‘Il ritmo del sapere’ è il titolo dell’incontro proposto il 19 maggio in Aula Piovani, nella sede della Facoltà di Lettere, dall’Associazione di studenti e dottorandi Musicanto. “L’obiettivo – ha spiegato il Presidente dell’Associazione Alfonso Gentile – è quello di mettere insieme arte e cultura, ‘riunire i saperi’, superando le divisioni tra ambiti umanistici e scientifici”. L’evento, che ha beneficiato dei fondi della Federico II destinati alle iniziative promosse dagli studenti, ha accostato due interventi piuttosto distanti per forma e contenuto, sebbene uniti dall’appartenenza in senso ampio alla categoria ‘cultura’, declinata in senso scientifico in un caso e artistico nell’altro. Ad aprire l’incontro è stato, infatti, il prof. Massimiliano Campi, docente della Facoltà di Architettura, il quale, con una relazione intitolata ‘Fare luce per conoscere il passato’, ha illustrato alla platea gli ultimi sviluppi nel campo del rilievo architettonico e archeologico dovuti agli scanner laser di ultima generazione. La ‘luce’ del titolo della relazione infatti, come spiega il prof. Campi, è quella dei raggi laser, i cui utilizzi possono cambiare a seconda della diversa modulazione di frequenza; una tecnologia che ha portato ad uno stravolgimento delle metodologie procedurali e delle applicazioni che ne derivano. “Ogni epoca ha inaugurato un nuovo linguaggio visivo legato a innovazioni tecnologiche”, ha esordito il prof. Campi; linguaggi visivi che, nel caso dell’architettura, si traducono anche in diverse modalità di rappresentazioni prospettiche degli spazi. Proprio le riproduzioni degli spazi architettonici, continua il professore, se fino ad ora hanno proceduto sempre attraverso semplificazioni ed analogie rispetto alla realtà rappresentata, con le tecniche digitali tendono ad imitare la realtà quanto più possibile, divenendo immagini sempre più evocative di interi ambienti e contesti, vere e proprie ‘rappresentazioni di modelli mentali’.
Dopo la relazione del prof. Campi e qualche domanda da parte del pubblico, la seconda parte dell’incontro ha visto l’esibizione del Coro Polifonico Universitario, che dal 1992 unisce studenti, docenti e tecnici amministrativi accomunati dalla passione del canto. Il Coro, composto da una cinquantina di ottime voci ben assortite e magistralmente dirette da Antonio Spagnolo, con l’accompagnamento al pianoforte di Andreina Morra, ha proposto un repertorio di sette brani, alternando composizioni polifoniche classiche a riadattamenti corali contemporanei: dalla Francia cinquecentesca di Thoinot Arbeau e di Pierre Attaignant all’Inghilterra del Seicento messa in musica da Henry Aldrich, fino a contemporanei come Gentry Stephens, o persino John Lennon e Paul McCartney. La prossima occasione, per chi volesse ascoltare il Coro, è il 21 giugno, quando si esibirà a Palazzo Reale nel corso della Festa della Musica; per dettagli e aggiornamenti www.cpu.unina.it.
(Vi.Sa.)
Dopo la relazione del prof. Campi e qualche domanda da parte del pubblico, la seconda parte dell’incontro ha visto l’esibizione del Coro Polifonico Universitario, che dal 1992 unisce studenti, docenti e tecnici amministrativi accomunati dalla passione del canto. Il Coro, composto da una cinquantina di ottime voci ben assortite e magistralmente dirette da Antonio Spagnolo, con l’accompagnamento al pianoforte di Andreina Morra, ha proposto un repertorio di sette brani, alternando composizioni polifoniche classiche a riadattamenti corali contemporanei: dalla Francia cinquecentesca di Thoinot Arbeau e di Pierre Attaignant all’Inghilterra del Seicento messa in musica da Henry Aldrich, fino a contemporanei come Gentry Stephens, o persino John Lennon e Paul McCartney. La prossima occasione, per chi volesse ascoltare il Coro, è il 21 giugno, quando si esibirà a Palazzo Reale nel corso della Festa della Musica; per dettagli e aggiornamenti www.cpu.unina.it.
(Vi.Sa.)