Mesti i commenti dei Presidenti dei Corsi di Laurea al termine dell’ultimo Consiglio di Facoltà. “Siamo molto dispiaciuti di aver dovuto chiudere Astrofisica, era un Corso di eccellenza e fonte di lavoro per i nostri studenti anche se, purtroppo, spesso costretti ad andare all’estero”, dice il prof. Fulvio Peruggi, Presidente di Fisica, Corso di Laurea che ha rivisto la sua offerta formativa ridimensionando i suoi curricula magistrali che da otto sono diventati quattro. Rammaricato anche il prof. Claudio Agnisola, Presidente di Biologia delle Produzioni Marine, percorso destinato all’esaurimento, almeno per quanto riguarda la formazione triennale. “Era una cosa della quale abbiamo discusso a lungo, ma purtroppo sono prevalse ragioni di tipo economico legate al numero degli iscritti e alle necessità complessive della Facoltà”, dice il docente. “In Italia, con il nuovo ordinamento, sono nati diversi Corsi analoghi, ma nessuno aveva raggiunto il nostro successo. Da noi vengono tantissimi ragazzi da fuori regione. Stiamo comunque lavorando ad una Laurea Magistrale, magari in collaborazione con il Corso di Scienze Biologiche, visto che entrambi abbiamo sede al centro storico. Vogliamo restare un punto di riferimento per tutti gli appassionati del mare”. Di novità e di future revisioni parla, invece, la prof.ssa Laura Fucci, Presidente di Biologia Generale e Applicata. “Ovviamente il numero programmato è già una bella novità, ma le indicazioni che arrivano dal Ministero invitano ad una ulteriore revisione. Non ho ancora parlato con i colleghi, ma dovremo rivedere di nuovo i regolamenti, avvalendoci dell’esperienza di questi anni e delle indicazioni che ci arrivano dagli studenti, visto che prestiamo una grande attenzione alla valutazione interna”, dice la docente. Numero programmato: “non è una cosa che condivido, ma abbiamo l’obbligo di garantire un certo livello di qualità, di formare bene gli studenti e di essere soddisfatti del lavoro che facciamo”. Dal prossimo anno il Corso ammetterà 500 studenti: “rappresenta il numero massimo che possiamo accogliere viste le nostre forze e l’impegno costituito dalle tesi di laurea che si svolgono nei nostri laboratori, usufruendo dei fondi di ricerca di cui disponiamo, perché i soldi destinati alla didattica li investiamo tutti per fare esercitazioni ed attività d’aula. E con i nostri numeri ogni esercitazione deve essere ripetuta almeno una ventina di volte”. Valutazioni analoghe anche a Scienze Biologiche. “Non potremo avere ancora troppe diversificazioni. Per questo dovremo procedere ad una profonda ristrutturazione. Già dal prossimo anno, Igiene passa al terzo anno, Genetica al secondo e non attiveremo il curriculum in Biosicurezza, cercando comunque di conservarne la formazione”, dice il Presidente Paolo Caputo, il cui Corso a settembre si aprirà a 660 studenti. “Un numero che rappresenta un compromesso fra diverse esigenze – dice – In primo luogo, non avere un atteggiamento punitivo nei confronti degli studenti, non sottoutilizzare le risorse umane e strutturali delle materie ragionevolmente rappresentate e gestire aule che oscillano fra i 100 e i 120 posti”. Per ridurre il numero degli studenti che si arretrano gli esami e contenere il fuori corso, inoltre, il Corso sta pensando di stabilire un tetto di crediti minimo per iscriversi o per sostenere esami del secondo anno, istituendo inoltre un tutorato obbligatorio. Anche Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura ha introdotto il numero programmato, che è in realtà più elevato degli immatricolati che ogni anni scelgono questo campo di studi. “Abbiamo in genere 70–80 studenti l’anno, ma non abbiamo forze sufficienti per reggere l’impatto di trecento o quattrocento studenti. Abbiamo portato il numero di studenti ammessi a 150, ovvero una classe ministeriale, in modo da non dover sdoppiare i corsi, perché siamo pochi e il numero di docenti si sta riducendo sempre più. Quest’anno io ho ricoperto sei incarichi didattici, tutti non retribuiti. Non possiamo permettere che il sovraffollamento delle aule si sposti al nostro Corso”, commenta il Presidente Vincenzo La Valva.