Il mondo dei “complementari”

Strano mondo quello degli esami complementari. Poco conosciuto, eppure indispensabile al fine del conseguimento della laurea. Sono tre gli insegnamenti a scelta tra il quarto e il quinto anno. A questi vanno aggiunte le discipline indicate dal piano di studi che possono essere sostituite tra loro sempre a discrezione dello studente. Scelta ardua che il più delle volte si affida ai ‘sentito dire’, alla semplicità del programma o al numero delle pagine da studiare. “In realtà il criterio da seguire – dice Marco Esposito, studente al quinto anno – dovrebbe essere quello di individuare una disciplina complementare nella quale poi specializzarsi nel post laurea. Scegliere qualcosa che piace aiuta ad affrontare lo studio in modo diverso; indirizzarsi ad un settore specifico, inoltre, dovrebbe poi aiutare in futuro quando si cerca lavoro”. Sono tante, infatti, le aziende che nel domandare lavoro chiedono la specifica, nei curricula, degli esami sostenuti. “Gli insegnamenti a scelta sono importanti – aggiunge Francesco Fusco, laurea a luglio – perché aiutano a specializzarsi in un campo specifico, cosa molto richiesta nel post laurea. Purtroppo, il più delle volte, gli studenti optano per discipline facili, che velocizzano il tempo di preparazione, pensano al presente e non al futuro. Io ho sostenuto Diritto Bancario, cattedra della prof.ssa Marilena Rispoli. Utile, semplice, il programma si basa su un testo di 150 pagine che però aiuta a capire dei meccanismi rilevanti nel mondo del lavoro”. 
Diritto Bancario
 il più gettonato
Nella top ten degli esami più gettonati, Diritto Bancario raggiunge quasi la vetta. A farle compagnia Teoria del federalismo fiscale (prof. Salvatore Villani), Diritto Romano (prof. Francesca Reduzzi), Sistemi fiscali comparati (prof. Raffaele Perrone Capano), Tutela internazionale dei diritti umani (prof. Pasquale De Sena) e Diritto Agrario (prof. Raffaele Rossi). “Gli esami complementari si scelgono per far alzare un po’ la media dei voti – afferma Claudia, studentessa al quarto anno – e quindi ci si orienta verso cattedre che presentano una buona percentuale di promossi e con voti alti. Spesso non si bada all’interesse della materia perché c’è bisogno di non perdere tempo e di raggiungere un buon risultato. Per questo motivo ho scelto Storia della costituzione romana, cattedra del prof. Cosimo Cascione. Breve e scorrevole, mi farà alzare sicuramente la media”. “Di solito – continua Giovanni Prato, al quinto anno – questi esami vanno ad affiancare nelle diverse sessioni gli esami più difficili, in modo da portare a casa un’ulteriore disciplina. Gli studenti cercano una materia che sia fattibile in un lasso temporale breve, al massimo 15-20 giorni. Un esame che supera questa soglia vuol dire che oltrepassa il limite, quando i programmi si aggirano intorno alle 600 pagine non si tratta più di complementari ma di esami veri e propri che richiedono una preparazione superiore”. Anche Diritto Industriale con il prof. Giuseppe Guizzi è fortemente sponsorizzato dagli studenti. “Prende spunto dal Diritto commerciale, è interessante e proietta verso il mondo del lavoro. Il programma si aggira intorno alle 350 pagine, una media standard per gli insegnamenti a scelta. Consiglio di seguire il corso per ottenere risultati migliori”, sottolinea Maria Laura, studentessa al quinto anno.
Tra gli insegnamenti previsti nel piano di studi figurano anche Logica ed informatica giuridica, Teoria dell’interpretazione ed argomentazione giuridica, Sociologia del diritto e deontologia professionale. Una di queste tre discipline deve essere scelta obbligatoriamente. Le due restanti, invece, possono rientrare negli insegnamenti a scelta. “Mi sento di consigliare, fra i tre, Logica ed informatica giuridica col prof. Francesco Romeo, più breve e semplice rispetto agli altri – dice Marco Lubrano, studente al quinto anno – Sociologia, cattedra del prof. Giovanni Marino, è molto lungo, sulle 550 pagine, ed è anche difficile da capire. Quindi se non si sceglie nel piano di studi suggerisco di lasciarlo perdere come complementare”. “La cattedra del prof. Marino – continua Ida Grappa – è molto esigente. Ad ogni seduta c’è sempre un buon numero di bocciati. I voti poi sono abbastanza bassi. Sono stata promossa con 23, non me l’aspettavo, perché con queste materie si tende spesso a raggiungere un voto alto”. Per Teoria dell’interpretazione, cattedra del prof. Angelo Abignente, voti alti ma tempi di preparazione medio-lunghi. “Ottima cattedra – afferma Lucia – I casi di bocciatura sono  molto rari ed i voti accettabili. Purtroppo il manuale non è di facile interpretazione e se si ha poco tempo non è il programma adatto. Questa disciplina richiede almeno un mese intenso di studio, senza dispense o surrogati vari. La mia esperienza è stata positiva, ho avuto 30 e lode, ma ho studiato quasi due mesi, e a conti fatti non conviene perdere così tanto tempo”. Quello che si cerca, quindi, è una materia semplice, gestibile in poco tempo e che permetta di avere un voto alto. “Ho scelto una materia diversa, che pochi includono nei programmi di studio – racconta Pasquale, studente al quinto anno – L’esame di Diritto degli enti locali, cattedra del prof. Ferdinando Pinto, è molto semplice. Seppur il testo si aggiri intorno alle 400 pagine, lo consiglio vivamente. Ottimo docente, voti abbastanza alti e programma fattibile in 20 giorni”. 
Disinformazione 
sugli insegnamenti 
disattivati
La storia è un po’ diversa se, invece, ci si riferisce agli esami complementari disattivati. Previsti per gli studenti del vecchio ordinamento, restano in vigore solo per le matricole 01/031/131/132. Le informazioni che si trovano al riguardo sono scarse e spesso non veritiere. “Siamo un Corso di Laurea ormai ad esaurimento – sottolinea Francesca – e quindi molto spesso veniamo dimenticati. Ho nel mio piano Contabilità di Stato e Criminologia, insegnamenti che adesso non trovano spazio nemmeno più nelle bacheche universitarie. Gli stessi docenti che hanno ereditato la cattedra non sanno bene quali programmi consigliare e in questo modo si rischia di fare brutta figura in sede d’esame, tra professori ed assistenti che non conoscono bene le domande da porre”. Situazione condivisa dai tanti fuori corso. “Per Politica Economica, il prof. Carlo Panico mi ha consigliato di portare il vecchio programma che all’epoca era indicato sulla Guida dello studente – racconta Giovanna – Peccato che i manuali di riferimento non siano reperibili. Così i libri si fotocopiano in Dipartimento, qualora si riesca a capire il programma su cui orientarsi”. Stessa storia per discipline come Filosofia Politica (prof. Giovanni Marino), Medicina Legale (prof. Bruno Assumma), Legislazione Minorile (prof. Vincenzo Maiello), Esegesi delle fonti del diritto italiano (prof. Cristina Vano). “E’ difficile trovare informazioni su queste materie – incalza Romina – Anche gli stessi Dipartimenti sono sprovvisti di comunicazioni ufficiali da fornire agli studenti del vecchio ordinamento. Completamenti cancellati dalla vita universitaria, questi esami dovrebbero trovare almeno conferma nelle bacheche dipartimentali, in modo che uno studente non debba perdere tempo a cercare ciò che dovrebbe essere normale sapere”. “Per reperire il programma di Politica economica e finanziaria – continua Giuseppe – sono dovuto andare a ricercare la vecchia Guida dello studente in modo da poter proporre al prof. Panico il programma da studiare. E’ inammissibile che la Facoltà ci abbia dimenticato. Noi continuiamo a pagare le tasse”. Giulio Di Colandrea, matricola 131, dice: “Bisognerebbe creare nel sito internet di Giurisprudenza una pagina dedicata interamente alla vecchia guardia. Uno scambio di informazioni fra docenti e studenti sugli esami disattivati, con notizie concrete e interessanti. In questo modo l’informazione sarebbe equa e ripartita fra tutti, invece di accontentarsi delle semplici voci di corridoio”. Una proposta per i rappresentanti: “Sarebbe opportuno che si occupassero anche della laurea quadriennale, formulando proposte per chi come me è ancora studente. In fin dei conti – conclude Giulio – abbiamo pari diritti ad essere informati e tutelati nel proseguimento degli studi”.
Susy Lubrano
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