Matricole in toga per un giorno

Studenti in toga per la settima edizione della Moot Court Competition, la simulazione processuale organizzata dall’associazione Elsa Napoli che ogni anno vede squadre di studenti confrontarsi su un caso concreto, di fronte ad una giuria composta da docenti universitari e professionisti del diritto. “Un appuntamento irrinunciabile – commenta il Preside Lucio De Giovanni – Un esperimento didattico che permette ai ragazzi di confrontarsi con casi giuridici di grande attualità”. Sei le squadre che hanno dato il via al processo il 27 maggio, studenti in veste d’attore o di convenuto hanno esposto arringhe dettagliate, cucite su misura al caso esposto. A presiedere la giuria Massimo Troise, Presidente di Sezione del Tribunale di Napoli. “Il passaggio dal teorico al pratico è fondamentale, i ragazzi del primo anno devono sfruttare appieno quest’opportunità. Perché anticipare ciò di cui si occuperà nel post-laurea permette di individuare la strada da intraprendere”. In giuria anche Antonio Areniello, Segretario del Consiglio dell’Ordine dei Notai di Napoli, Nola e Torre Annunziata. “Questo tipo di iniziative  – dice – aiuta a vivere da vicino l’esperienza forense. Scopo dell’incontro è proprio quello di rapportarsi al mondo lavorativo con un dibattimento orale e la presentazione di arringhe degne di un vero e proprio processo”. Coordinatore scientifico dell’evento il prof. Fernando Bocchini, da sette anni ormai punto di riferimento dell’associazione Elsa Napoli. “Il diritto vivente, oggi più che mai, affianca e a volte supera la norma apportando cambiamenti fondamentali nella realtà in cui viviamo – commenta il docente – Per questo motivo l’esperienza della simulazione abitua a studiare il caso concreto, attraverso una comparsa si trascrive il cambiamento che il diritto subisce nel tempo”. In più, sottolinea il docente, “si comincia a scrivere. La Moot Court permette di stabilire una connessione forte tra colloquio e scrittura fornendo quella maturità necessaria che a volte manca in sede d’esame. I ragazzi del primo anno che si apprestano a sostenere Diritto Privato saranno sicuramente avvantaggiati nell’esposizione orale”. Grande emozione fra gli studenti. Le matricole affrontano dei mini processi, con arringhe studiate ad hoc, esempi riportati dalla giurisprudenza attuale. Indossano la toga per la prima volta, si infervorano nelle arringhe per far valere le proprie ragioni. “E’ una esperienza irripetibile – commenta Aniello Chianese, Presidente Elsa Napoli – I ragazzi si avvicinano al mondo del diritto in modo ludico, non ci sono vincoli di procedura, ma solo tanto divertimento nell’applicazione giuridica. Le matricole si allenano anche all’esposizione orale. Grazie al prof. Bocchini, gli studenti si preparano all’esame di Privato attraverso casi giurisprudenziali”. Quest’anno si è registrata una minore partecipazione: “la paura di mettersi in gioco è tanta e ad un passo dagli esami tutti pensano solo a studiare”. 
Tre i componenti della squadra che si è aggiudicata la vittoria: Francesca Tortora, Marianna Astuti e Francesco Arpaia.  Sono tutti studenti del primo anno. “L’idea di poter indossare la toga partecipando ad un vero processo – spiega Marianna – è stata accolta con entusiasmo. E’ stato faticosa ma ne è valsa la pena”. “I collaboratori di cattedra – continua Francesco – ci sono stati vicino e hanno dato l’indirizzo giusto alle nostre ricerche. Un modo di studiare Privato realmente unico”. Esperienza entusiasmante anche per Francesca: “L’esposizione dell’arringa è il momento più difficile, innanzi alla giuria viene sempre un po’ di tremarella. Per fortuna è andata bene, mi sono divertita tantissimo. In queste settimane ci siamo sentiti degli avvocati veri; indossare la toga è stata un’emozione ancora più forte”. Premio per miglior Difensore a Immacolata Sorge la quale racconta: “è stato davvero difficile trovare il coraggio di sostenere lo sguardo interrogativo della giuria. Rompere il ghiaccio è stata la cosa più dura, dopodiché mi sono lasciata trasportare dalle parole e alla fine mi sentivo davvero un po’ avvocato. Esperienza unica da consigliare a tutti gli studenti, non solo alle matricole”.  A chiudere l’incontro il prof. Bocchini: “i ragazzi erano molto preparati, a testimonianza del fatto che ci vuole maturità per gestire il diritto. Le tesi svolte avevano tutte una loro validità e questo mi riempie di gioia perché il mondo del lavoro è fatto di collaborazione. La simulazione da sempre aiuta a lavorare in gruppo e sviluppa il senso d’appartenenza che il diritto ha col mondo in cui si vive”. 
Susy Lubrano
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