In tantissimi alla prima giornata di “Go!Sun”, la manifestazione di orientamento della Seconda Università che celebra un decennio di attività e si mette in vetrina per cinque giorni. Il 7 marzo sono cominciati gli incontri con i ragazzi degli ultimi due anni delle superiori distribuiti tra la Scuola di Medicina e il Polo Scientifico di Caserta. Obiettivo: vivere un giorno da matricola, respirare a pieni polmoni l’atmosfera universitaria e conoscere più a fondo l’offerta didattica nonché le prospettive lavorative legate ad una importante e coscienziosa scelta di studi. Gremita l’Aula Magna di Medicina, tanto da trasferire molti ragazzi in un’altra e avviare in contemporanea un altro incontro di orientamento. Studenti provenienti da istituti di tutta la provincia di Caserta, in prevalenza licei classici e scientifici, da Maddaloni ad Aversa passando per Capua e Santa Maria Capua Vetere: tutti con il sogno di indossare un giorno il camice bianco. Un buon 80% dei presenti infatti vi ha partecipato per capire se il percorso medico faccia davvero al caso loro (il restante 20% è invece orientato verso le Professioni Sanitarie e il Corso di studi in Odontoiatria). Ad aiutarli in questa (ri)scoperta il prof. Silvestro Canonico, Presidente della Scuola di Medicina, l’internista Luigi Elio Adinolfi, Presidente del Corso di Laurea in Medicina, e il prof. Nicola Coppola, ricercatore universitario in Malattie Infettive. La strutturazione e l’organizzazione della Scuola Medica sono state al centro dei discorsi dei relatori, far sapere che esistono due Corsi di Laurea Magistrali, a Caserta e a Napoli, un Corso di Odontoiatria, ai quali si accede per concorso con 430 posti disponibili (il 6 settembre è la data fissata per il test di ammissione), e un ultimo Corso di Medicina in lingua inglese per stranieri e studenti comunitari, è stato utile ed indispensabile così come ribadire l’importanza dello studio per riuscire ad entrare e le sue modalità che devono partire dai banchi di scuola, con consapevolezza innanzitutto.
“Vi accingete a prepararvi ad entrare in un Corso di Laurea che è più lungo rispetto ad altri – dice il prof. Canonico – che non si esaurisce certamente con il conseguimento della laurea. Per questo motivo il fattore età è molto importante. Dovete già da adesso entrare nell’ottica di saper gestire il vostro tempo: da un lato vivere, ed è sacrosanto, la vostra giovinezza, dall’altro rispettare i tempi universitari che per forza di cose devono essere programmati”. Sapere però che la minaccia del fuori corso e delle tasse in più da pagare è stata abolita per Medicina è una buona notizia per i ragazzi che non sempre riescono a conseguire la laurea in sei anni esatti per ovvi motivi. Scegliere quindi coscienziosamente e con convinzione per se stessi e non per far contenti i genitori sui quali il lavoro del medico esercita un certo fascino, incrementato negli ultimi 20 anni grazie soprattutto all’impatto mediatico di serie televisive che hanno in un certo senso reso più appetibile e fascinoso il ruolo del medico. “Ricordo quando nel 1989 comunicai ai miei la mia decisione di fare i test di ammissione, era il primo anno a numero chiuso – confida il prof. Coppola – mia madre non la prese molto bene anche perché allora il lavoro del medico era visto più come un sacrificio e in più in famiglia non ce n’erano di medici”. È stata dunque la figura del medico, del professionista della medicina, a tenere banco durante l’intera mattinata di orientamento. Una personalità, come scriveva Ippocrate, che è una perfetta commistione di scienziato e uomo. Certo, i telefilm girati negli ospedali sono belli, portatori di un messaggio positivo, hanno rilanciato il mestiere ma non devono fuorviare l’aspirante medico che deve porsi una semplice domanda: ‘Qual è la mia attitudine?’.
“Chi vorrà fare il medico dovrà rapportarsi con un’altra persona e i suoi familiari in un momento difficile. Per quanto sia ben strutturato e solido il suo lato scientifico, un buon medico deve avere, ed è innata questa caratteristica, un atteggiamento empatico – continua il docente di Malattie Infettive – Al rigore scientifico occorre affiancare una partecipazione emotiva che non deve però mai prevalere. Io dico che un medico che fa bene il suo lavoro ha un solo piede nella sofferenza altrui”. Passione scientifica, empatia, contatto umano ma anche una struttura psicologica adatta, una capacità a lavorare in squadra, a relazionarsi con altri professionisti della sanità e non solo, e, non da meno, una propensione a risolvere problemi, ‘problem solving’ dicono gli anglosassoni. Un professionista a 360 gradi che viene preparato nella palestra della conoscenza a metà strada tra teoria e pratica. E questo è l’aspetto più interessante. La laurea in Medicina si definisce non a caso professionalizzante: il 75% dello studio si svolge ‘al letto del paziente’. Non solo teoria e nozioni, dunque, ma soprattutto tanta pratica nelle strutture ospedaliere convenzionate. “È vero che è un percorso lungo, 6 anni più 5 di specializzazione, ma i nostri specializzandi fanno quotidianamente ambulatorio in maniera autonoma con borse di studio e stipendi di tutto rispetto”, aggiunge il prof. Adinolfi. A questo proposito, con l’aiuto dei dati forniti da AlmaLaurea, il Presidente del Corso ha tracciato un quadro benaugurante per i prossimi 10 anni: “la prospettiva occupazionale è buona, considerando che nel prossimo decennio 4 medici su 10 andranno in pensione e dovrebbe così essere superato l’attuale blocco del turn over nella Sanità italiana”. “Abbiamo bisogno di reclutare giovani validi e capaci e non solamente di iscrizioni, che ovviamente non mancano – conclude il prof. Adinolfi – noi non ci sentiamo secondi a nessuno, pensate che qui solo lo 0,3% abbandona gli studi. Spero che alla Scuola di Medicina di Caserta entrino i migliori”.
Lo sa bene Raffaele Nubi, al VI anno di Medicina, indeciso nella scelta della Specializzazione tra Igiene e Medicina Preventiva e Medicina Legale, che per il primo anno si trova a fare da Cicerone nel giorno dell’orientamento. “A differenza degli altri anni si è deciso di aprire le porte ai ragazzi delle superiori per mostrare loro da vicino la vita universitaria, come viviamo una giornata tipo in Facoltà, ad esempio in questo momento nelle altre aule si sta svolgendo normalmente l’attività didattica”.
“Vi accingete a prepararvi ad entrare in un Corso di Laurea che è più lungo rispetto ad altri – dice il prof. Canonico – che non si esaurisce certamente con il conseguimento della laurea. Per questo motivo il fattore età è molto importante. Dovete già da adesso entrare nell’ottica di saper gestire il vostro tempo: da un lato vivere, ed è sacrosanto, la vostra giovinezza, dall’altro rispettare i tempi universitari che per forza di cose devono essere programmati”. Sapere però che la minaccia del fuori corso e delle tasse in più da pagare è stata abolita per Medicina è una buona notizia per i ragazzi che non sempre riescono a conseguire la laurea in sei anni esatti per ovvi motivi. Scegliere quindi coscienziosamente e con convinzione per se stessi e non per far contenti i genitori sui quali il lavoro del medico esercita un certo fascino, incrementato negli ultimi 20 anni grazie soprattutto all’impatto mediatico di serie televisive che hanno in un certo senso reso più appetibile e fascinoso il ruolo del medico. “Ricordo quando nel 1989 comunicai ai miei la mia decisione di fare i test di ammissione, era il primo anno a numero chiuso – confida il prof. Coppola – mia madre non la prese molto bene anche perché allora il lavoro del medico era visto più come un sacrificio e in più in famiglia non ce n’erano di medici”. È stata dunque la figura del medico, del professionista della medicina, a tenere banco durante l’intera mattinata di orientamento. Una personalità, come scriveva Ippocrate, che è una perfetta commistione di scienziato e uomo. Certo, i telefilm girati negli ospedali sono belli, portatori di un messaggio positivo, hanno rilanciato il mestiere ma non devono fuorviare l’aspirante medico che deve porsi una semplice domanda: ‘Qual è la mia attitudine?’.
“Chi vorrà fare il medico dovrà rapportarsi con un’altra persona e i suoi familiari in un momento difficile. Per quanto sia ben strutturato e solido il suo lato scientifico, un buon medico deve avere, ed è innata questa caratteristica, un atteggiamento empatico – continua il docente di Malattie Infettive – Al rigore scientifico occorre affiancare una partecipazione emotiva che non deve però mai prevalere. Io dico che un medico che fa bene il suo lavoro ha un solo piede nella sofferenza altrui”. Passione scientifica, empatia, contatto umano ma anche una struttura psicologica adatta, una capacità a lavorare in squadra, a relazionarsi con altri professionisti della sanità e non solo, e, non da meno, una propensione a risolvere problemi, ‘problem solving’ dicono gli anglosassoni. Un professionista a 360 gradi che viene preparato nella palestra della conoscenza a metà strada tra teoria e pratica. E questo è l’aspetto più interessante. La laurea in Medicina si definisce non a caso professionalizzante: il 75% dello studio si svolge ‘al letto del paziente’. Non solo teoria e nozioni, dunque, ma soprattutto tanta pratica nelle strutture ospedaliere convenzionate. “È vero che è un percorso lungo, 6 anni più 5 di specializzazione, ma i nostri specializzandi fanno quotidianamente ambulatorio in maniera autonoma con borse di studio e stipendi di tutto rispetto”, aggiunge il prof. Adinolfi. A questo proposito, con l’aiuto dei dati forniti da AlmaLaurea, il Presidente del Corso ha tracciato un quadro benaugurante per i prossimi 10 anni: “la prospettiva occupazionale è buona, considerando che nel prossimo decennio 4 medici su 10 andranno in pensione e dovrebbe così essere superato l’attuale blocco del turn over nella Sanità italiana”. “Abbiamo bisogno di reclutare giovani validi e capaci e non solamente di iscrizioni, che ovviamente non mancano – conclude il prof. Adinolfi – noi non ci sentiamo secondi a nessuno, pensate che qui solo lo 0,3% abbandona gli studi. Spero che alla Scuola di Medicina di Caserta entrino i migliori”.
Lo sa bene Raffaele Nubi, al VI anno di Medicina, indeciso nella scelta della Specializzazione tra Igiene e Medicina Preventiva e Medicina Legale, che per il primo anno si trova a fare da Cicerone nel giorno dell’orientamento. “A differenza degli altri anni si è deciso di aprire le porte ai ragazzi delle superiori per mostrare loro da vicino la vita universitaria, come viviamo una giornata tipo in Facoltà, ad esempio in questo momento nelle altre aule si sta svolgendo normalmente l’attività didattica”.