I quattro studenti selezionati

– 22 anni, ha sostenuto 18 esami con la media del 29,5, è iscritta al quarto anno. Studia pianoforte al Conservatorio, giocava a pallacanestro – sport che ha dovuto lasciare perché le sottraeva troppo tempo -. In più è di Avellino ed ha scelto il pendolarismo. Fa su e giù tutti i giorni. Insomma, è una ragazza super attiva. Confessa di non aver nessuna ricetta per gestire tutti i suoi impegni ma solo tanto entusiasmo. Michela Troisi ritiene che questa esperienza le consentirà finalmente di “mettere in pratica quanto studiato”, di “vivere il diritto”, di aprirsi a nuove prospettive – “è un mondo diverso da quello delle mura dei quattro leoni” -. E non tralascia quanto l’avventura greca le restituirà in termini di rapporti umani. Il caso processuale è complesso ma dopo gli incontri seminariali in Dipartimento è più lineare. Le sue prospettive future: “ho tante idee ma voglio fare il magistrato”. Le piacerebbe operare in un tribunale minorile.
La Facoltà la vive molto bene perché “ho un carattere estroverso ed aperto”. Gli esami che l’hanno appassionata, quelli dell’area romanistica ma anche Costituzionale e Penale. Quello più difficile? Procedura Civile. “L’ho sostenuto a dicembre con il prof. Auletta in una unica soluzione anche se avrei potuto suddividerlo in due parti. Ho avuto 28”. Le lodi? A Costituzionale e Diritto Privato Comparato. 
– Maria Hilde Schettino, iscritta al terzo anno, 12 esami, media del 29 e qualcosa, ha 21 anni, è napoletana. Si è appassionata al diritto romano durante il corso: “il prof. Cascione è bravissimo, ci ha fatto innamorare del diritto romano”. L’esame, ovviamente, l’ha superato a pieni voti. Poi ha continuato a seguire seminari, conferenze presso il Dipartimento. E’ un po’ timorosa sui risultati della performance greca: “gli studenti stranieri sono avvantaggiati perché parlano l’inglese correntemente e perché sono più abituati a queste competizioni, in Germania, ad esempio, le organizzano due volte l’anno”. Felice di vivere un’esperienza pratica che ancora non ha sperimentato, ritiene il viaggio in Grecia una bella opportunità per stringere contatti con persone di altri paesi. Oltre, naturalmente, ad un arricchimento di conoscenze. Accarezza da sempre il sogno di fare l’avvocato penalista. Infatti Giurisprudenza l’ha scelta per passione. Quando le si chiede cosa le ha sottratto la Facoltà, non ha dubbi: il tempo libero. Conoscenze, determinazione nel superare i propri limiti, crescita personale: i vantaggi. Ha intenzione di concludere il più presto possibile gli studi e rimanda eventuali esperienze all’estero al post-laurea. Magari la frequenza di un Master.  
Per Maria Hilde, l’esame più tosto è stato Costituzionale (“per le voci di corridoio che generano ansia”) ma anche “il più divertente”. Il più piacevole? “Storia del diritto romano per il clima e per la bravura del docente”.
– Davide Picone è il più piccolo del gruppo: ha 19 anni. E’ iscritto al secondo anno, ha sostenuto 5 esami (Costituzionale, Storia del diritto romano, Filosofia del diritto, Privato, Storia del diritto medievale e moderno), il sesto a breve (non dice quale, per scaramanzia?), con la  media del 28,5. Ha scelto Giurisprudenza a Napoli (è di Avellino) perché è il top in Italia. E non si è pentito anche “se comunque è una Facoltà impegnativa, occorre studiare giorno per giorno, non ci si può fermare”. La partecipazione alla Moot ritiene costituisca un premio per i suoi sforzi. La causa “è appassionante anche perché ha uno sfondo sociale: l’eredità di due fratelli, uno pro schiavitù, e quindi più conservatore, l’altro contro, più progressista”. Il confronto “con i miei compagni e con gli altri studenti in Grecia”, l’aspetto più bello ed interessante di questa esperienza unitamente all’opportunità di “verificare a che punto sono con le mie conoscenze”. Il suo obiettivo: “laurearmi con una media alta”. Ambisce alla carriera in magistratura e, in alternativa, non disdegnerebbe impegnarsi in politica. Il suo esame preferito: Diritto Costituzionale (“mi ha insegnato come funzionano le cose”); ne conserva un bel ricordo anche se non nasconde un pizzico di rammarico “per aver avuto 28 e non trenta – il prof. è un po’ stretto di voti”. 
– Diego Boscarelli, 20 anni, 5 esami con 29 e passa, iscritto al secondo anno, napoletano, ritiene che il caso processuale da affrontare presenti delle ambiguità. “L’esperienza – dice – è formativa, al di là del successo del gioco, perché di un gioco si tratta”. Il confronto con altre realtà universitarie, un aspetto interessante. Non ha ancora un’idea precisa sul suo futuro: “Giurisprudenza offre la possibilità di intraprendere tante strade. Credo si possa scegliere con più consapevolezza a metà percorso di studi”.
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