Il lungo viaggio di Medicina “inizia con un piccolo passo”

“Ogni lungo viaggio inizia con un piccolo passo”. Al prof. Lucio Nitsch, docente di Biologia Molecolare e Cellulare alla Facoltà di Medicina del Federico II, piace iniziare il suo corso rivolgendosi alle matricole con questo adagio. “Procedere a piccoli passi giorno dopo giorno – ci spiega – senza cercare di fare i salti è fondamentale per coloro che scelgono di studiare Medicina e Chirurgia”. I passi quotidiani della vita accademica si traducono, dunque, in presenza assidua e studio parallelo, senza dimenticare che il segreto per riuscire è seguire la programmazione didattica, costruita per essere accessibile allo studente, dall’inizio alla fine. “La presenza ai corsi è obbligatoria per tutti e cinque gli anni, ma al primo anno è molto più intensa, dopo comincia a sfumare. I ragazzi che si iscrivono a Medicina sanno che si tratta di un percorso di studi faticoso e intenso, ma, spesso, passano dalle superiori all’Università credendo di entrare a far parte di un sistema libertino, dove non ci sono interrogazioni…”. E invece cosa li attende? “Medicina è un percorso di studi in cui è fondamentale l’interazione quotidiana, essere in facoltà tutti i giorni, seguire le attività di didattica frontale e interattiva, cercando di sostenere gli esami ad ogni fine semestre, perché rimandare le prove significa sovraccaricarsi negli anni successivi….”. Partecipazione attiva ai corsi e studio assiduo si traducono in un’alta percentuale di promossi. Una conferma proprio dall’esame di Biologia Molecolare e Cellulare, previsto al secondo semestre del primo anno. “Al termine di ogni settimana, gli studenti redigono un test valutativo, alla fine del mese un test con domande a risposta multipla e, in sede d’esame, arrivano con un curriculum costruito che comprende tutte le attività svolte e un voto proposto. La prova orale sarà un correttivo di due o tre punti”. E riguardo il modo di affrontare gli esami: “le prove sono diventate ‘esami lotteria’, cioè tentativi che gli studenti ripetono ogni mese. E, invece, è importante capire che, se non si riesce a passare un esame, è inutile ripresentarsi ad ogni appello, piuttosto bisogna seguire di nuovo il corso. Inoltre, non si può pensare all’esame come un evento occasionale, per cui si studia in relazione della prova e poi si passa avanti”. Insomma, impegno, organizzazione e un ultimo consiglio del professore: “Più che cercare le risposte, invito i ragazzi a porsi domande. Con questo intendo dire che, spesso, sono talmente inquadrati nel sistema di studio che perdono la creatività. E non dovrebbe succedere”.
(Ma.Es.)
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