Il Preside: “il campo d’azione della professione si è notevolmente allargato”

“Non credo che ci siano più delle Facoltà in grado di garantire un lavoro dopo la Laurea. La cosa certa è che qui si ottiene un titolo di studio più che valido e quindi spendibile nel mondo del lavoro. Naturalmente, l’impegno da parte degli allievi deve essere proporzionato all’importanza delle materie che si vanno ad affrontare”, afferma il Preside della Facoltà di Veterinaria, prof. Luigi Zicarelli. La Facoltà attiva due Corsi di Laurea: Tecnologie delle Produzioni Animali, di durata triennale e ad accesso libero, e Medicina Veterinaria, a numero programmato e di durata quinquennale. I posti messi a concorso per Veterinaria sono 104, più 10 per gli studenti extracomunitari (il bando sarà pubblicato a breve sul sito d’Ateneo). Una ventina in meno rispetto all’anno scorso, in cui le domande di partecipazione sono state oltre 650. La prova di ammissione si svolgerà il prossimo 7 settembre e verterà su 80 quesiti, che presentano 5 opzioni di risposta. Le materie della prova sono: Cultura generale e ragionamento logico, Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. “Ormai il numero chiuso non rappresenta più una garanzia – prosegue il Preside – in quanto oggi il numero dei veterinari è sovradimensionato. Questo non è un fatto completamente negativo appunto perché i laureati, essendo tanti, si ritrovano a svolgere attività di consulenza in settori all’interno dei quali precedentemente non esisteva tale figura professionale. Gli allevamenti ittici, per fare un esempio, sfruttano solo da alcuni anni la presenza del veterinario. Il campo d’azione di questa professione si è dunque, notevolmente allargato”. 
Agli studenti che stanno per affrontare il primo anno, il Preside raccomanda la costanza nel seguire i corsi e nello studio. Anche se si troveranno di fronte a materie che apparentemente hanno poco a che fare con la professione di veterinario: Matematica, Fisica, Chimica, Biologia. 
“Ci si laurea più o meno in sei o sette anni – assicura Zicarelli – Se si crea una buona sinergia tra studenti e docenti, attraverso la presenza attiva in Facoltà, i tempi si abbreviano. Anche perché, nel momento in cui si seguono sempre i corsi, si arriva all’esame sapendo quali sono esattamente gli argomenti sui quali essere ferrati. Inoltre, credo che il solo studio sui libri non sia neppure lontanamente paragonabile ad una lezione tenuta da un docente universitario”.
Sono diversi gli sbocchi professionali che un laureato in Veterinaria ha a disposizione. Fare il veterinario non vuol dire solo curare i piccoli animali. “Per quanto riguarda la libera professione, si va dalla cura degli animali da compagnia a quella degli animali sportivi, come i cavalli e gli animali da produzione zootecnica (bovini, suini, polli). Esistono poi delle possibilità lavorative per quanto riguarda le consulenze zootecniche, anche all’interno dei parchi pubblici, per gli animali selvatici. Un settore in crescita è quello della cosiddetta pet therapy, che sfrutta i benefici psicologici derivanti dal contatto con un animale domestico per coadiuvare le cure ai pazienti affetti da disagi psicologici (dovuti a traumi di diverso tipo), nell’ambito di terapie riabilitative e in alcuni casi per la sindrome di down. Da non sottovalutare, la possibilità di impiego nel sistema sanitario nazionale. Questo settore è generalmente diviso in tre aree: quello della profilassi animale; quello dell’ispezione degli alimenti (il veterinario rappresenta una delle figure principali nell’ambito della sicurezza alimentare); l’igiene degli alimenti”. A questo proposito, il Preside ricorda che il 70% delle malattie infettive diffuse negli ultimi 30 anni (come ad esempio, l’influenza aviaria e quella suina) derivano dagli animali. “Il veterinario ha una conoscenza completa dell’animale, dal momento della nascita a quello del consumo. Per questo, sebbene siano in molti ad occuparsi di sicurezza alimentare, nessuno può avere le stesse conoscenze e competenze di un veterinario”.
 
I servizi su Veterinaria sono di Anna Maria Possidente
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