La Federico II va in Amazzonia per partecipare ad uno studio sul Rio delle Amazzoni che coinvolge istituti di ricerca ed università tedeschi, brasiliani, francesi, olandesi, inglesi. Il progetto, iniziato nel 2011, dura 4 anni e si chiama “Joint Brazilian-European research facility for climate and geodynamic research on the Amazon River basin sediments”. È finanziato per 2.600.000 euro. Contribuiscono l’Unione Europea, che investe due milioni, ed il governo brasiliano, che finanzia per la restante parte della cifra complessiva. L’Ateneo federiciano è presente con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale. “Partecipiamo – spiega il professore Carlo Gualtieri, che circa un anno e mezzo fa entrò in contatto con la squadra impegnata nella ricerca e propose la candidatura della Federico II sulla base di una idea che è stata valutata positivamente – ad uno studio mirato principalmente ad individuare le relazioni tra i cambiamenti climatici e la dinamica dei sedimenti del bacino fluviale. Concorrono esperti di diverse aree disciplinari. In particolare, il ruolo della Federico II è di monitorare e misurare quel che accade all’altezza di Manaus, dove il Rio Negro ed il Rio Solimoes confluiscono a formare il fiume più grande del mondo”. Monitorare un corso d’acqua significa, tra l’altro, misurare la velocità della corrente e la temperatura, osservare la natura dei solidi trasportati, analizzare la tipologia delle sostanze disciolte nell’acqua. “Si tratta – sottolinea il docente – di raccogliere dati ed informazioni importanti per il progetto complessivo. Marc Trevethan, un giovane studioso australiano che è assegnista di ricerca presso il nostro Dipartimento, sta per partire alla volta del Brasile, per svolgere appunto questa fondamentale attività di campo, in collaborazione con gli altri studiosi coinvolti nella ricerca. Io stesso sono stato in Brasile, dove ho incontrato i colleghi impegnati nel progetto, poco meno di un anno fa”.
Il Rio delle Amazzoni è lungo 7 milioni di chilometri quadrati (oltre 20 volte l’Italia) ed ha una foce larga circa 200 chilometri, che penetra nell’Oceano Atlantico per decine e decine di chilometri. “Svolge un ruolo molto importante nella regolazione del clima a livello globale – sottolinea il professore Gualtieri – ed anche per questo motivo è stato scelto come oggetto di studio. I risultati della ricerca saranno messi a disposizione, oltre che della comunità scientifica internazionale, delle istituzioni del Brasile e del Sud-America, delle organizzazioni non-governative e dell’opinione pubblica al fine di far crescere la consapevolezza dell’importanza delle tematiche studiate, di fornire degli strumenti utili per promuovere politiche di sviluppo sostenibile e di contribuire allo sviluppo socio-economico della regione”.
Dismessi i panni del ricercatore ed indossati quelli del docente, insegna Ingegneria idraulica nella Magistrale di Ingegneria per l’ambiente e per il territorio, Gualtieri coglie spunto dalla sua partecipazione al progetto sul Rio delle Amazzoni per lanciare un appello agli studenti. “È essenziale – dice – che vi abituate sin dai primi anni di università a confrontarvi con uno scenario internazionale. Significa che dovete imparare alla perfezione l’inglese, che dovete viaggiare e candidarvi a trascorrere periodi di studio all’estero nell’ambito del programma Erasmus. Le occasioni di ricerca, ormai, sono legate in maniera sempre più forte a finanziamenti comunitari od internazionali”.
Fabrizio Geremicca
Il Rio delle Amazzoni è lungo 7 milioni di chilometri quadrati (oltre 20 volte l’Italia) ed ha una foce larga circa 200 chilometri, che penetra nell’Oceano Atlantico per decine e decine di chilometri. “Svolge un ruolo molto importante nella regolazione del clima a livello globale – sottolinea il professore Gualtieri – ed anche per questo motivo è stato scelto come oggetto di studio. I risultati della ricerca saranno messi a disposizione, oltre che della comunità scientifica internazionale, delle istituzioni del Brasile e del Sud-America, delle organizzazioni non-governative e dell’opinione pubblica al fine di far crescere la consapevolezza dell’importanza delle tematiche studiate, di fornire degli strumenti utili per promuovere politiche di sviluppo sostenibile e di contribuire allo sviluppo socio-economico della regione”.
Dismessi i panni del ricercatore ed indossati quelli del docente, insegna Ingegneria idraulica nella Magistrale di Ingegneria per l’ambiente e per il territorio, Gualtieri coglie spunto dalla sua partecipazione al progetto sul Rio delle Amazzoni per lanciare un appello agli studenti. “È essenziale – dice – che vi abituate sin dai primi anni di università a confrontarvi con uno scenario internazionale. Significa che dovete imparare alla perfezione l’inglese, che dovete viaggiare e candidarvi a trascorrere periodi di studio all’estero nell’ambito del programma Erasmus. Le occasioni di ricerca, ormai, sono legate in maniera sempre più forte a finanziamenti comunitari od internazionali”.
Fabrizio Geremicca