“Una certezza passionale” per realizzarsi, il messaggio ai giovani di una figura leggendaria dell’aerospazio: il prof. Luigi Pascale

“Per realizzarsi è necessaria una certezza passionale”. Parola del prof. Luigi Pascale. Da farci subito una gigantografia o riportarla nell’agenda della vita. Un messaggio per i futuri ingegneri e, più in generale, per i giovani universitari da parte di una personalità eccelsa del mondo della Cultura, dell’Università e della Ricerca che hanno avuto la fortuna di ascoltare. “Ai giovani dico di essere sicuri di voler intraprendere la via che hanno scelto. La certezza che solo la passione può infondere”. La sua certezza lo ha portato a volare in alto, nel vero senso della parola. Gli aerei che ha collaudato sono andati oltre le nuvole e le aspettative dell’epoca, così come questo riconoscimento che incorona una lunga carriera che va oltre l’eccellenza e l’ordinario. Geniale progettista, raffinato pilota, Chief Designer della Tecnam, padre dell’ingegneria aeronautica, mentore di generazioni di ingegneri aeronautici e ricercatori che oggi lo applaudono con l’ammirazione e il timore reverenziale che si riservano solo ai grandi. Il professore Luigi Pascale ha ricevuto nella mattinata del 25 febbraio all’Aulario di Ingegneria di Aversa la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Aerospaziale. Un’emozione grandissima per un uomo di cultura e di talento che nell’arco di una vita ne ha assaggiate tante e diverse. Ma tutt’oggi ne prevale ancora una che ha ben 50 anni: “Il collaudo del P64B, ancora mi fa emozionare al ricordo – ci confida il Professore – Con mio fratello Nino avevamo fatto un’importante modifica al velivolo e secondo i miei calcoli si dovevano migliorare delle prestazioni. Fui talmente preso dal desiderio di volare e provare questo nuovo aereo che mi ‘dimenticai’ la corretta autorizzazione per il volo. Tornato a terra, fui redarguito dai controllori di volo ma ero così felice di aver volato subito la mia creatura”.
Il conferimento della Laurea Honoris Causa, che è stato seguito anche via streaming sul sito web dell’Ateneo, ha visto la partecipazione di studenti della Scuola Politecnica, allievi dell’Istituto Volta di Aversa, docenti, ex allievi e tutte le personalità del mondo aeronautico campano, dal Centro Italiano per le Ricerche Aerospaziali (CIRA) alla Tecnam, azienda leader mondiale di velivoli leggeri e di Aviazione Generale fondata dai fratelli Pascale. In un’aula gremita e piena di affetto, che ha accolto anche molti familiari commossi, la commissione presieduta dal Rettore Giuseppe Paolisso ha così proclamato ad honorem il prof. Pascale alla veneranda età di 92 anni. Ma una breve precisazione è stata fatta, prima della Laudatio, dal prof. Alfredo Testa, Presidente della Scuola Politecnica di Base, sui termini latini honoris causa ed ad honorem, “sono due espressioni che hanno stesso significato, sono riferiti a titoli accademici e attribuiti per meriti speciali a prescindere dai regolari percorsi accademici. Nell’uso contemporaneo hanno acquisito valore sinonimico, anche all’interno di uno stesso documento è possibile trovare spesso, forse per eleganza formale, le due espressioni usate indistintamente – spiega Testa – ma alcuni dizionari operano una piccola distinzione, suggeriscono di usare ad honorem in caso di titolo concesso per onorare una persona e di usare honoris causa per un titolo accademico conferito a personalità che, pur non avendo seguito il regolare corso di studi per ottenerlo, se ne sono rese meritevoli per la loro attività”. “Sono convinto – aggiunge – che se nella seduta di laurea di oggi si volesse far prevalere il senso stretto delle due espressioni latine si sarebbe in presenza di un chiaro caso di honoris causa”. Tante e profonde infatti le motivazioni espresse nella Laudatio accademica del prof. Antonio Viviani, Coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Aerospaziale e soprattutto ex allievo di due “figure leggendarie” in materia di aerospazio, Pascale e Luigi Gerardo Napolitano, di cui conserva un personale e commosso ricordo, che hanno avuto principio nel 1948 quando, assieme al fratello Giovanni, il giovane Luigi costruì nel garage di casa il suo primo aereo, il P48 Astore. E poi una lunga serie di traguardi, prototipi e successi fino alla realizzazione del P55 Tornado che convinse i due ingegneri ad aprire un piccolo stabilimento per la produzione in serie. La sua storia è già leggenda che, seppur tracciata a grandi linee per una tempistica troppo ristretta, affascina tanto per quella passione smodata per il volo diventata poi, attraverso un dottorato di ricerca con il generale Umberto Nobile, studio, insegnamento, lavoro e vita. Tutto. “Dovete sapere che la cosa di cui sono più orgoglioso e che ho amato tanto è stato sempre il titolo di Ingegnere (laurea in Ingegneria Meccanica) – il professore si rivolge emozionato alla platea – e dopo 70 anni vedermelo confermato con una così grande partecipazione, e soprattutto sentendo il calore con cui mi viene attribuito, è difficile per me trattenere le lacrime”. E poi al Rettore: “Io mi sento dei vostri, della vostra Università. La Federico II mi ha dato la prima laurea tanti anni fa ma questo nuovo riconoscimento mi riempie di maggiore soddisfazione perché prova che la mia attività di ingegnere è valsa a qualcosa”. Carisma, maestria e tanta ironia hanno accompagnato il professor Pascale durante una speciale Lectio Magistralis, ‘Il trasporto aereo supersonico dopo il Concorde’, che ha seguito la proclamazione. Parlando ‘a braccio’ per oltre un’ora, il Professore ha saputo affascinare i presenti ad un argomento tecnico e specialistico che ha brillantemente reso interessante e comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Attualmente ancora in attività, il professor Pascale è impegnato nella costruzione di un velivolo 11 posti commissionato dalla compagnia aerea regionale statunitense Cape Air. “Le idee e i progetti sono ancora tanti – rivela il professore che ha ancora tanta voglia di mettersi alla prova – ma evidenti ragioni anagrafiche me ne fanno vedere difficile la realizzazione”.
Claudia Monaco
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