Il prof. Rescigno riceve il premio “Satyrion”

Riprendono le attività al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali. Il 25 settembre partono le lezioni per gli studenti iscritti ai due Corsi di Laurea Triennale – Lettere e Conservazione dei Beni Culturali – e alle Magistrali in Archeologia e Storia dell’Arte e Filologia classica e moderna. Rapporti con l’estero – prima dell’estate, ciliegina sulla torta la corona d’alloro per la prima laureata a doppio titolo con l’Università Statale Linguistica di Pyatigorsk in Russia – e il costante affiancamento teorico agli interventi pratici sul territorio, dove si può toccare con mano ciò che si studia fra i banchi universitari, i tratti distintivi del Dipartimento. Una possibilità garantita anche dalla folta presenza di ricercatori impegnati nei diversi Laboratori ed anche nelle attività di scavo organizzate dal Dipartimento. Esemplare l’attività del prof. Carlo Rescigno, docente di Archeologia Classica, il quale proprio lo scorso 3 settembre ha ricevuto a Taranto il prestigioso riconoscimento “Satyrion”. “Il premio si tiene da più di un decennio e vanta un albo molto cospicuo di persone addette al settore. Il riconoscimento mi è stato consegnato in virtù della mia attività di ricercatore – spiega il prof. Rescigno – condotta soprattutto nella Magna Grecia sia in maniera individuale, sia con gruppi di studenti, dottorandi e colleghi ricercatori. Ritengo che il nostro territorio, l’area meridionale, sia di fondamentale rilevanza ai fini scientifici:luogo di movimenti e di composti di identità, vanta una storia molto articolata cheè possibile leggere per frammenti.  In esso è possibile rispecchiare dinamiche che ancora oggi, in modi e tempi diversi, attraversano il Mediterraneo. Un mare che crea scontri ma soprattutto crea unione di pensiero. Bisognerebbe costantemente tenere a mente la capacità plastica di questo territorio che contiene colonizzazione, storia, fino agli eventi contemporanei. Tutto questo andrebbe tributato ai grandi centri della Magna Grecia come Taranto, ancora attivo ed esistente, o il sito di Sibari che, distrutto, via via sparisce. Nella ricerca archeologica non ci si pone l’obiettivo di trovare soltanto testimonianze ma anche realtà territoriali”. Il prof. Rescigno, oltre a vantare numerosi lavori di ricerca nei siti della Magna Grecia, è detentore di uno scavo a Cuma in concessione ministeriale, così come intrattiene un rapporto costante con la Sovraintendenza della Regione Basilicata. Campagne di scavi nel Metaponto – presso San Biagio – e anche “da quattro anni, con la Vanvitelli, un’attività di scavo a Pompei, che è stata già in parte conclusa, e stiamo lavorando all’edizione del santuario di Apollo, scavando in profondità oltre i livelli proposti nel ‘79. Ogni anno queste attività sono a disposizione degli studenti. In estate, in corrispondenza del silenzio didattico, riprenderemo la ricerca su Cuma con gli scavi sull’acropoli ed il suo Tempio di Apollo”. Ma le indagini sul campo proseguono anche nell’ambito museale: “Con un piccolo gruppo di studenti abbiamo analizzato i materiali architettonici del Museo di Taranto – conclude il docente – che vanta le decorazioni più antiche della Magna Grecia”.
Maria Teresa Perrotta
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