“Questo tipo di laurea non è e non sarà mai professionalizzante”, afferma con orgoglio il prof. Paolo Amodio, nuovo Coordinatore del Corso di Laurea Triennale in Filosofia. “Noi non forniamo competenze di base per lavorare in uno specifico settore, come ad esempio l’archivistica, ma il nostro studente è in grado, con le sue conoscenze, d’inserire dei dati in un contesto storico specifico, il che può essere utile per l’archivistica o nella progettazione formativa, dove sono richieste capacità critiche ed una conoscenza interdisciplinare che il nostro Corso offre”. Così il docente presenta l’offerta formativa per i filosofi di domani. “Il nostro obiettivo è individuare le criticità del Corso di Studi per proporre correttivi che possano migliorare l’offerta formativa”. Fra le criticità c’è l’inserimento nel mondo del lavoro. “Lo studente che termina la Triennale in Filosofia non ha la possibilità d’iscriversi a concorsi pubblici per l’insegnamento. Per questo motivo è in atto un potenziamento delle ulteriori conoscenze e delle attività a scelta, grazie alle quali saranno previsti incontri con aziende, non più solo attività seminariali”. Il cambiamento nell’offerta didattica deriva anche da un’inversione dell’orientamento: “prima gli studenti che s’iscrivevano a Filosofia provenivano tutti dal Classico, oggi non è più così. Ho proposto pertanto un questionario anonimo e facoltativo ai neoiscritti per raccoglierne i dati: sesso, data di nascita, comune di residenza, titolo e voto conseguito, in modo da comprendere meglio la platea che ho di fronte”. Le matricole, in media tra le 150 e 200 ogni anno, dovranno seguire alcuni corsi fino alle 19.00, ma quest’anno senza accavallamenti con altre lezioni. Il prof. Amodio insegna Filosofia Morale: “Quest’anno terrò un corso tematico dal titolo ‘Spazi e tempi della vita’, che tratta di come la filosofia ha costruito la sua identità e quanto oggi la nozione di spazio e tempo sia stata rivalutata rispetto alle origini”. Durante il corso è fondamentale l’apertura ai classici: “insegno da 15 anni e ho notato che gli studenti arrivano alla Magistrale con pochi classici nel bagaglio culturale. È un peccato, perché questi insegnano il lessico per poter affrontare il testo filosofico, perciò li leggo a lezione, sciogliendo alcuni passaggi importanti, in modo da stimolarli”. I risultati sono più che positivi: “la mia aula è sempre piena, è importante non spegnere l’entusiasmo delle matricole provocandole continuamente”. Per il docente infatti lo stimolo arriva se vi si accompagna: “e la Filosofia non è solo Storia della Filosofia, come nella concezione liceale”. Dritte da non sottovalutare: “imparate due lingue, sfruttando anche le possibilità che offre il CLA (Centro Linguistico di Ateneo). Io consiglio l’inglese, perché non si può prescindere dalla sua conoscenza, ed il tedesco, perché lo stesso Heidegger scriveva: ‘la filosofia parla due lingue: il greco e il tedesco’. Dalla Germania infatti provengono i più grandi filosofi della storia”. Le matricole devono anche sapere che: “bisogna acquisire 36 crediti di Storia, se si vuole concorrere all’abilitazione per la classe d’insegnamento A037”. Il docente conclude: “prendiamo atto dell’attacco all’Università pubblica per migliorare e resistere, difendendo i Corsi di Laurea chiamati ‘di nicchia’”.
Inglese e tedesco necessari per una laurea “non professionalizzante”
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