La provenienza dei cibi, una dieta corretta, la prevenzione delle malattie attraverso l’alimentazione: sono temi che interessano una fetta sempre più grande della popolazione e sono sempre di più le normative in materia alimentare. Il Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana nasce proprio per rispondere alla crescente domanda di esperti nel settore. Nato sette anni fa, in collaborazione tra le Facoltà di Medicina e Scienze Biotecnologiche, il Corso forma giovani nutrizionisti non-medici esperti in benessere alimentare. “In molti Paesi, non solo europei, si sta imponendo con forza la figura del nutrizionista, che ha competenze su quella che è l’influenza dei vari cibi sulla salute umana, sulla prevenzione delle malattie – incluse quelle endocrine, croniche e degenerative – e sull’utilizzo delle nuove tecnologie quali nutrigenomica, proteomica e proteomica clinica applicate all’alimentazione e alla nutrizione umana. La prevenzione attraverso una sana alimentazione sta assumendo sempre più importanza nell’ambito sanitario. Infatti, oggi l’alimentazione ci deve consentire di migliorare la vita delle persone. Non stiamo parlando di malati ma della popolazione sana che va educata al benessere alimentare”, spiega il prof. Gabriele Riccardi, Presidente del Corso di Laurea.
Rivolto ai laureati di Biotecnologie alimentari, di Farmacia, di Scienze Biologiche e di alcune Professioni Sanitarie, il Corso prevede 12 insegnamenti, di cui due a scelta, ed è improntato ad una forte interdisciplinarietà. “E’ fondamentale in questo senso il contributo, in termini di docenti e di formazione, che gli studenti hanno sia dalla Facoltà di Medicina che da quella di Scienze Biotecnologiche – aggiunge Riccardi – Dalla prima ricevono una formazione in materie come l’endocrinologia, la fisiologia, le malattie del metabolismo, la gastroenterologia, la pediatria o la medicina interna. Di area biotecnologica, invece, discipline come la biochimica, la chimica degli alimenti, le tecnologie alimentari, la genetica umana”.
Grazie all’ottimo rapporto docenti-studenti, oltre all’attività in aula non mancano le occasioni di approfondimento: “riusciamo a garantire ai nostri ragazzi la partecipazione gratuita – con l’assegnazione di crediti – a convegni e seminari, anche fuori regione, per far sì che possano essere sempre informati sui nuovi sviluppi nelle tematiche nutrizionali”.
Gli studenti completano il percorso di studio attraverso ben sei mesi di tirocinio in laboratori intra o extra moenia. “Un aspetto importante della nostra didattica è che dopo un anno e mezzo di attività curriculari, gli ultimi sei mesi di corso sono dedicati esclusivamente alla pratica di laboratorio finalizzata alla preparazione della tesi sperimentale”. Il numero non eccessivo di iscritti, tra i 50 e i 60, permette di offrire a tutti la possibilità di questo importante periodo di attività pratica. “Attualmente abbiamo molti studenti che stanno svolgendo un interessante tirocinio presso la Barilla – evidenzia Riccardi – ma, vista la formazione versatile dei nostri laureati, abbiamo anche giovani presso il CNR di Avellino”. Il nutrizionista non-medico non guarda, infatti, all’attività libero professionale, ma il suo interesse è rivolto principalmente al settore dell’industria alimentare, delle mense o delle aziende sanitarie dove queste figure sono richieste per i sempre maggiori controlli sugli alimenti (provenienza, conservazione, somministrazione) imposti delle recenti normative.
Valentina Orellana
Rivolto ai laureati di Biotecnologie alimentari, di Farmacia, di Scienze Biologiche e di alcune Professioni Sanitarie, il Corso prevede 12 insegnamenti, di cui due a scelta, ed è improntato ad una forte interdisciplinarietà. “E’ fondamentale in questo senso il contributo, in termini di docenti e di formazione, che gli studenti hanno sia dalla Facoltà di Medicina che da quella di Scienze Biotecnologiche – aggiunge Riccardi – Dalla prima ricevono una formazione in materie come l’endocrinologia, la fisiologia, le malattie del metabolismo, la gastroenterologia, la pediatria o la medicina interna. Di area biotecnologica, invece, discipline come la biochimica, la chimica degli alimenti, le tecnologie alimentari, la genetica umana”.
Grazie all’ottimo rapporto docenti-studenti, oltre all’attività in aula non mancano le occasioni di approfondimento: “riusciamo a garantire ai nostri ragazzi la partecipazione gratuita – con l’assegnazione di crediti – a convegni e seminari, anche fuori regione, per far sì che possano essere sempre informati sui nuovi sviluppi nelle tematiche nutrizionali”.
Gli studenti completano il percorso di studio attraverso ben sei mesi di tirocinio in laboratori intra o extra moenia. “Un aspetto importante della nostra didattica è che dopo un anno e mezzo di attività curriculari, gli ultimi sei mesi di corso sono dedicati esclusivamente alla pratica di laboratorio finalizzata alla preparazione della tesi sperimentale”. Il numero non eccessivo di iscritti, tra i 50 e i 60, permette di offrire a tutti la possibilità di questo importante periodo di attività pratica. “Attualmente abbiamo molti studenti che stanno svolgendo un interessante tirocinio presso la Barilla – evidenzia Riccardi – ma, vista la formazione versatile dei nostri laureati, abbiamo anche giovani presso il CNR di Avellino”. Il nutrizionista non-medico non guarda, infatti, all’attività libero professionale, ma il suo interesse è rivolto principalmente al settore dell’industria alimentare, delle mense o delle aziende sanitarie dove queste figure sono richieste per i sempre maggiori controlli sugli alimenti (provenienza, conservazione, somministrazione) imposti delle recenti normative.
Valentina Orellana