Ha inaugurato la cattedra di Filosofia della Religione istituita nel 1993, ricoprendo per quasi quindici anni il ruolo di docente ordinario presso la Facoltà di Lettere della Federico II; attualmente insegna Storia della Filosofia Moderna per il Corso di Laurea Triennale e Storia della Filosofia dell’Ottocento e del Novecento per la Specialistica. Alla vigilia dei settanta anni, il prof. Francesco Donadio concluderà la sua carriera accademica, tenendo un’ultima lezione per i suoi studenti il 12 maggio prossimo. “Sono fiero di essere stato il primo ad occupare una cattedra così importante in questo Ateneo – afferma il docente – anche perché, circa cinquant’anni fa, mi sono laureato proprio alla Federico II”.
Donadio è uno dei più affermati studiosi dello storicismo tedesco, a partire dalla seconda metà del 1800 fino ai giorni nostri. Nato in provincia di Napoli nel 1940, dopo aver conseguito la laurea in Lettere vince una borsa di studio in Germania, compiendo qui le sue prime ricerche. Al ritorno insegna in diverse Università italiane: L’Aquila, Bari, L’Orientale di Napoli, per poi approdare alla Federico II. Nel 1980 è ricercatore, cinque anni è associato e nel 1995 diventa ordinario. “Al termine del periodo di studio all’estero sono tornato in Italia e ho iniziato la mia gavetta – ha detto – Neppure molti anni fa, a differenza di quello che si può comunemente credere, era facile intraprendere la carriera accademica”.
Le sue ricerche si sono focalizzate in particolare nell’analisi delle opere del Conte Peter Yorck von Wartemburg, del quale ha già pubblicato un’edizione completa di tutte le opere. “Questo autore mi ha fatto da guida nella risoluzione di un problema di fondo, ossia quello di dover passare da un’interpretazione metafisica ad un’interpretazione storica della religione, intendendo quest’ultima come esperienza di vita. Poiché i miei interessi, infatti, sono sempre stati rivolti allo storicismo, si è trattato di coniugare questa categoria di studi al mio insegnamento di Storia della Filosofia”. L’opera sul Conte Yorck rappresenta una sorta di unicum nell’ambito della storiografia tedesca, non essendoci un equivalente neppure nella lingua originale. “Donadio è considerato uno dei massimi esperti mondiali del settore – ha commentato il prof. Fabrizio Lomonaco, Direttore del Dipartimento di Filosofia – Gli autori da lui trattati sono poco conosciuti in Italia, ma fondamentali nel campo dello storicismo tedesco”.
Il professore ha ricordato le figure di spicco nel corso della sua carriera: Masullo, Tessitore, Gadamer, quest’ultimo allievo di Heidegger. “Sono stati tutti personaggi che hanno lasciato un segno sia per la mia carriera di docente, sia per avermi arricchito da un punto di vista strettamente personale”.
Per quanto concerne il rapporto con i suoi allievi, il prof. Donadio si dice pienamente soddisfatto: “Il compito di un buon docente è trasmettere la passione per ciò che si va a studiare e gli studenti del Corso di Filosofia si lasciano contagiare molto in questo senso. Credo che in una disciplina come questa, in modo particolare rispetto ad altre, si debba avere una forte passione”.
Donadio non è uno di quei docenti che terminano il proprio percorso accademico con un taglio netto, ma conta di proseguire ancora con i suoi studi. “Ognuno di noi ha dei ‘pezzi’ di ricerche nel cassetto e quindi da portare finalmente a compimento. Tuttavia, è giusto dare il meritato spazio all’otium, alle letture e, perché no, anche ai viaggi. Ho avuto la fortuna di girare il mondo e ultimamente mi sto appassionando alla cultura dei Paesi del Mediterraneo, specialmente a quelli del Medio Oriente. E’ lì che spero di fare uno dei miei prossimi viaggi. L’importante è trovare sempre nuovi stimoli, su questo si basa il mio stile di vita: vorrei non annoiarmi e soprattutto…non annoiare!”.
Anna Maria Possidente
Donadio è uno dei più affermati studiosi dello storicismo tedesco, a partire dalla seconda metà del 1800 fino ai giorni nostri. Nato in provincia di Napoli nel 1940, dopo aver conseguito la laurea in Lettere vince una borsa di studio in Germania, compiendo qui le sue prime ricerche. Al ritorno insegna in diverse Università italiane: L’Aquila, Bari, L’Orientale di Napoli, per poi approdare alla Federico II. Nel 1980 è ricercatore, cinque anni è associato e nel 1995 diventa ordinario. “Al termine del periodo di studio all’estero sono tornato in Italia e ho iniziato la mia gavetta – ha detto – Neppure molti anni fa, a differenza di quello che si può comunemente credere, era facile intraprendere la carriera accademica”.
Le sue ricerche si sono focalizzate in particolare nell’analisi delle opere del Conte Peter Yorck von Wartemburg, del quale ha già pubblicato un’edizione completa di tutte le opere. “Questo autore mi ha fatto da guida nella risoluzione di un problema di fondo, ossia quello di dover passare da un’interpretazione metafisica ad un’interpretazione storica della religione, intendendo quest’ultima come esperienza di vita. Poiché i miei interessi, infatti, sono sempre stati rivolti allo storicismo, si è trattato di coniugare questa categoria di studi al mio insegnamento di Storia della Filosofia”. L’opera sul Conte Yorck rappresenta una sorta di unicum nell’ambito della storiografia tedesca, non essendoci un equivalente neppure nella lingua originale. “Donadio è considerato uno dei massimi esperti mondiali del settore – ha commentato il prof. Fabrizio Lomonaco, Direttore del Dipartimento di Filosofia – Gli autori da lui trattati sono poco conosciuti in Italia, ma fondamentali nel campo dello storicismo tedesco”.
Il professore ha ricordato le figure di spicco nel corso della sua carriera: Masullo, Tessitore, Gadamer, quest’ultimo allievo di Heidegger. “Sono stati tutti personaggi che hanno lasciato un segno sia per la mia carriera di docente, sia per avermi arricchito da un punto di vista strettamente personale”.
Per quanto concerne il rapporto con i suoi allievi, il prof. Donadio si dice pienamente soddisfatto: “Il compito di un buon docente è trasmettere la passione per ciò che si va a studiare e gli studenti del Corso di Filosofia si lasciano contagiare molto in questo senso. Credo che in una disciplina come questa, in modo particolare rispetto ad altre, si debba avere una forte passione”.
Donadio non è uno di quei docenti che terminano il proprio percorso accademico con un taglio netto, ma conta di proseguire ancora con i suoi studi. “Ognuno di noi ha dei ‘pezzi’ di ricerche nel cassetto e quindi da portare finalmente a compimento. Tuttavia, è giusto dare il meritato spazio all’otium, alle letture e, perché no, anche ai viaggi. Ho avuto la fortuna di girare il mondo e ultimamente mi sto appassionando alla cultura dei Paesi del Mediterraneo, specialmente a quelli del Medio Oriente. E’ lì che spero di fare uno dei miei prossimi viaggi. L’importante è trovare sempre nuovi stimoli, su questo si basa il mio stile di vita: vorrei non annoiarmi e soprattutto…non annoiare!”.
Anna Maria Possidente