Il Suor Orsola premia i suoi laureati eccellenti e incontra il mondo delle professioni

Di cosa e chi ha bisogno il mercato del lavoro? Dove specializzarsi e perché? Su quali risorse puntare? A queste ed altre domande hanno risposto imprenditori e manager di enti pubblici e privati e laureati eccellenti dell’Università Suor Orsola presenti in Sala degli Angeli per l’incontro svoltosi il 18 aprile: “Il laureato che vorrei assumere”. Premiati dal Rettore Lucio D’Alessandro con una medaglia d’argento, gli invitati hanno raccontato un po’ delle loro vite agli studenti dell’Ateneo e delle scuole superiori, allo scopo di analizzare le richieste di mercato sul laureato ideale. “Di cosa c’è bisogno perché l’alta formazione sia utile? Di apertura tra Università e mondo del lavoro. Molti dei nostri laureati ce la fanno e continuano a farcela, nonostante il difficile periodo che stiamo attraversando. Il segreto sta proprio nell’incontro tra l’amore per il sapere e l’applicazione pratica. Oggi mi sento anch’io un premiato, perché è sempre una gioia veder crescere le eccellenze formate del nostro Ateneo”, apre il Rettore. “Oggi ci sono tutti gli ingredienti necessari per creare un circolo virtuoso nella nostra società”, aggiunge il Manager Didattico Natascia Villani. Moderatore d’eccezione, Irene Alison, Direttore Magazine Rearview Mirror, che cede subito la parola al noto divulgatore scientifico radiotelevisivo e docente universitario Alessandro Cecchi Paone, il quale inaugura il suo corso in lingua inglese: “da sempre ci sono due modi per trasmettere il sapere: conservativo ed eversivo, il mio è decisamente il secondo. Insegno documentarismo e lo si può fare soltanto sul territorio, non in aula”. Spiega le caratteristiche che deve avere un suo collaboratore tipo: “con me lavorano già studenti del Suor Orsola, li porto in redazione solo se sono bravi, ed essere bravi vuol dire avere una vocazione ed un’ottima padronanza della lingua inglese, senza la quale è impossibile interagire”. Al momento sta curando la comunicazione per la Coppa America, “evento fondamentale per far conoscere la nostra regione a mercati esteri. Saper intercettare a volte vuol dire anche risolvere i problemi finanziari del Paese”. Napoli è infatti un luogo di passaggio per ora, “ma ci dobbiamo impegnare affinché diventi meta dove restare”, si riallaccia Claude Costella, General Manager Accor Hotels Italia. “Sono di origine francese, ma ho avuto esperienze professionali in tutta Europa. Ho potuto constatare che purtroppo nessuno si ferma qui. La vera sfida che ho intrapreso nel settore turistico (con Palazzo Caracciolo ad esempio) è appunto quella di far interessare alla città”. Costella assume chi gli dimostra un valore aggiunto: “chi ha passione ed è capace di vedere il bicchiere mezzo pieno, chi affronta e supera il momento critico. Mi paragono ad un treno che viaggia, si può scegliere di salire o no. Non offro lavoro, ma opportunità di dimostrare qualcosa. Gli stessi ragazzi del Suor Orsola hanno avuto questa possibilità, organizzando una serata a Palazzo Caracciolo il 22 aprile. Mi hanno mostrato quello che cercavo: personalità, passione ed innovazione”. C’è chi viene dall’estero e vuole si resti a Napoli, ed il napoletano DOC che non si allontanerebbe mai dalla sua città, come Maurizio Marinella, Amministratore dell’Eugenio Marinella srl, azienda leader mondiale nella produzione di cravatte. “Tra un anno festeggeremo un secolo di attività, risultato ai confini della realtà per un’azienda napoletana apprezzata in tutto il mondo”. Marinella racconta la sua storia: “sono stato messo al mondo per portare avanti l’azienda di famiglia e fin dagli otto anni catapultato in negozio. Ho voluto proseguire gli studi di Economia e Commercio, con stupore di mio nonno, che pensava fosse una perdita di tempo. Grazie alla tenacia sono rimasto nella mia città ed il mio obiettivo è spingere le persone a restare”. L’internazionalizzazione è comunque importante per la sopravvivenza di un’azienda: “se Marinella avesse aperto in tutto il mondo, avrebbe perso il suo appeal, ma nel nostro lavoro è necessario farsi conoscere, per cui abbiamo aperto negozi a Londra, Lugano e Tokyo”. Un’Università degli antichi mestieri, il sogno nel cassetto dell’imprenditore nostrano: “all’attivo ho due laboratori nei quali vorrei assumere dieci persone, purtroppo però oggi si fatica a trovare ragazzi disposti a dedicarsi agli antichi mestieri. Vorrei fondare un Ateneo proprio dedicato a questi, per far comprendere il sacrificio che c’è dietro la semplice scelta di una cravatta. Io, ad esempio, lavoro dalle 5.30 del mattino alle 20.30 di sera”. Ci si può appassionare ad un pezzo di stoffa o ad una galleria sotterranea, l’ultimo è il caso di Gianluca Minin, Presidente dell’Associazione Borbonica Sotterranea – Tunnel Borbonico. “Un giorno rubai al parcheggio Morelli l’elettricità, fu per costruire un sogno. Entrai in un’enorme discarica e decisi di accendere la luce. Da quel momento mi sono innamorato dello spazio, che è diventato con il mio sudore il Tunnel Borbonico. Ogni giorno, con il solo aiuto di volontari, ho scavato per sei anni, per quella passione che alcune volte diventa sana follia”. Oggi continua a lavorare dalle 10 alle 14 ore al giorno, “ma ho contratti con navi da crociera che approdano per visitare il mio tunnel. Con me ci sono bravissimi studenti di questa Università, che ho formato ed ora sto perdendo, perché continuano ad avere proposte di lavoro. Il consiglio che voglio dare a voi che siete qui ora è: fatevi chiamare matti, ma stupite gli altri con quella follia che consente di andare oltre”. Non sempre si hanno subito le idee chiare, ma poi si trova la propria strada, come è successo a Renata Monda, Vice Segretario Generale della Provincia di Napoli: “volevo fare il magistrato, ma mi sono poi resa conto che mi appassiona di più il mio attuale lavoro. Lavorare in un ufficio pubblico vuol dire coltivare un orto, condividere gli stessi obiettivi. Non scoraggiatevi se non trovate immediatamente la vostra strada, ma continuate a cercare”. Dopo il breve intervento dell’e-learning analyst della Docebo srl, Valentina Piccioli, volto alla ricerca di giovani professionisti con ottime competenze linguistiche e informatiche, è la volta di Marco Scotti Galletta, dell’omonimo studio legale associato: “Se dovessi dare un suggerimento, spingerei senza dubbio un neolaureato a specializzarsi in Diritto Internazionale per operare all’estero, ma, se si ha la volontà di restare in loco, bisognerebbe orientarsi sulle nuove branche del diritto, perché la Campania conta un numero di avvocati pari a quello dell’intera Francia”. I campi più innovativi sono ad esempio quelli legati ad Internet o alla tutela della privacy. “In aumento anche i casi che richiedono lo studio del Diritto di famiglia. A prescindere dalla branca, consiglio comunque di avere una forte motivazione e non fare l’avvocato in attesa di altro, perché per questo mestiere ci vuole tanta passione ed una buona preparazione. Non basta saper attirare clienti, bisogna mantenerli con la propria professionalità”.
Allegra Taglialatela
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