Il fratello ha una malattia genetica rara, lei sceglie Biotecnologie Mediche

Claudia Crina ha 24 anni ed è una laureanda in Biotecnologie Mediche. Ha scelto questo percorso di studi spinta da motivazioni familiari profonde. Gli ultimi passi della sua carriera li sta muovendo al Tigem, il Telethon Institute of Genetics and Medicine, in attesa che il futuro prenda forma e la riporti con più forza e strumenti lì dove tutto è cominciato. Claudia, perché Biotecnologie? “Credo che ognuno di noi nasca con una missione, che va scoperta man mano nel corso della vita. La mia si è palesata quando avevo circa quattro anni e nacque mio fratello Davide, che è affetto da una malattia genetica rara ancora non diagnosticata. Crescendo ho capito che più che pormi la domanda ‘Perché a noi?’, avrei dovuto chiedermi ‘Perché queste malattie?’. È una domanda alla quale solo la scienza può aiutarti a rispondere. Ed eccomi arrivata a Biotecnologie, che mi è sembrata la scelta giusta per avvicinarmi
il più possibile a tutto ciò”. Giunta quasi a fine percorso, soddisfatta della scelta? “Abbastanza, anche se il percorso non è stato proprio una passeggiata, ma quando sarà finito sicuramente lo apprezzerò tanto”. Quanti esami ti mancano alla laurea? “Pochi. Sinceramente non vedo l’ora di finire, chiudere questo capitolo e andare avanti”. L’esame che ti ha dato di più? “Mi hanno appassionato un esame a scelta della Triennale, Anatomia Patologica, e tutti gli insegnamenti di Genetica, il primo grande amore”. Principali difficoltà del percorso universitario? “Dover conciliare corsi, esami e tirocinio. Tutte cose strettamente necessarie, ma talvolta difficili da incastrare”. La tesi al Tigem: di cosa ti stai occupando? “Ho cominciato subito al primo anno della Magistrale il tirocinio e l’attività di tesi al Tigem, un istituto di eccellenza nel quale tanto desideravo fare un’esperienza. Essenzialmente lì faccio ricerca di base (studia un aspetto riguardante la sindrome oro-facio-digitale di tipo 1). È molto impegnativa, ma permette di avere una formazione ampia. La mia relatrice è la prof.ssa Brunella Franco, una docente di elevata preparazione e competenze, come del resto la maggior parte dei ricercatori e di tutte le figure dell’istituto. L’attività di tirocinio e lavoro di tesi mi ha impegnato sin da subito molto, soprattutto mentalmente. Credo sia lo stesso per tutti gli altri colleghi che stanno facendo le loro esperienze in altri laboratori”. Come questa esperienza sta indirizzando la tua professionalità? “Il lavoro al Tigem mi sta aiutando tanto, sia professionalmente che come persona. Sicuramente, rispetto a quando misi piede per la prima volta in laboratorio, quando non sapevo
fare veramente nulla, sono cresciuta. Come persona, mi ha insegnato a essere responsabile, a scoprire cosa sia il lavoro individuale e soprattutto di gruppo, a essere attenta anche alle necessità del laboratorio, al dovermi confrontare con persone di grande esperienza”. Consiglieresti ai tuoi colleghi la tesi al Tigem? “I tesisti al Tigem sono numerosi, c’è una forte richiesta. Penso che formarsi, crescere e fare un’esperienza in un istituto eccellente, che permette anche di lavorare al fianco di persone con una grande esperienza e competenza, sia un perfetto modo di cominciare ad avvicinarci a quello che abbiamo scelto come percorso di vita”. Obiettivi per il post-laurea? “Non so ancora bene, ho tante idee. Sicuramente so che il campo in cui vorrei lavorare è quello della genetica medica, delle malattie genetiche, soprattutto nella diagnostica, perché vorrei dare il mio contributo in un ramo che con noi, come famiglia, è stato carente, ma, secondo la mia esperienza, è di vitale importanza”.
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