Il karate secondo Vincenzo, neo cintura nera al Cus

“Alcuni bambini portano il mio stesso taglio di capelli. Altri imitano il mio modo di annodare la cintura. Proprio ieri uno di loro mi ha regalato un suo disegno, mi ha colpito molto”. L’immagine di Goku, celebre guerriero del manga Dragon Ball, ritratto su carta per ringraziarlo dell’allenamento. Al CUS Napoli Vincenzo Pistorio, 21 anni e da due studente di Scienze Motorie all’Università Parthenope, vive il Karate in doppia veste. Inizia come vice del Maestro Salvatore Tamburro negli allenamenti dei più piccoli. Poi passa dall’altra parte, per indossare il kimono dell’allievo. Un impegno di almeno quattro ore, tutti i giorni dispari: “da allievo fai di tutto per essere seguito. Da maestro cerchi soprattutto di ascoltare. Ogni bambino è un microcosmo. È un lavoro che dà tanto, ma richiede grande sensibilità. Dopo quattro ore in palestra vado via canticchiando, è la mia passione”. La soddisfazione: “una mamma è venuta a ringraziarci perché il figlio, affetto da disturbi alimentari, ha acquisito fiducia in sé stesso e si è difeso dal bullo della classe”. Vincenzo ha mosso dieci anni fa i suoi primi passi da karateka in una palestra vicino casa con il Maestro Antonio Cicatiello, “che mi ha cresciuto sportivamente”. Nel 2017 l’approdo al CUS Napoli su suggerimento di un suo collega di studio. Lo scorso dicembre è arrivata per lui la cintura nera di primo Dan, traguardo raggiunto insieme ad altri due compagni e studenti delle superiori Beatrice Rosolino e Claudio Iapicca. Cosa si prova? “Si farebbe prima a dire cosa non si prova”, risponde. E aggiunge: “la cintura in sé è un pezzo di cotone. È il valore che c’è dietro ad avere significato. Nero è un traguardo, non a caso è la somma dei colori di tutte le cinture precedenti. Nero è il colore delle tenebre, dell’incertezza, di tutte le sfide che ci sono davanti, nello sport, nello studio, nella vita privata, in tutto”. Il Maestro Tamburro come riferimento: “gli sarò sempre riconoscente. Mi ha insegnato tantissimo ed è grazie a lui che ho avuto la possibilità di tesserarmi alla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali)”. L’obiettivo è di affiancarlo per almeno due anni, tempo necessario per provare a intraprendere la strada verso l’insegnamento. Ancora ai bambini o agli adulti? “A entrambi. Il bambino è un libro bianco con tanti fogli sui quali scrivere. L’adulto è più complesso. Lì bisogna correggere pagine già scritte”. Nel frattempo, ha corretto le sue di pagine: “se oggi studio all’Università è grazie al Karate. Mi sono diplomato con il minimo dei voti. A scuola ero svogliato. Dieci anni di sport hanno sortito l’effetto sperato. Mi hanno dato serenità e disciplina. Non ho mai fatto un’assenza. Sono in regola con gli esami e ho una buona media. La carriera è al primo posto”.
Ciro Baldini
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