuori-corso, di aprile e novembre”, afferma Giusy, al terzo anno di Sociologia, che vorrebbe specializzarsi in Giornalismo o Criminologia. Qualcuno lamenta, invece, l’eccessiva burocrazia. “Svolgere un periodo di tirocinio ancora prima della laurea può essere un’esperienza gratificante, – aggiunge Ida – io, però, ci ho rinunciato per le molteplici richieste e documenti da presentare, dei lunghi tempi di attesa, insomma di una trafila inutile. Ho preferito sostenere un esame da sei crediti”. Infine, qualche dubbio sulle opportunità di lavoro in Campania. “Sarà difficile trovare lavoro – afferma Giusy – l’Università dovrebbe aiutarci in questo senso e, invece, studiamo tanta teoria, ma, nel pratico, non sappiamo il sociologo cosa fa”.
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