L’INCONTRO. Il 4 maggio alle ore 11.00 nell’Aula Magna della Facoltà di Farmacia si terrà il seminario “La formazione dei professionisti tra Università e mondo delle imprese: il progetto SOFION-CTF”. Dopo i saluti del Rettore Trombetti, del Presidente del Polo delle Scienze e Tecnologie della Vita Luciano Mayol e del Preside Giuseppe Cirino, la responsabile del Progetto, la prof.ssa Maria Grazia Rimoli, presenterà i risultati del I ciclo del Servizio di Orientamento e Formazione per l’Incremento dell’Occupabilità dei Neo-laureati in CTF, realizzato in collaborazione con il dott. Claudio Manzo della direzione SPI della Provincia di Napoli. All’Assessore alle Politiche del Lavoro e della Formazione Marilù Galdieri spetterà il compito di tirare le conclusioni e stilare un primo bilancio delle attività del progetto.
I rappresentanti aziendali interverranno per raccontare il proprio contributo al percorso di formazione dei neo-laureati. Protagonisti dell’incontro saranno i primi 12 tirocinanti che hanno appena terminato il loro periodo di formazione.
IL RACCONTO DEI TIROCINANTI. “E’ fondamentale incrementare il contatto tra Università e mondo del lavoro – asserisce Edy Vastano che ha avuto un prolungamento del tirocinio con rimborso spese negli Affari Regolatori della Brisotl Myers di Sermoneta – La maggior parte dei professori è aliena dalla realtà delle imprese. C’è troppa discrepanza tra quello che si impara all’Università e quello che bisogna saper fare in azienda”. Un’altra tirocinante, Adriana Fichera, oggi collabora come informatore scientifico con la USP di Pomigliano D’Arco grazie all’esperienza del tirocinio che ha svolto alla Orlandi farmaceutici. “Sono una libera professionista, non guadagno tanto ma il tipo di lavoro mi piace – commenta – Ho sempre pensato che un giorno avrei lavorato in laboratorio, invece ho scoperto che è gradevole venire a contatto con tante persone. Sono un tipo molto socievole”. “Appena sono arrivata in azienda mi hanno messa al lavoro dando per scontato che sapessi operare. Ho imparato guardando gli altri”, racconta Giovanna Verrengia. Quando ha iniziato il tirocinio nel Controllo di Qualità della I.C.I., conosceva già le procedure di analisi perché aveva frequentato per un anno i laboratori dell’azienda per effettuare ricerche relative alla sua tesi di laurea. Oggi ha deciso di prolungare di un anno il tirocinio sperando che a questo ulteriore training segua un contratto. Più fortunata dal punto di vista contrattuale è stata Marianna Moscritolo che si è occupata del Controllo di Qualità alla Panpharma di Flumeri in provincia di Avellino. “All’inizio non c’era nessuna aspettativa dal punto di vista lavorativo – afferma – Poi hanno imparato a conoscermi e hanno pensato di farmi proseguire la collaborazione con un contratto a tempo determinato”. Nel frattempo, la responsabile del laboratorio si è dimessa e così l’azienda ha deciso di far svolgere a Marianna le sue mansioni con un contratto a tempo indeterminato. E’ andata bene anche a Maria Teresa Castaldo Tuccillo: la Bristol Myers Squibb di Anagni aveva anticipato che per il suo tirocinio era previsto un rimborso spese ma lei si aspettava di percepire molto meno di 1.039 euro al mese. “E’ stata una bella sorpresa. Con quei soldi vado in pari con l’affitto e la benzina per raggiungere l’azienda e tornare dai miei di tanto in tanto”, racconta. “Anche a me piace quello che faccio ed ho ancora tanto da imparare”, dichiara Antonio Turtoro che ha accettato con entusiasmo di proseguire per un ulteriore semestre il tirocinio alla Angelini di Ancona. Motiva così la scelta della sede: “Volevo allontanarmi dalla Campania perché da noi ci sono molte piccole aziende o terzisti. Preferivo entrare in una realtà più grande per avere la possibilità di sperimentarmi in più settori”. La raggiungibilità: il fattore che ha spinto Daniela Minieri a scegliere la Tissuelab di S. Antimo: “non avendo lavoro, non ho l’auto”, spiega. Paola Tarallo ha, invece, optato per i laboratori di Controllo di Qualità della Genetic con l’obiettivo di diventare autonoma sia nelle attività pratiche sia nell’utilizzo della strumentazione. “Pensavo di trascorrere due mesi nel laboratorio chimico-fisico, due in quello microbiologico e due in Ricerca e Sviluppo. Non è stato così perché sono stata per sei mesi nel settore chimico-fisico”, afferma. Paola ha deciso di cominciare una nuova esperienza semestrale nella Novartis di Torre Annunziata: “un secondo periodo di training, anch’esso non retribuito ma utilissimo. Ho optato per un tipo di lavoro completamente diverso: ora sono nel settore della produzione”. Il primo requisito del tirocinante, secondo Adelaide Maria Grazia Terracciano, è avere una grande determinazione: “Bisogna essere sempre pronti a cogliere le opportunità, attenti a non farsele sfuggire. In azienda ti bombardano con richieste molto diverse e sta a te essere capace di gestirti al meglio. Non tutti ci riescono”. Tante, infatti, sono le attività svolte da Adelaide alla Merqurio Editore: analisi di mercato, stesura di piani promozionali per il lancio di nuovi farmaci, impostazione di strategie di comunicazione. I primi mesi di tirocinio sono serviti a Federica Tramontin per orientarsi: “All’inizio procedi a tentoni. Ora va meglio, riesco a prendere decisioni, ovviamente sempre con l’approvazione dei responsabili”. Per acquisire autonomia occorre tempo: “Sono necessari tre o quattro mesi solo per formarti. Perciò è preferibile impiegare un anno per diventare pratici di un settore”. Federica ha accettato di rinnovare il tirocinio per altri sei mesi nel settore industrializzazione e prodotti.
Tutti i ragazzi sono convinti di aver acquisito nuove competenze durante il percorso formativo. “Il tirocinio è un’esperienza da consigliare: ti dà la possibilità di prendere contatto col mondo del lavoro, di testarne la complessità – asserisce Adriano Cangiano che sta proseguendo la collaborazione con la Bristol Myers Squibb di Sermoneta nel reparto di Quality Assurance – Inoltre risponde ad una lacuna del Corso di Laurea in CTF dove i tirocini pre-laurea vengono svolti in farmacia”. Durante il tirocinio si possono anche sviluppare alcuni aspetti della personalità di cui non si era a conoscenza, come è capitato ad Anna Lastra alla Genetic: “Sono cambiata, sono diventata più capace di gestire le situazioni di difficoltà”.
Manuela Pitterà
I rappresentanti aziendali interverranno per raccontare il proprio contributo al percorso di formazione dei neo-laureati. Protagonisti dell’incontro saranno i primi 12 tirocinanti che hanno appena terminato il loro periodo di formazione.
IL RACCONTO DEI TIROCINANTI. “E’ fondamentale incrementare il contatto tra Università e mondo del lavoro – asserisce Edy Vastano che ha avuto un prolungamento del tirocinio con rimborso spese negli Affari Regolatori della Brisotl Myers di Sermoneta – La maggior parte dei professori è aliena dalla realtà delle imprese. C’è troppa discrepanza tra quello che si impara all’Università e quello che bisogna saper fare in azienda”. Un’altra tirocinante, Adriana Fichera, oggi collabora come informatore scientifico con la USP di Pomigliano D’Arco grazie all’esperienza del tirocinio che ha svolto alla Orlandi farmaceutici. “Sono una libera professionista, non guadagno tanto ma il tipo di lavoro mi piace – commenta – Ho sempre pensato che un giorno avrei lavorato in laboratorio, invece ho scoperto che è gradevole venire a contatto con tante persone. Sono un tipo molto socievole”. “Appena sono arrivata in azienda mi hanno messa al lavoro dando per scontato che sapessi operare. Ho imparato guardando gli altri”, racconta Giovanna Verrengia. Quando ha iniziato il tirocinio nel Controllo di Qualità della I.C.I., conosceva già le procedure di analisi perché aveva frequentato per un anno i laboratori dell’azienda per effettuare ricerche relative alla sua tesi di laurea. Oggi ha deciso di prolungare di un anno il tirocinio sperando che a questo ulteriore training segua un contratto. Più fortunata dal punto di vista contrattuale è stata Marianna Moscritolo che si è occupata del Controllo di Qualità alla Panpharma di Flumeri in provincia di Avellino. “All’inizio non c’era nessuna aspettativa dal punto di vista lavorativo – afferma – Poi hanno imparato a conoscermi e hanno pensato di farmi proseguire la collaborazione con un contratto a tempo determinato”. Nel frattempo, la responsabile del laboratorio si è dimessa e così l’azienda ha deciso di far svolgere a Marianna le sue mansioni con un contratto a tempo indeterminato. E’ andata bene anche a Maria Teresa Castaldo Tuccillo: la Bristol Myers Squibb di Anagni aveva anticipato che per il suo tirocinio era previsto un rimborso spese ma lei si aspettava di percepire molto meno di 1.039 euro al mese. “E’ stata una bella sorpresa. Con quei soldi vado in pari con l’affitto e la benzina per raggiungere l’azienda e tornare dai miei di tanto in tanto”, racconta. “Anche a me piace quello che faccio ed ho ancora tanto da imparare”, dichiara Antonio Turtoro che ha accettato con entusiasmo di proseguire per un ulteriore semestre il tirocinio alla Angelini di Ancona. Motiva così la scelta della sede: “Volevo allontanarmi dalla Campania perché da noi ci sono molte piccole aziende o terzisti. Preferivo entrare in una realtà più grande per avere la possibilità di sperimentarmi in più settori”. La raggiungibilità: il fattore che ha spinto Daniela Minieri a scegliere la Tissuelab di S. Antimo: “non avendo lavoro, non ho l’auto”, spiega. Paola Tarallo ha, invece, optato per i laboratori di Controllo di Qualità della Genetic con l’obiettivo di diventare autonoma sia nelle attività pratiche sia nell’utilizzo della strumentazione. “Pensavo di trascorrere due mesi nel laboratorio chimico-fisico, due in quello microbiologico e due in Ricerca e Sviluppo. Non è stato così perché sono stata per sei mesi nel settore chimico-fisico”, afferma. Paola ha deciso di cominciare una nuova esperienza semestrale nella Novartis di Torre Annunziata: “un secondo periodo di training, anch’esso non retribuito ma utilissimo. Ho optato per un tipo di lavoro completamente diverso: ora sono nel settore della produzione”. Il primo requisito del tirocinante, secondo Adelaide Maria Grazia Terracciano, è avere una grande determinazione: “Bisogna essere sempre pronti a cogliere le opportunità, attenti a non farsele sfuggire. In azienda ti bombardano con richieste molto diverse e sta a te essere capace di gestirti al meglio. Non tutti ci riescono”. Tante, infatti, sono le attività svolte da Adelaide alla Merqurio Editore: analisi di mercato, stesura di piani promozionali per il lancio di nuovi farmaci, impostazione di strategie di comunicazione. I primi mesi di tirocinio sono serviti a Federica Tramontin per orientarsi: “All’inizio procedi a tentoni. Ora va meglio, riesco a prendere decisioni, ovviamente sempre con l’approvazione dei responsabili”. Per acquisire autonomia occorre tempo: “Sono necessari tre o quattro mesi solo per formarti. Perciò è preferibile impiegare un anno per diventare pratici di un settore”. Federica ha accettato di rinnovare il tirocinio per altri sei mesi nel settore industrializzazione e prodotti.
Tutti i ragazzi sono convinti di aver acquisito nuove competenze durante il percorso formativo. “Il tirocinio è un’esperienza da consigliare: ti dà la possibilità di prendere contatto col mondo del lavoro, di testarne la complessità – asserisce Adriano Cangiano che sta proseguendo la collaborazione con la Bristol Myers Squibb di Sermoneta nel reparto di Quality Assurance – Inoltre risponde ad una lacuna del Corso di Laurea in CTF dove i tirocini pre-laurea vengono svolti in farmacia”. Durante il tirocinio si possono anche sviluppare alcuni aspetti della personalità di cui non si era a conoscenza, come è capitato ad Anna Lastra alla Genetic: “Sono cambiata, sono diventata più capace di gestire le situazioni di difficoltà”.
Manuela Pitterà