Hanno una passione smodata per la tecnologia che si traduce anche in attività lavorative parallele allo studio. Sognano nel prossimo futuro di trasformare la loro idea in impresa. Il loro progetto – un sistema di car pooling – ha già ricevuto un riconoscimento di tutto rispetto. Sono quattro studenti del Corso di Laurea in Informatica. Si chiamano Raffaele Galiero, Clemente Giorio, Daniele Andreoli e Luca Tarallo. Hanno concorso di recente alla VII edizione dell’Imagine Cup, la gara tecnologica organizzata dalla Microsoft che coinvolge studenti universitari di tutto il mondo in una sfida nello sviluppo di nuove applicazioni informatiche, e si sono classificati secondi nella sessione italiana il 6 maggio a Padova (alla finale mondiale, che si terrà il primo di luglio a Il Cairo, parteciperà la squadra dell’Università di Udine, prima classificata della categoria Software Design).
“Oggi sono molto diffuse le comunicazioni tramite social network come Facebook o Live Messenger. Per questo abbiamo pensato di utilizzarne le caratteristiche per offrire un servizio concreto, interamente automatizzato, che ricorra su vasta scala a queste piattaforme”, dicono i ragazzi napoletani (la denominazione del gruppo è Error 404) descrivendo le caratteristiche del sistema di car pooling – letteralmente prelevamento in auto – Lift 4U, che consente a più utenti di condividere un itinerario, sfruttando una sola vettura. Si seleziona il tragitto e, attraverso un sistema di risposte automatiche, tutte le persone interessate si possono incontrare in rete e stabilire costi e deviazioni. Alla piattaforma si può accedere tramite computer o palmare, supporto dal quale si può usufruire anche al sistema GPS. L’obiettivo è triplo: diminuire le auto in circolazione, ridurre le emissioni nocive di CO2 e polveri sottili, migliorare i rapporti sociali riducendo lo stress. “Gli utilizzi per chi cerca un passaggio possono essere molteplici: andare ad assistere ad un concerto in un’altra città, organizzare un servizio taxi a richiesta, pianificare il trasporto da casa al lavoro all’interno di un’azienda, con turni auto settimanali, o mensili”. L’intero servizio prevede anche un sistema di feedback sulla qualità ed uno di sicurezza attraverso il codice fiscale del richiedente. “Abbiamo ricevuto i complimenti di chi ha fatto l’Informatica in Italia, dei guru che hanno realizzato i videogiochi con cui giocavamo da piccoli, suscitando l’interesse di molti incubatori. La nostra proposta è stata considerata una delle più mature. Per noi è stata la prima esperienza, altri gruppi, invece, erano alla loro quarta o quinta partecipazione”.
“Oggi sono molto diffuse le comunicazioni tramite social network come Facebook o Live Messenger. Per questo abbiamo pensato di utilizzarne le caratteristiche per offrire un servizio concreto, interamente automatizzato, che ricorra su vasta scala a queste piattaforme”, dicono i ragazzi napoletani (la denominazione del gruppo è Error 404) descrivendo le caratteristiche del sistema di car pooling – letteralmente prelevamento in auto – Lift 4U, che consente a più utenti di condividere un itinerario, sfruttando una sola vettura. Si seleziona il tragitto e, attraverso un sistema di risposte automatiche, tutte le persone interessate si possono incontrare in rete e stabilire costi e deviazioni. Alla piattaforma si può accedere tramite computer o palmare, supporto dal quale si può usufruire anche al sistema GPS. L’obiettivo è triplo: diminuire le auto in circolazione, ridurre le emissioni nocive di CO2 e polveri sottili, migliorare i rapporti sociali riducendo lo stress. “Gli utilizzi per chi cerca un passaggio possono essere molteplici: andare ad assistere ad un concerto in un’altra città, organizzare un servizio taxi a richiesta, pianificare il trasporto da casa al lavoro all’interno di un’azienda, con turni auto settimanali, o mensili”. L’intero servizio prevede anche un sistema di feedback sulla qualità ed uno di sicurezza attraverso il codice fiscale del richiedente. “Abbiamo ricevuto i complimenti di chi ha fatto l’Informatica in Italia, dei guru che hanno realizzato i videogiochi con cui giocavamo da piccoli, suscitando l’interesse di molti incubatori. La nostra proposta è stata considerata una delle più mature. Per noi è stata la prima esperienza, altri gruppi, invece, erano alla loro quarta o quinta partecipazione”.
Ora cercano
finanziamenti
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Grafica semplice ed efficace, esposizione chiara, divisa fra tutti i membri del gruppo in base alle competenze, ed un filmato promozionale che è piaciuto molto. “Abbiamo stupito perfino noi stessi. Ci sentivamo un vero gruppo”, raccontano. L’idea di partecipare al concorso è nata dopo aver seguito in Facoltà il seminario organizzato dalla Microsoft ed ha preso forma durante il corso di Ingegneria del Software del prof. Sergio di Martino che è stato loro molto vicino. “Il progetto è venuto su da solo, con le idee che un po’ alla volta ci venivano in mente. È stata una corsa, perchè abbiamo scoperto di essere stati selezionati l’ultimo giorno utile per inviare la conferma. Abbiamo lavorato fino all’alba del giorno della presentazione, forse è per questo che non ci hanno inseriti nella foto dei migliori classificati, devono aver visto le nostre facce”. Da quando sono tornati a casa, i quattro ragazzi accarezzano il sogno di trasformare questo lavoro in un’attività imprenditoriale, che possa coinvolgere anche altri studenti. “Prossimamente faremo una presentazione per far scoprire anche ad altri l’esistenza di questo tipo di competizioni e poi cercheremo di partecipare all’Unina Start Cup e, se possibile, anche alla Campania Start Cup. Speriamo di riuscire a trovare dei finanziamenti e di non dover essere costretti ad andar via dalla Campania, come tutti quelli che hanno una buona idea”.
Insomma bravi, motivati e pieni di interessi. Conosciamoli meglio.
Raffaele Galiero, 29 anni, laureando triennale, ha curato la parte comunicativa del progetto. Fin da bambino nutre la passione per l’Informatica: ad otto anni ha cercato di scrivere un videogioco da solo, sul suo Commodore 64, scoprendo che era un tantino più difficile di quanto avesse immaginato. “Ho iniziato a lavorare presto nell’ambito informatico, come designer. A 24 anni ho capito che questa era la mia strada e visto che mi sottopagavano ho deciso di formarmi meglio”. Raffaele coltiva anche un’altra passione: “sono scenografo in una compagnia teatrale. Ho anche partecipato ad un concorso a Cinecittà. Mi piace lavorare con il legno e mettere su carta le idee che mi vengono”. Le sue aspirazioni: “spero di riuscire a restare qui in Campania e di continuare a lavorare come software designer, magari con un mio progetto”.
Daniele Andreoli, 27 anni, in procinto di discutere la tesi di laurea, è lo ‘smanettone’ incaricato di correggere gli errori. “In casa mia c’è sempre stato qualcosa di tecnologico ed io ne sono sempre stato appassionato”. La scelta universitaria: “mi ero iscritto ad Ingegneria Elettrica, ma dopo tre anni ho capito che non era la mia strada”. Adesso lavora “come sviluppatore software per un’azienda che gestisce portali turistici”. Il suo desiderio: “fondare una nostra società e camminare con le nostre gambe. Questa esperienza ci ha dato una certa visibilità e mostrato cose che qui al Sud spesso ignoriamo”.
Luca Tarallo, 25 anni, autore di una parte dell’analisi e del design del software del progetto, dal primo giugno inizierà il tirocinio in azienda. Si è iscritto ad Informatica dopo aver frequentato il primo anno ad Ingegneria Informatica “l’approccio metodologico e teorico di Ingegneria non mi piaceva. Qui invece ho avuto la possibilità di esprimermi applicando l’Informatica in tutti i campi”. Anche lui lavora, fa controlli nei cinema per conto di una società di distribuzione da otto anni “in questo modo coltivo anche la mia passione per il cinema”. Ritiene “interessante” l’idea di gestirsi da soli “e vorrei fare qualcosa che abbia anche un’utilità sociale”.
Clemente Giorio, 29 anni, prossimo alla laurea vecchio ordinamento, detto ‘tinux’ per la sua decennale passione per la piattaforma Linux, è fin da bambino appassionato di scienze. Racconta: “volevo capire come funzionassero le cose e se i miei genitori mi lasciavano solo con una cinepresa, o un videoregistratore, se lo ritrovavano smontato”. Ha iniziato a scrivere i primi programmi già alla scuola media, inserendosi nei codici sorgenti dei suoi videogiochi preferiti, cercando di saltare i quadri che non riusciva a superare. Al liceo ha vinto un concorso per la realizzazione di un logo in tridimensionale. “Ho sempre voluto diventare un informatico e diversi docenti mi avevano proposto delle borse di studio”. Poi è stato costretto a fermarsi per alcuni anni. “In un locale sono stato pestato senza motivo, riportando dei danni alla cornea. Studiare era difficilissimo perché dopo poche ore di lettura l’occhio ferito iniziava a lacrimarmi”. Ora va meglio e accanto agli studi ha intrapreso un’attività di consulenza per conto di una piccola società romana.
Insomma bravi, motivati e pieni di interessi. Conosciamoli meglio.
Raffaele Galiero, 29 anni, laureando triennale, ha curato la parte comunicativa del progetto. Fin da bambino nutre la passione per l’Informatica: ad otto anni ha cercato di scrivere un videogioco da solo, sul suo Commodore 64, scoprendo che era un tantino più difficile di quanto avesse immaginato. “Ho iniziato a lavorare presto nell’ambito informatico, come designer. A 24 anni ho capito che questa era la mia strada e visto che mi sottopagavano ho deciso di formarmi meglio”. Raffaele coltiva anche un’altra passione: “sono scenografo in una compagnia teatrale. Ho anche partecipato ad un concorso a Cinecittà. Mi piace lavorare con il legno e mettere su carta le idee che mi vengono”. Le sue aspirazioni: “spero di riuscire a restare qui in Campania e di continuare a lavorare come software designer, magari con un mio progetto”.
Daniele Andreoli, 27 anni, in procinto di discutere la tesi di laurea, è lo ‘smanettone’ incaricato di correggere gli errori. “In casa mia c’è sempre stato qualcosa di tecnologico ed io ne sono sempre stato appassionato”. La scelta universitaria: “mi ero iscritto ad Ingegneria Elettrica, ma dopo tre anni ho capito che non era la mia strada”. Adesso lavora “come sviluppatore software per un’azienda che gestisce portali turistici”. Il suo desiderio: “fondare una nostra società e camminare con le nostre gambe. Questa esperienza ci ha dato una certa visibilità e mostrato cose che qui al Sud spesso ignoriamo”.
Luca Tarallo, 25 anni, autore di una parte dell’analisi e del design del software del progetto, dal primo giugno inizierà il tirocinio in azienda. Si è iscritto ad Informatica dopo aver frequentato il primo anno ad Ingegneria Informatica “l’approccio metodologico e teorico di Ingegneria non mi piaceva. Qui invece ho avuto la possibilità di esprimermi applicando l’Informatica in tutti i campi”. Anche lui lavora, fa controlli nei cinema per conto di una società di distribuzione da otto anni “in questo modo coltivo anche la mia passione per il cinema”. Ritiene “interessante” l’idea di gestirsi da soli “e vorrei fare qualcosa che abbia anche un’utilità sociale”.
Clemente Giorio, 29 anni, prossimo alla laurea vecchio ordinamento, detto ‘tinux’ per la sua decennale passione per la piattaforma Linux, è fin da bambino appassionato di scienze. Racconta: “volevo capire come funzionassero le cose e se i miei genitori mi lasciavano solo con una cinepresa, o un videoregistratore, se lo ritrovavano smontato”. Ha iniziato a scrivere i primi programmi già alla scuola media, inserendosi nei codici sorgenti dei suoi videogiochi preferiti, cercando di saltare i quadri che non riusciva a superare. Al liceo ha vinto un concorso per la realizzazione di un logo in tridimensionale. “Ho sempre voluto diventare un informatico e diversi docenti mi avevano proposto delle borse di studio”. Poi è stato costretto a fermarsi per alcuni anni. “In un locale sono stato pestato senza motivo, riportando dei danni alla cornea. Studiare era difficilissimo perché dopo poche ore di lettura l’occhio ferito iniziava a lacrimarmi”. Ora va meglio e accanto agli studi ha intrapreso un’attività di consulenza per conto di una piccola società romana.
Simona Pasquale