Ingegneria scoppia di salute

Più di venti canali d’ingresso, un incremento delle immatricolazioni che sfiora il 20% ed aule piene dalle 8.30 del mattino fino alle 17.30. La Facoltà di Ingegneria non chiude praticamente mai. Eppure, nonostante tutto l’impegno, ci sono aule sovraffollate, sembra soprattutto a Monte Sant’Angelo. Si segue seduti a terra, o addirittura in piedi. E ci sono studenti che, sebbene interessati, dopo qualche tempo smettono di seguire, scoraggiati dalle difficoltà. È la denuncia di un professore del primo anno, espressa durante l’ultimo Consiglio di Facoltà. “Io insegno nella sede di Agnano e lì questo problema non c’è. Nei miei vent’anni di insegnamento sono capitati ogni tanto questi problemi. In passato, ho fatto lezione anche con 400 studenti, ma abbiamo sempre trovato modo di aggiustare il sistema perché siamo una Facoltà che sa organizzare le cose”. E poi “ben venga l’affollamento, perché vuol dire che c’è interesse verso questi studi, che i ragazzi credono nell’Ingegneria. Devo aggiungere che quest’anno ho una classe bellissima”, afferma il prof. Angelo Chianese, docente di Basi di Dati ed Elementi di Informatica ad Ingegneria Informatica e ad Ingegneria Gestionale. “Ci sono sempre state grosse fluttuazioni e, in maniera poco prevedibile, l’affollamento non riguarda tutti i Corsi di Laurea. Dipende dal numero degli immatricolati ad un Corso oppure ad un altro. Il disagio si registra fino ai primi di novembre, più o meno, finché cioè non c’è un numero significativo di persone che abbandona o cambia, in genere questa cifra si aggira intorno al 10-15%”, sostiene invece il prof. Riccardo Bruzzese, docente di Fisica ad Ingegneria Aerospaziale. “C’è stato un aumento delle iscrizioni ma, dopo il primo mese, c’è sempre un calo delle presenze. All’inizio cerco anche di spaventare in qualche modo i ragazzi. Insegno Fisica ad Ingegneria Informatica, non è certo la materia principale, o quella che suscita il maggior interesse. Cerco di spiegare agli studenti che devono trovare dentro di sè le motivazioni per stare in aula e venire a lezione”, sottolinea il prof. Antonello Androne. “Quest’anno ho tenuto per la prima volta lezione con persone in piedi in aula e sedie extra. Nel tempo qualcuno è andato via ed ora nell’aula C del Triennio gli studenti stanno stretti, ma tutti seduti”, nota il prof. Vincenzo Iannotti, docente di Fisica ai Corsi di Ingegneria Civile e Navale. 
Le strategie degli 
studenti per un 
posto a sedere
E gli studenti cosa ne pensano? “Seguo le lezioni nell’aula I2 di Via Claudio e da noi la capienza è giusta. Ci sono più studenti rispetto allo scorso anno, ma sono tutti seduti”, dice Andrea Palomba, Informatica ad Ingegneria Gestionale per le Infrastrutture. “Capita abbastanza frequentemente nelle prime lezioni un certo affollamento. Quest’anno c’era qualcuno in piedi all’inizio, però ora le presenze sono un po’ calate”, afferma Giuseppe Peluso, Fisica ad Ingegneria Informatica e Ingegneria dell’Automazione. “All’inizio c’erano oltre cinquanta persone in piedi. Ora molti hanno abbandonato, ma si continua a seguire con difficoltà”, dice Gianfranco, primo anno di Ingegneria Gestionale. “La situazione è diversa a seconda del Corso di Laurea. Da noi ad Aerospaziale, oppure a Meccanica, la situazione è più critica. All’inizio si seguiva in piedi. È successo anche a me ed è veramente stancante. In altri Corsi, ad esempio ad Ingegneria Chimica, ci sono meno iscritti e ci sono addirittura posti vuoti”, afferma Luigi Alterio. Martina Esposito e Ida Musella, matricole ad Ingegneria Chimica, confermano quest’affermazione. “Da noi questo problema si è posto in maniera limitata, ora non c’è più. Anzi l’ultima fila comincia ad essere vuota. È necessario comunque fare le corse la mattina, perché altrimenti si finisce in fondo all’aula” (Martina). “Il problema da noi non c’è, perché ci sono meno iscritti, anche perchè noi siamo una sola cattedra” (Ida). A Claudio Di Somma, studente di Ingegneria Gestionale, è capitato di seguire le lezioni seduto a terra: “durante le ore di Chimica, perché ci sono anche studenti del secondo anno. Non si sta scomodi, però non hai un appoggio per scrivere e ti sporchi”; il suo collega di studio, Giovanni Battista Gambardella, ha condiviso la stessa sorte – “dopo due ore a terra l’osso sacro fa male” -. “Qualche volta mi è capitato di seguire in piedi. Noi della cattedra A-B seguiamo insieme agli studenti di Navale. Stare cinque ore in piedi è un fastidio enorme. Resisti, ma se a questo disagio aggiungi i viaggi che ognuno di noi fa per raggiungere la Facoltà, è davvero massacrante”, dice Francesco Paolo Bove, futuro ingegnere meccanico. “Non si può seguire in un’aula sovraffollata, perché o prendi appunti, o ascolti, non puoi fare entrambe le cose”, commenta Salvatore Guarino, Ingegneria Gestionale. 
La fruibilità della struttura è una delle domande presenti nel questionario di valutazione somministrato agli studenti. “Probabilmente può dare dei risultati”, l’opinione di Raimondo Fusco, di Ingegneria Meccanica, uno dei Corsi di Laurea che per numero di iscritti soffre maggiormente il problema. Un suo collega nota che rispetto all’inizio dell’anno, qualcosa è cambiato. “Ora c’è molta meno gente che segue in piedi, una volta è successo anche a me ed è veramente scomodo”, sottolinea Francesco Badolato. “Molti hanno lasciato perché è stancante seguire in queste condizioni, soprattutto Analisi o Algebra”, dice Eugenio Bergamasco, anche lui meccanico, cui non è mai capitato di restare in piedi perché può contare su degli amici che arrivano presto la mattina e gli tengono il posto. “Le lezioni cominciano alle 8.30 ma già prima delle 8.00 non c’è più posto. Io raggiungo la Facoltà con la motocicletta, ma esco ugualmente molto presto da casa. Mi organizzo per essere qui almeno cinquanta minuti prima dell’inizio della lezione, altrimenti resto in piedi o mi devo sedere a terra”, dice Giuseppe Arena che aggiunge “nonostante questo disagio in aula c’è comunque silenzio, perché siamo consapevoli del fatto che siamo qui per studiare per noi”. 
All’alba 
già in Facoltà
Giuseppe non è l’unico ad arrivare all’università ‘all’alba’. Anzi c’è chi lo batte. Francesco Attanasio: “abito al Vomero, a cinque minuti dalla Facoltà. Eppure arrivo alle 7.20, prima che il custode apra i cancelli. Prendo i posti davanti e resto un’ora ad aspettare che si cominci. Devo dire che però è stancante e frustrante, perché quando torni a casa la sera sei troppo stanco per fare altro”. Pienone anche nelle aule degli anni successivi. “Accade in via Claudio: nelle aule ai piani superiori che hanno una capienza di un centinaio di posti, capita spesso che ci siano una decina di persone in piedi o sedute su sedie raccolte in giro”, fa notare Gennaro, secondo anno di Ingegneria Aerospaziale. Se il sovraffollamento delle aule pesa molto alle matricole, gli studenti degli anni successivi, che hanno più esperienza, trovano peggiori altri problemi. “In questi anni ho sofferto il sovraffollamento, soprattutto nelle aule T di Monte Sant’Angelo; l’anno dopo in via Claudio le cose sono andate meglio, ma quello che è veramente tragico è la mancanza di materiale”, conclude Irene Ariante, primo anno specialistico di Ingegneria Gestionale.
Simona Pasquale
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