Il Ministro delle Attività Produttive macedone incontra l’Ateneo

“Questa estate andrò in Macedonia. Sono disponibilissima a trasferirmi”. Per Valeria, al terzo anno di Management delle imprese turistiche, ha avuto effetti decisamente entusiasmanti l’incontro tra la sua Università, la Parthenope, e il governo macedone. L’occasione per conoscere una realtà economica nuova e in forte espansione è stata offerta da un convegno tenutosi il 29 gennaio nella sede di via Acton. “Sfide ed opportunità nei mercati emergenti: il caso della Repubblica di Macedonia”. Questo il titolo di un incontro che ha visto i tanti studenti accorsi nell’Aula Magna ascoltare le parole di un onorevole ospite, Jerry Naumoff, Ministro delle attività produttive della Macedonia. Non è stata una giornata fine a se stessa, almeno a sentire il Rettore Claudio Quintano: “il collegamento che la Macedonia ha voluto riservare all’Università la dice lunga sulla necessità di questo rapporto. Dobbiamo dare sviluppo a quest’occasione”. Si è trattato, quindi, di un punto di partenza per una collaborazione che si spera proficua e che vedrebbe l’Italia avvicinarsi a un Paese in forte espansione. Quanto la Macedonia si stia aprendo al mondo esterno è stato spiegato dalla prof.ssa Maria Luisa Tufano, docente di Diritto dell’Unione Europea: “dal punto di vista commerciale, la Macedonia sta registrando interessanti progressi per quanto riguarda importazioni ed esportazioni”. Qualcosa si muove anche dallo “Stivale”: “sotto il profilo della cooperazione il Ministero degli esteri italiano sta finanziando programmi di collaborazione in materia sanitaria, culturale e ambientale”. 
 
Il “paradiso degli affari” ad un’ora di volo
 
Da una prospettiva tutta italiana è stato sviluppato l’intervento dell’altro relatore della giornata, il prof. Marco Ferretti, che alla Parthenope insegna Economia e Gestione delle imprese: “perché pensare a Cina e India e non a un Paese a noi vicino? La prossimità è fondamentale. Da Roma si può andare in Macedonia e tornare nell’arco di una giornata”. Motivo per il quale “spero che attraverso questo primo incontro si possa sfruttare un accordo di relazioni accademiche che porti a un’interazione sempre più forte con la Macedonia”. A questo punto la parola è passata al Ministro che, coadiuvato da un interprete, si è rivolto agli studenti nel suo american english da madrelingua: “quando ero studente volevo finire presto, ma, guardandovi ora, dico che ero uno sciocco. Sono felice di essere qui, questa è una città fantastica. Noi abbiamo culture, valori familiari e stili di vita simili. Spero possiate venire a visitare la Macedonia, è bellissima”. Altro che Paese alla frutta. Dopo un periodo difficilissimo durato dal ’91, con la separazione dall’allora Jugoslavia, al 2006, la Macedonia si è pian piano rimessa in piedi, attuando manovre di governo che hanno uno scopo ben preciso: “durante quei 15 anni abbiamo perso i nostri giovani. Le nostre politiche mirano a far tornare loro e a far venire voi dopo la laurea”. Una slide alle sue spalle proietta un titolo chiaro: “il paradiso degli affari”. A suo avviso gli ingredienti del successo del suo Paese sono bassa inflazione, moneta stabile e forte crescita economica: “tre sono i punti di forza del nostro business. Gli incentivi per i finanziamenti, la manodopera di qualità e un ottimo posizionamento. La Macedonia, infatti, è un crocevia per l’Europa e per l’Asia. Inoltre, la protezione degli investimenti è costituzionalizzata e ci sono sul territorio zone franche nelle quali non si pagano tasse per 10 anni”. 
 
Il 90% dei diplomati si iscrive all’università
 
Stupore misto a un pizzico di depressione serpeggia tra i presenti quando si parla di formazione. Gli universitari di Napoli hanno avuto bisogno dell’interprete per capire l’inglese del relatore. In Macedonia, invece, “la formazione è al centro di tutto. Da noi gli studenti hanno tutti il pc e dall’anno prossimo avranno anche un tablet. L’inglese è obbligatorio dall’asilo al liceo. Gli studenti che si laureano hanno compiuto ventitré anni di formazione linguistica. Il 90 per cento dei diplomati si iscrive all’università”. Se qualcuno dovesse avere dei dubbi: “è solo un’ora di volo, venite a vedere coi vostri occhi”. Probabilmente accetterà questo invito Alfredo Esposito, al terzo anno di Economia aziendale: “credo che sia molto positiva la collaborazione della mia università con il governo macedone. È un modo per aprirci anche ad altri paesi”. Categorica, in senso opposto, è stata, invece, la sua collega, Alessandra Vitello: “non mi trasferirei. Avendo una popolazione composta soprattutto da giovani è normale che la loro politica sia basata sugli incentivi e sulle agevolazioni. In Italia questo non sarebbe possibile”. Nota dolente, lo studio delle lingue straniere: “loro studiano inglese per ventitré anni. Io lo sto riprendendo adesso dopo cinque anni e mi sento come una bambina che inizia daccapo. Secondo me sarebbe importante anche qui studiare non solo l’inglese ma anche altre lingue”. Su questo discorso si è soffermata anche Arianna, al terzo anno di Management delle imprese turistiche: “lo studio delle lingue è molto importante, ma non si può pensare di migliorare tutto all’università. Si dovrebbe partire prima”. Non sono mancati spunti stimolanti. È rimasto particolarmente colpito l’aspirante economista Vincenzo Davide Tatè: “ho trovato molto interessante che il Ministro di una nazione straniera sia venuto a Napoli per portare avanti la sua nazione e le sue idee. Mi hanno colpito molto i discorsi fatti sulla tassazione e sulle agevolazioni per noi giovani in quel paese”. Tutto questo, a un’ora di aereo. Qualcuno seguirà Valeria?
Ciro Baldini
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