Gli studi umanistici: dalle lingue all’archeologia

“La vostra ricerca non deve essere più per Facoltà, ma per Dipartimenti”. A informare gli studenti interessati all’area letteraria su una delle ultime trasformazioni dell’Università è il prof. Salvatore Luongo, Direttore del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati de L’Orientale, il quale prosegue il proprio intervento soffermandosi in particolar modo sull’insegnamento delle lingue straniere: “la raccomandazione che facciamo è quella di stare molto attenti alla scelta delle lingue da studiare. L’offerta è molto ampia. Ci sono Corsi nei quali è preponderante lo studio della lingua come strumento di comunicazione e mediazione. In altri, invece, si predilige uno studio più linguistico e letterario. La possibilità di abbinare due lingue va sfruttata bene. L’ideale sarebbe abbinare una lingua di grande diffusione con un’altra più di nicchia, ad esempio Inglese e Ungherese oppure Cinese e una lingua africana”. Come scegliere le due lingue? Alla domanda di una studentessa, il professore risponde: “dovete seguire la vostra curiosità e passione. Può essere utile un orientamento più mirato. Basta rivolgersi agli sportelli”.
Non si studiano lingue orientali al Suor Orsola. Lo specifica la professoressa di Lingua e letteratura spagnola Maria D’Agostino: “da noi si studiano le cinque principali lingue europee. L’inglese è obbligatorio, la seconda lingua, invece, è a scelta. L’importante è ricordarsi che la lingua è il mezzo per manifestazioni culturali come la letteratura, quindi chi sceglie questo percorso deve studiare più cose, non solo la lingua straniera”. Qui è difficile sentirsi abbandonati durante gli studi: “siamo un’università piccola. Questo significa che possiamo seguire con costanza i nostri studenti sia in entrata, sia durante gli studi, sia, soprattutto, nel post-laurea. Abbiamo molti accordi per stage e tirocini con aziende campane ed estere”. Alla stessa università insegna il professor Pierluigi Leone De Castris, il quale ha spiegato gli aspetti principali del Corso in Conservazione dei beni culturali che “coniuga una formazione di stampo storico e letterario a uno studio del nostro patrimonio artistico. Sono convinto che puntare sulle nostre ricchezze d’arte può essere una scelta vincente”. Studiare ed esercitarsi concretamente: “lo studio non può essere solo teoria. La formazione che diamo è molto sul campo, è pratica. Ci sono molti crediti da spendere in laboratori, cantieri, stage e tirocini. Abbiamo più di cinquanta convenzioni con enti locali per farvi scegliere dove svolgere il tirocinio. In ogni caso, per gran parte delle attività non serve spostarsi. Nel complesso di Santa Caterina al Corso Vittorio Emanuele c’è tutto quello che serve”. A uno studente che chiede quali siano le prospettive di lavoro per chi compie questi studi, il docente risponde: “al momento non sono tante. Però noi diamo una preparazione ampia e i crediti necessari per poter fare più cose. Non solo il conservatore, quindi, ma anche professioni come la guida turistica o l’insegnante”. C’è molta pratica anche al Corso in Restauro, come spiega il professor Carmine Megna: “vi accedono solo 20 matricole l’anno. Organizziamo dei corsi per preparare al test d’ammissione. Il piano di studi prevede circa 30 esami teorici ai quali si affianca un notevole monte ore di laboratorio. Si lavora anche in cantieri esterni. Noi di Restauro abbiamo ragazzi che lavorano anche prima della laurea”. 
Uno studente, infine, chiede informazioni sul Corso di Archeologia. A rispondergli è la professoressa de L’Orientale Valeria Micillo: “noi ci muoviamo tra Oriente e Occidente. Quindi all’archeologia classica affianchiamo un percorso incentrato sull’Oriente. Qui la preparazione è eccellente anche grazie allo studio delle lingue”. 
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