Il prof. Bruzzese “bisogna fare i conti con Statistica per diventare un buon medico”

“Mi spaventa di più Statistica e Informatica medica, perché non l’ho mai studiata a scuola”. Un’unica frase che ha tante paternità. Molti dei nuovi iscritti al primo anno di Medicina temono questo corso, perché mai fino a ora hanno letto una riga in merito. Eppure “Statistica medica è lo strumento con cui i ragazzi si dovranno confrontare sicuramente nella loro vita”. Il monito è del prof. Dario Bruzzese, membro della squadra di docenti che si occupa di questo insegnamento, che aggiunge: “per aggiornarsi, bisogna consultare la letteratura scientifica. Per leggerla, però, serve la Statistica perché, in media, un terzo di un lavoro scientifico adotta termini statistici per descrivere i risultati ottenuti”. Un vero e proprio linguaggio col quale deve fare i conti uno studente “se vuole diventare un buon medico o un ricercatore, non solo perché ne avrà bisogno per valutare in prima persona i risultati degli esperimenti, ma anche per essere in grado di interloquire con gli statistici”. Meglio quindi acquisire familiarità con contenuti del programma come tipi di ragionamento, variabili qualitative e quantitative, e tanto altro. Tutto sviluppato nel corso di lezioni frontali, ma non solo: “sono previsti incontri con professionisti che discuteranno di problemi di natura clinica. Gli studenti saranno chiamati a collegarli con gli aspetti teorici discussi durante la lezione”. Una modalità di insegnamento “che ho ereditato e seguo con piacere dal decano della disciplina, il prof. Umberto Giani. È un momento molto importante per la materia, perché, trovandola al primo anno, per gli studenti spesso ne è poco chiara l’utilità. Il confronto con i clinici può aiutare in tal senso”. Testi e risorse digitali gli strumenti per lo studio consigliati attraverso la guida dello studente. Fondamentale, però, è “seguire in maniera costante e non lasciarsi indietro i dubbi. Se mancano le basi, tutto l’edificio crolla. Le prime lezioni sono semplici da seguire, ma gli studenti si renderanno ben presto conto che non sarà così in seguito, quando verranno introdotti concetti molto più elaborati”. E si aggiungerà un altro insegnamento, Informatica: “inteso in un’accezione molto elementare, cioè nella capacità di gestire un foglio di calcolo e di organizzare in maniera coerente le informazioni raccolte. Di certo non si parla di programmazione, non avrebbe senso farlo qui. Un approccio informatico, però, è utile, visto che ormai anche le cartelle cliniche sono computerizzate”. Non sono previste prove intercorso. Per le verifiche bisognerà attendere gennaio: “l’esame è scritto e orale. Ci sono degli esercizi nei quali non è necessariamente richiesto l’utilizzo di formule. Spesso proponiamo domande a risposta aperta in cui bisogna evidenziare certe ingenuità inserite in maniera artificiale nelle affermazioni riportate”. Diverse tipologie, quindi, ma niente risposte multiple: “crocette no, non è nella nostra abitudine”. Il consiglio alle matricole: “studiare continuamente perché i contenuti devono essere elaborati e digeriti. Non è possibile pensare di prepararsi a fine corso. C’è bisogno di tempo per metabolizzare i concetti”.
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