Silvia, due anni in Russia, discute via skipe la sua tesi di laurea

Una Laurea Magistrale in Filologia Moderna e un doppio titolo riconosciuto sia in Italia che in Russia: Silvia Raucci sarà la prima studentessa dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli a conseguire una laurea spendibile in entrambi i Paesi. Giovedì 15 giugno, mentre andiamo in stampa, in diretta Skype, la studentessa, che attualmente si trova in Russia a Pyatigorsk, discuterà la sua tesi attraverso un doppio canale. “Vi sarà una Commissione qui in Italia – spiega la prof.ssa Rosanna Cioffi, Prorettore alla Cultura – che interrogherà la studentessa in italiano. Contemporaneamente, nel Caucaso, un’altra Commissione dialogherà con la nostra studentessa in russo. La laurea è riconosciuta da quelle parti come Linguistica ma, in realtà, ha molti esami in comune con la nostra Filologia”. La possibilità di studiare in un Paese così diverso: “è un’occasione straordinaria per i nostri ragazzi che consentirà loro di imparare la lingua. La nostra laureanda è in Caucaso da due anni dove ha sostenuto moltissimi esami. Ha dimostrato una disciplina e una volontà ferrea per portare a termine la Magistrale in un Paese straniero. Paese che però ha saputo incoraggiarla con l’ottima accoglienza che le è stata riservata”. La tesi, scritta in entrambe le lingue, verte sul famoso romanzo ‘Lolita’ dello scrittore russo Vladimir Nabokov. “Tramite Skype saremo parte integrante della discussione”, aggiunge il Prorettore. “La mia naturale curiosità”, la molla che ha spinto Silvia ad intraprendere questa esperienza. “L’alternativa sarebbe stata partecipare al progetto Erasmus, ma, dopo essere entrata in graduatoria, vi ho rinunciato. Così ho iniziato a pensare al Caucaso, anche se nutrivo un po’ di timore soprattutto per gli stereotipi circolanti. Poi, invece, sono partita”. Con una naturale propensione alle lingue (si è diplomata al Liceo Linguistico), Silvia è stata attratta anche dal piacere di un idioma nuovo, “da un percorso diverso”. Ma non è stato facile all’inizio. “La prima volta che sono atterrata è stato come un appuntamento al buio. Ero preoccupata”. L’impatto con la città di Pyatigorsk non è stato dei migliori: “volevo tornare a casa, la vita in quelle zone è totalmente diversa dalla nostra. Mi sentivo in un altro mondo, un mondo che però non mi apparteneva. La struttura del dormitorio era fatiscente, per nulla accogliente, e ho impiegato tanta fatica ad abituarmi”. Con il passare delle settimane la studentessa scopre: “che non è un dormitorio a fare il posto, ma le persone che ci vivono. Mi sono ritrovata al centro di diverse etnie: cinesi, americani, spagnoli. Ho stretto amicizia con tutti e imparato dalla diversità che si può vivere nel rispetto e nell’amore reciproco”. Stabilite le relazioni necessarie per la convivenza, lo scoglio più grande è stato imparare il russo. “Parlavo solo inglese e in questi posti è difficile relazionarsi con questa lingua. Le persone tengono molto a preservare il russo, ho capito che avrei dovuto imparare in fretta”. La sua tecnica: “l’ascolto per memorizzare le parole. Noi non siamo abituati a quei suoni, però occorre distinguerli per identificare
le parole”. Ora: “Il russo lo parlo benissimo. Certo, il cammino che ho percorso è stato lunghissimo e difficile. Cammino che si concluderà con il mio rientro in Italia a luglio, dove ridiscuterò, innanzi ai parenti, la mia seduta di laurea italiana”. A 26 anni, con un doppio titolo conseguito, cosa sogna Silvia? “Innanzitutto mi piacerebbe aiutare i ragazzi a vivere quest’esperienza, condividendo il mio vissuto. Poi, non escludo di intraprendere altri viaggi e magari cercare lavoro fra Mosca e San Pietroburgo”. Che tipo di lavoro? “Non ci ho ancora pensato, per un periodo ho insegnato italiano, magari potrei ripercorrere quella strada. Inoltre, mi piace scrivere. Aspiro a lavorare in una casa editrice russa per tradurre i libri italiani e non. Questo per ora è il mio più grande sogno, vedremo cosa lavita mi riserverà in futuro”.
 Susy Lubrano
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