Il rebus del voto di laurea

Prima di misurarsi in una gara tutti gli atleti conoscono le regole del gioco. Una regola non sempre osservata nelle università. Un esempio, la questione del voto di laurea ad Ingegneria: non tutti gli studenti conoscono i criteri in base ai quali viene calcolato il punteggio finale. Si scopre così che la laurea triennale è tutt’altro che completa dal momento che il punteggio conseguito avrà ripercussioni non di poco conto anche sul voto della specialistica. Come è possibile? Lo è secondo il decreto ministeriale 509 del 1999 per il quale il voto di laurea della specialistica deve essere calcolato sulla base di 300 crediti. Dal momento che il totale di questi crediti è ripartito fra triennale e specialistica (rispettivamente in 180 e 120 crediti), il voto conseguito dopo i primi tre anni non può non avere incidenza su quello del biennio che si conclude con la laurea magistrale. Esattamente si arriva alla discussione della tesi con un punteggio determinato dalla media ponderata dei voti conseguiti per i singoli esami del biennio. Restano da assegnare altri 8 punti al momento della discussione dell’elaborato della specialistica. Di questi 4 sono assegnati in base al contenuto e all’esposizione della tesi ed altri 4 in base al voto conseguito alla triennale. Con precisione il laureando può ottenere fino a 3 punti in proporzione al voto conseguito alla triennale e può vederseli assegnati tutti e 4 solo se si è laureato con lode nei due anni precedenti. In altre parole 4 punti per i 110 e lode, 3 per i laureati con 110, poi 2 punti o un sol punto a scendere per i laureati alla triennale con non meno di 101. Si tratta di linee guida sancite dal Collegio dei Presidenti di Corso di Laurea che rappresentano però soltanto un orientamento. Formalmente, infatti, la Commissione di laurea è sovrana. Composta da 11 membri ognuno dei quali può assegnare 10 punti determinando il voto finale da 100 a 110. Il criterio di calcolo più sofisticato e moderno dunque si riduce ad un orientamento delle commissioni, ma non è rivestito di ufficialità. O almeno lo studente non trova adeguata indicazione a riguardo nelle guide di facoltà. Le cose sembrano cambiare col decreto ministeriale 270 del 2004. Il voto finale sarà calcolato infatti sulla sola base dei 120 crediti del biennio. Ma al momento risulta attivato solo il primo anno mentre per tutti gli iscritti ad anni successivi il problema resta. Un problema non di poco conto tenendo presente che ben 4 degli 8 punti finali sono calcolati in base all’esito del triennio. Che ne beneficiano solo gli studenti che abbiano conseguito un voto fra 100 e 110 e lode. Che ben un voto è determinato dalla lode. Che lo studente ne viene a conoscenza quando è ormai troppo tardi per correggere il tiro della sua media. Nonostante la campagna di sensibilizzazione da parte dei rappresentanti degli studenti, quasi nessuno è a conoscenza del criterio. “Cerchiamo di dare delucidazioni ai ragazzi attraverso attività di orientamento, ma sarebbe preferibile che gli stessi professori comunicassero ai neo-iscritti alcune informazioni importanti come questa” dichiara Giovanni Esposito, rappresentante degli studenti del corso di laurea in Ingegneria Gestionale. Domenico Petrazzuolo, studente di Ingegneria dell’Automazione e consigliere di Facoltà, ha notato, insieme al Presidente del Consiglio di Ateneo Marco Race, che in altre università italiane il voto della triennale non incide su quello della magistrale. Ne ha fatto nota al Miur e, in attesa, ha proposto di ridurre il numero dei punti da assegnare in virtù del triennio passando da 4 a 2. Al palo anche una ridefinizione dei beneficiari. In sostanza si chiede di calcolare i punti in base ad una valutazione pregressa che vada dal 90 al 110 e lode senza escludere dal beneficio tutti gli studenti con una valutazione inferiore al 101. “Non sarà facile però – dichiara Petrazzuolo – perché cambiamenti di questo tipo genereranno discriminazioni fra gli iscritti ai diversi ordinamenti e sarà complicato operare scelte che possano contemperare le esigenze di tutti”.     
Roberto Galasso
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