Nel numero del 12 marzo scorso, abbiamo pubblicato un articolo sulle difficoltà nel superare gli scritti di inglese all’Orientale. Qualche settimana fa, il prof. Maurizio Oberholtzer, docente Lingua e Linguistica Inglese I alla Facoltà di Lingue, ci ha fatto notare qualche imperfezione nell’articolo. Il problema principale, per il docente, sta nell’incipit: ‘Quarto piano di Palazzo Giusso, elenco dei risultati dell’esame di Lingua e Linguistica Inglese I del prof. Maurizio Oberholtzer. Qualcuno ha aggiunto sull’avviso: 14 su 91, vergognati’. La prossima volta studiate di più, ha replicato il docente’. “Non ho mai risposto a questa frase – sostiene il professore – Non lo avrei mai fatto in questo modo. Mi sono limitato a rimuovere i fogli quando ho saputo della scritta. Tanto i risultati sono visibili on-line”. Ma non è finita qui. Il docente lamenta che non è stata specificata nell’articolo la Facoltà di appartenenza dei docenti chiamati in questione. Perché “c’è differenza tra lo studio dell’inglese tra le Facoltà di Lettere e Lingue”. La differenza – afferma il professore – è sostanziale. Mentre a Lettere l’inglese è una delle discipline, per Lingue (soprattutto se l’inglese viene scelto come primo idioma) è la materia in cui lo studente si specializza. Bene, questo è vero. Ma come mai così tanti bocciati? “Innanzitutto c’è da dire che noi docenti di Inglese correggiamo insieme i compiti, aiutati dai lettori”. La prova scritta è composta da 100 items e gli studenti sono promossi abitualmente dal 60% in poi di risposte corrette in fascia A, B o C. “Ovviamente ci regoliamo anche sul tipo di errore. La fascia C, che è la più bassa, va dal 18 al 23. A volte abbassiamo addirittura la percentuale di risposte corrette. Ad esempio, sappiamo che la sessione di febbraio raccoglie gli studenti che hanno frequentato il corso l’anno prima. Non hanno sostenuto l’esame né a giugno né a settembre, sono quelli meno preparati, che non si sentono sicuri. In questi casi, facciamo passare i compiti con poco più del 50% di risposte corrette”. Gli studenti hanno così tante difficoltà perché non escono dal liceo con il livello adeguato di conoscenza della lingua. “La mia non vuole essere una critica all’insegnamento dei licei, anche io vengo da lì. Ma, se secondo il quadro comune il livello di riferimento dovrebbe essere B1 e gli studenti arrivano a un livello che è A+, è ovvio che hanno più difficoltà”. A Lingue, gli studenti devono discutere la tesi nelle lingue che hanno scelto, “alcuni di loro hanno difficoltà a portare avanti un discorso in inglese al momento della laurea. Noi vorremmo evitare che questo accada. Per questo abbiamo un blog dove viene caricato il materiale didattico trattato durante le lezioni, teniamo corsi di rafforzamento, forniamo dispense supplementari da affiancare ai libri con le simulazioni delle prove d’esame e siamo a disposizione degli studenti anche oltre gli orari di ricevimento. Il problema è che a volte si sceglie di studiare la lingua perché ‘mi è sempre piaciuto’, ma non sempre il piacere coincide con la competenza”. Ma allora cosa devono fare gli studenti? “Utilizzare tutte le occasioni per frequentare l’inglese, attraverso la televisione ad esempio, o i giornali. Poi, per imparare occorrono passione e metodo. Imparare una lingua è un mestiere. La lingua cambia continuamente. Ci vuole un lavoro costante, ma senza buone basi è inutile”.