Hanno in comune un curriculum eccellente, una buona conoscenza dell’inglese, la passione per le materie romanistiche che continuano a coltivare seguendo seminari ed incontri promossi dal Dipartimento, nonostante abbiano già superato l’esame di Storia con brillanti risultati. Sono i quattro studenti – Diego Boscarelli, Davide Picone, Maria Hilde Schettino, Michela Troisi – della squadra che andrà a difendere i colori dell’Ateneo federiciano – e del nostro Paese, poiché sono gli unici partecipanti italiani – alla terza edizione della International Law Moot Court & Conference, che si terrà a Kavala, in Grecia, dal 25 al 29 marzo. Loro mentori i professori Carla Masi Doria e Cosimo Cascione, promotori dello scambio ed accompagnatori del gruppo. L’iniziativa, una simulazione su un caso processuale di diritto privato romano ambientato in periodo giustinianeo (nel 575 D.C), è organizzata sotto l’egida dell’Istituto Mohammed Ali. Lo scopo della manifestazione è riunire studenti e docenti universitari provenienti da diverse giurisdizioni europee e promuovere lo studio del diritto romano e del patrimonio giuridico comune in Europa. La competizione, che ricalca lo schema di common law, è progettata come un torneo. Sono previsti quattro turni preliminari, in cui si confrontano le 8 squadre partecipanti – oltre alla rappresentativa partenopea quelle delle Università di Oxford, Cambridge, Liegi, Tubingen, Trier, Vienna e Atene -; le quattro selezionate dalla giuria poi accedono alle semifinali e finali che si svolgono presso il sito archeologico Foro di Filippi. Alla simulazione segue un convegno su un tema specifico con i contributi degli accademici delle diverse università.
Il team federiciano nel 2009 ha ottenuto il terzo posto nella classifica generale, perdendo poi la piccola finale contro la squadra di Cambridge e classificandosi quarta. “La sperimentazione dello scorso anno, era la prima volta che partecipavamo all’iniziativa, è stata molto positiva. Siamo arrivati alle eliminatorie sconfiggendo squadre blasonate come Oxford e Cambridge”, racconta la prof.ssa Masi che con il suo collega Cascione sta preparando i quattro studenti – selezionati per merito e conoscenza dell’inglese – ad affrontare questa nuova sfida. I ragazzi si incontrano periodicamente con i ricercatori ed i cultori della materia afferenti alle due cattedre per studiare istituti ed azioni riguardanti il caso. “Un esempio interessante di congiungimento tra didattica e ricerca”, commenta la docente. A dare supporto e consigli pratici su come farsi valere in un contesto certo poco favorevole alla nostra rappresentativa – gli handicap sono l’inglese, che per molti concorrenti è lingua madre, e la tradizione dei processi simulati altrove più forte – anche Federica Miranda del team 2009.
Veniamo al caso processuale: riguarda il mercato degli schiavi, in particolare un contratto di vendita (con alea) con un riferimento alla partizione ereditaria tra due fratelli avversari nella causa (uno pro e l’altro contro la schiavitù). Si affronta anche una micro causa per ingiuria. “E’ un caso un po’ complesso”, fa notare la prof.ssa Masi. Le squadre sosterranno l’accusa e la difesa e dovranno rispondere alle argomentazioni degli esperti giudicanti e delle altre compagini.
Una buona opportunità per gli studenti di esercitare la “capacità di comunicare e saper gestire il contraddittorio”. Un’esperienza che consente il confronto – “gli studenti dello scorso anno sono andati a far visita ai loro colleghi di Oxford” – e stimola gli scambi europei – “due allievi ora sono in Erasmus, uno a Parigi e l’altro a Friburgo” -. Utile anche l’approccio con gli sponsor dell’iniziativa, “si tratta delle più importanti law firm internazionali”, che potrebbe riservare sorprese per il futuro (stage internazionali). La Clifford Chance, sede a Londra e uffici disseminati ovunque, incontrerà gli studenti perché è interessata ad attrarre giovani talenti.
Escursioni ai siti archeologici, una cena di gala, il contatto con i propri professori in un ambiente informale: gli altri ingredienti dell’avventura greca. Cosa che può far piacere apprendere agli studenti in partenza: “lo scorso anno il Consiglio di Facoltà ha riconosciuto ai partecipanti alla Moot Court tre crediti liberi”.
Il team federiciano nel 2009 ha ottenuto il terzo posto nella classifica generale, perdendo poi la piccola finale contro la squadra di Cambridge e classificandosi quarta. “La sperimentazione dello scorso anno, era la prima volta che partecipavamo all’iniziativa, è stata molto positiva. Siamo arrivati alle eliminatorie sconfiggendo squadre blasonate come Oxford e Cambridge”, racconta la prof.ssa Masi che con il suo collega Cascione sta preparando i quattro studenti – selezionati per merito e conoscenza dell’inglese – ad affrontare questa nuova sfida. I ragazzi si incontrano periodicamente con i ricercatori ed i cultori della materia afferenti alle due cattedre per studiare istituti ed azioni riguardanti il caso. “Un esempio interessante di congiungimento tra didattica e ricerca”, commenta la docente. A dare supporto e consigli pratici su come farsi valere in un contesto certo poco favorevole alla nostra rappresentativa – gli handicap sono l’inglese, che per molti concorrenti è lingua madre, e la tradizione dei processi simulati altrove più forte – anche Federica Miranda del team 2009.
Veniamo al caso processuale: riguarda il mercato degli schiavi, in particolare un contratto di vendita (con alea) con un riferimento alla partizione ereditaria tra due fratelli avversari nella causa (uno pro e l’altro contro la schiavitù). Si affronta anche una micro causa per ingiuria. “E’ un caso un po’ complesso”, fa notare la prof.ssa Masi. Le squadre sosterranno l’accusa e la difesa e dovranno rispondere alle argomentazioni degli esperti giudicanti e delle altre compagini.
Una buona opportunità per gli studenti di esercitare la “capacità di comunicare e saper gestire il contraddittorio”. Un’esperienza che consente il confronto – “gli studenti dello scorso anno sono andati a far visita ai loro colleghi di Oxford” – e stimola gli scambi europei – “due allievi ora sono in Erasmus, uno a Parigi e l’altro a Friburgo” -. Utile anche l’approccio con gli sponsor dell’iniziativa, “si tratta delle più importanti law firm internazionali”, che potrebbe riservare sorprese per il futuro (stage internazionali). La Clifford Chance, sede a Londra e uffici disseminati ovunque, incontrerà gli studenti perché è interessata ad attrarre giovani talenti.
Escursioni ai siti archeologici, una cena di gala, il contatto con i propri professori in un ambiente informale: gli altri ingredienti dell’avventura greca. Cosa che può far piacere apprendere agli studenti in partenza: “lo scorso anno il Consiglio di Facoltà ha riconosciuto ai partecipanti alla Moot Court tre crediti liberi”.